Redazione

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- Roma, 22 set. - L'Italia rinnovi le istituzioni, le strutture sociali, i comportamenti collettivi perche' "non possiamo piu' restare prigionieri di conservatorismi, corporativismi e ingiustizie". Giorgio Napolitano coglie l'occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico per ribadire la necessita' di varare le riforme, a partire da quella del lavoro, e di mettere in campo "politiche nuove e coraggiose per la crescita e l'occupazione, dirette soprattutto e piu' efficacemente ai giovani". Misure, spiega, per traghettare il Paese fuori "dalle secche di una crisi drammatica". Davanti a tremila studenti radunati nel cortile d'onore del Quirinale, il Presidente della Repubblica sprona tutti all'unita': "Sia chiaro - afferma - che per farcela ci si deve non gia' chiudere nei vecchi recinti nazionali, e sbraitare contro l'Europa, ma stringerci ancor di piu' in uno sforzo comune, integrare ancor piu' le nostre energie, in spirito di solidarieta', nella grande Europa unita che abbiamo via via costruito in oltre sessant'anni". Anche al Governo il Capo dello Stato manda un messaggio: "Confidiamo - dice - nella chiarificazione e concretizzazione degli impegni annunciati per il superamento di situazioni ormai insostenibili, che le politiche del passato non hanno mai risolto". Napolitano invita i ragazzi a guardare all'Unione con fiducia: "Cogliete con entusiasmo ogni opportunita' di percorrere, scoprire, conoscere la nostra Europa. E' il luogo - sottolinea - del vostro futuro, il centro ideale di valori di modernita' e di progresso in cui credere". I principi "del pluralismo politico, culturale e religioso, e dei diritti umani, civili e sociali" che caratterizzano l'Ue, afferma ancora, costituisco "il patrimonio di civilta' che l'Europa e' decisa a difendere dalla nuova ondata di fanatismo, di barbarie, di terrore che e' purtroppo venuta crescendo". Agli alunni e ai docenti Napolitano infine ricorda di guardare sempre "ai valori della legalita', del rispetto delle istituzioni, del dialogo. Valori che - conclude - si servono non a parole ma rifiutando nei fatti ogni violenza, ogni sopruso, ogni forma di corruzione". .

- Roma, 22 set. - E' ancora alta tensione nel Pd sulla riforma del lavoro. Alla vigilia dell'approdo in aula al Senato prosegue il dibattito sull'articolo 18 e domani mattina a palazzo Madama si terra' una riunione dei gruppi del Partito democratico: un'assemblea alla quale parteciperanno il ministro Giuliano Poletti e il responsabile Economia e Lavoro della segreteria dei Democratici, Filippo Taddei. Che oggi definisce "avvilente" il fatto che si voglia "ridurre tutto a un derby sull'articolo 18".

Delrio, nostra riforma supera l'articolo 18

E aggiunge: "Cerchiamo di fare di piu', io per parte mia cerchero' di favorire una discussione che sia il piu' possibile chiara. Lunedi' siamo in direzione proprio per parlare di questo". Il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, ha sostenuto: "Siamo vicini ai cittadini italiani, vogliamo bene all'Italia e cerchiamo di fare misure che siano di buon senso, che aiutino il nostro Paese a ripartire, a cominciare dal mondo del lavoro; quindi stando insieme agli imprenditori e ai lavoratori".

Lo scontro nel Pd e' cosi' aspro che sono tornate a girare voci di una scissione. Anche se l'ex segretario Guglielmo Epifani le liquida cosi': "Le voci di scissione nel Pd sono una sciocchezza, roba inesistente. Ma non giova a nessuno accentuare lo scontro e sarebbe un errore gravissimo non trovare un'intesa sul Jobs act". Anche se secondo Epifani, superato il periodo di prova di tre anni, il reintegro deve rimanere "magari affinandolo".

Secondo il vicesegretario Pd Debora Serracchiani, c'e' la "sensazione che qualcuno voglia strumentalizzare il tema del lavoro per una resa dei conti nel Pd". E invece, afferma, "andranno rispettate le decisioni della direzione perche' siamo un partito non una ditta ne' una bocciofila". Direzione che si terra' lunedi' prossimo, 29 settembre: "Discuteremo di questi temi nella prossima direzione convocata per il 29, senza ricatti e anatemi ideologici. Ma, dopo la discussione, dobbiamo fare la sintesi e a quella dovranno attenersi i gruppi parlamentari" dice Marina Sereni.

Pier Luigi Bersani pero' ha gia' minacciato battaglia a difesa dell'articolo 18 con la presentazione di molti emendamenti alla legge delega. Secondo Maurizio Sacconi (Ncd) le proposte che arrivano dalla minoranza Pd sono peggiorative mentre Renato Brunetta ribadisce che Forza Italia e' pronta a votare il Jobs Act ma sottolineando che "se il Pd si spaccasse in due e avesse bisogno, per far passare la fiducia, del nostro voto non ci sarebbe piu' la maggioranza per Renzi con tutte le conseguenze del caso".

E' d'accordo anche il democratico Cesare Damiano: "E' chiaro che se fossero determinanti i voti di Forza Italia per tenere in piedi il governo su questo argomento ci sarebbe anche una conseguenza politica. Non vorrei che Renzi riuscisse a fare sui temi del lavoro quel che non e' riuscito a fare Berlusconi".

Intanto, Beppe Grillo attacca: "Il ricatto sull'articolo 18 e' fatto dalla Bce". E lancia l'hasthag #CoeRenzie" ricordando "quando Renzie difendeva l'articolo 18".

- San Francisco, 22 set. - Una promessa arriva da Matteo renzi in visita negli Stati Uniti: "Faremo di tutto per cambiare l'Italia". Il premier da San Francisco ricorda che questa "e' la citta' del futuro, mentre da noi ci sono le capitali del passato. La nostra scommessa e' trasformare noi stessi". Dagli Usa Matteo Renzi vuole dare "un messaggio di fiducia all'Italia" cambiando "la pubblica amministrazione...usando l'Ict (l'information technology) per cancellare la parola certificato e avere un amministrazione come un nuvola (il modello degli archivi immateriali e diffusi), cambiando il rapporto tra cittadini e burocrazia". In Italia "non si cambia se si ha una testa striminzita e ripiegata": con queste parole Matteo Renzi si e' rivolto a 150 rappresentanti di 'start up' della Silicon Valley fondate da italiani, nel corso dell'incontro. "Non sono qui per dirvi di tornare in Italia ma di andare avanti e cambiare il mondo", ha aggiunto il presidente del Consiglio, nell'incontro allo Yacht Club St. Francis. L'Italia e' un Paese che ha bisogno di una "rivoluzione sistematica" per risolvere tutti i principali problemi, "bisogna cambiare il Paese, il sistema politico, il mondo del lavoro"."Non bastano le riforme se non ci sono idee, le riforme possono cambiare qualcosa, le idee possono cambiare tutto", ha sottolineato Renzi. "Non cedo alla cultura dei cervelli in fuga e non faro' il discorso di tornare in Italia, vi chiedo di andare avanti e faremo di tutto per cambiare l'Italia, renderla un Paese piu' semplice, con un mercato del lavoro diverso, con una classe politica dimagrita". .

- Roma, 22 set. - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con profonda commozione la notizia del tragico incidente sul lavoro verificatosi all'interno di un impianto industriale di Adria, ha chiesto al Prefetto di Rovigo di esprimere ai familiari dei quattro operai deceduti i sentimenti di partecipe cordoglio e di rendersi interprete della sua solidale vicinanza all'operaio ferito. .
- Roma, 22 set. - "#CoeRenzie: quando Renzie difendeva l'articolo 18". Cosi' Beppe Grillo su twitter attacca il presidente del Consiglio e lancia l'hashtag #CoeRenzie. Grillo ripropone un post pubblicato sul suo blog con tanto di video annesso nel quale si vede Matteo Renzi che difendeva l'articolo 18. "Renzie da paladino dell'articolo 18 - si legge sul blog - e' diventato improvvisamente ultraberlusconiano, tanto da guadagnarsi il plauso nientepopodimeno che di Brunetta. Cosa e' successo? hi ha votato Pd nel 2013 sapeva che l'unica misura per il lavoro proposta dal loro partito sarebbe stata la 'rimodulazione' dell'articolo 18? E i precari? E l'IRAP? E la tassazione al 44%? Perche' togliere una garanzia al lavoratore che pesa sulle aziende senza dare alla persona un sostegno (presente in tutta Europa a parte Italia e Grecia) come il reddito di cittadinanza? Quando e' avvenuta la giravolta di Renzie? Al buio del Nazareno?". "Ospite di Michele Santoro nell'aprile del 2012 - ricorda ancora il blog di Grillo - incalzato sulla necessita' di riformare lo Statuto dei lavoratori, Renzi disse: "In questo momento nel mio territorio ci sono almeno 3 crisi aziendali di aziende di 150 persone che hanno deciso dalla mattina alla sera di chiudere e di andarsene. L'articolo 18 per loro non e' un problema e per quel lavoratore non e' una sicurezza. Ho detto sull'articolo 18 e lo ripeto qui che non ho trovato un solo imprenditore, in tre anni che faccio il sindaco, che mi abbia detto: 'Caro Renzi, io non lavoro a Firenze o in Italia, non porto i soldi, perche' c'e' l'articolo 18'. Nessuno me l'ha detto. Non c'e' un imprenditore che ponga l'articolo 18 come un problema. Perche', mi dicono, c'e' un problema di burocrazia, di tasse, di giustizia, non dell'articolo 18. E non ho mai trovato neanche un ragazzo, precario, che mi abbia detto: 'sogno l'articolo 18'. Per quello che mi riguarda l'articolo 18 e' un problema mediatico. E' un problema che si e' posto soltanto nel dibattito mediatico'". .
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