Redazione

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- Firenze, 20 set. - Per la liberazione di Vanessa Marzullo e Greta Ramellie, rapite in Siria lo scorso 31 agosto, e di Padre Dall'Oglio, scende in campo l'Unione delle comunita' islamiche in Italia (UCOII) con un appello in arabo e uno in italiano. Il primo verra' diffuso sui principali newtork arabi come Al Jazeera e Al Arabiya, mentre il secondo, in Italia, vuole sensibilizzare la comunita' locale e far capire all'Italia quanto sia grande la loro preoccupazione.

A parlare e' Elzir Izzedin, Presidente dell'UCOII che in arabo si rivolge direttamente ai rapitori: "Mi appello a voi che dite di essere musulmani, liberate i nostri tre ostaggi Padre Dall'Oglio, Vanessa Marzullo e Greta Ramellie". "Loro hanno lavorato in Italia per gli interessi e la liberazione del popolo siriano e sono andati in Siria per aiutarlo contro il regime. Come dice il Corano, - prosegue - nessuno puo' accusare qualcuno di una cosa che non ha fatto percio' invito voi credenti, o che almeno dite di essere, di liberare questi nostri concittadini italiani.

La nostra comune fede in Dio ci impone il rispetto dell'altro, del diverso, dell'uomo in generale, e la sua salvaguardia, percio' vi invito, come imam di Firenze e come presidente dell'Unione delle comunita' islamiche d'Italia, a liberarli." .

- Roma, 20 set. - "Sulla riforma del mercato del lavoro Renzi, se ce la fa, avra' il nostro appoggio, ma gia' meta' del suo partito gli ha detto di no. Quindi, quello che probabilmente succedera' e' che si spacchera' il Partito democratico che, evidentemente, e' un partito inesistente". Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, ai microfoni di RaiNews24, a margine di "Forzafuturo", la scuola di formazione politica organizzata da Forza Italia a Sirmione. "Se un partito ha un leader che vuole una cosa, come il superamento dell'articolo 18 e la riscrittura dello Statuto dei lavoratori, mentre l'altra meta' del partito fa le barricate, vuol dire che il Pd non e' un partito. E' un partito diviso. E' un partito indeciso su tutto. E' l'elemento d'instabilita' e di conservazione della vita politica italiana e della societa' italiana - ha osservato Brunetta - In un momento come questo, avere un partito leader, che esprime il Presidente del Consiglio, spaccato in due o in tre tronconi e' un elemento di grande instabilita' e di grande preoccupazione per la vita politica, economica e sociale in Italia", ha concluso Brunetta. Red/Ser .
- Bari, 20 set.- "Penso che l'Isis sia una grande minaccia, soprattutto per le popolazioni locali che debbono subire quella ferocia, ma anche una minaccia per noi, come abbiamo visto dalle orrende esecuzioni che ci sono state". Lo ha affermato la presidente della Camera, Laura Boldrini, a margine di un convegno promosso a Conversano dalla Fondazione Di Vagno. "Ho incontrato recentemente il Capo di Stato tunisino che - ha aggiunto Boldrini - mi ha fatto presente come siano tutti preoccupati in quella regione anche per il fatto che per ogni occidentale che viene decapitato ci sono migliaia di persone locali che vengono uccise senza pieta'. Quindi e' sicuramente una minaccia collettiva, bisogna capire quale sia il metodo piu' efficace per combattere questo". "Io so, anche sulla scia della lezione di Di Vagno - ha concluso la presidente della Camera - che la guerra porta distruzione e odio". .
- CdV, 19 set. - "Lo scambio di idee e di opinioni e' una ricchezza per tutti". Fresco di riconferma per il secondo quadriennio, monsignor Enrico dal Covolo, rettore della Lateranense, l'Universita' del Papa, commenta cosi' l'iniziativa dei 5 cardinali che hanno pubblicato un libro che prende posizione nel dibattito del Sinodo sui divorziati risposati, negando che sia possibile modificare la prassi della Chiesa su questo aspetto cosi' delicato. "Senza dimenticare che il centro del dibattito non e' la comunione ai divorziati risposati ma la famiglia che ha bisogno di essere tutelata", dal Covolo cita Francesco: "La famiglia e' il luogo in cui Gesu' nasce. Per questo il diavolo vuole distruggerla". "La Chiesa - spiega il vescovo salesiano in questa intervista all'Agi - non e' una comunione di fotocopie. E' bene e salutare che su questioni complesse e sfidanti come il matrimonio e la famiglia oggi il confronto sia vivo e non necessariamente morbido". Aggiunge il rettore della Lateranense: "E' stata diversa la situazione al primo Concilio di Gerusalemme, ne' fu diversa all'ultimo: il Vaticano II. I cardinali agiscono sotto la responsabilita' di cio' che il Papa stesso chiede loro: la collegialita'". "Mi fanno un po' sorridere - confida - coloro che danno una lettura negativa di questo dibattito cosi' aperto e vivace. Non a caso gia' Giovanni XXIII, all'inizio del Concilio, dovette invitare la Chiesa ad avere speranza e fiducia in Dio, rifuggendo dai 'profeti di sventura'". Alla domanda su come si possa offrire un aiuto per i divorziati risposati, monsignor dal Covolo risponde: "non credo che ci siano risposte facili e pronte per tutto. Ne' che la Chiesa tratti a cuor leggero queste domande. Noi tutti sentiamo una profonda e drammatica tensione tra il desiderio di custodire intatto cio' che abbiamo ricevuto dal Signore e le inquietudini e le attese dell'uomo contemporaneo. Ecco perche' - rivela - personalmente credo che alla fine occorrera' entrare nell'aula Sinodale non con i libri, ma con le ginocchia piegate per supplicare la luce di Colui che ha promesso di essere con noi sempre". Secondo il rettore della Lateranense, in ogni caso, non e' corretto contrapporre la straordinaria potenzialita' del sacramento della confessione e l'immutabilita' della dottrina del sacramento del matrimonio. "Questi due sacramenti - spiega - non sono in conflitto. Il perdono di Dio e' fuoco che ci trasforma interiormente, noi andiamo alla confessione in virtu' della parola del Signore: 'Senza di me non potete far nulla'. "Nella confessione frequente - aggiunge il presule - gli sposi sono aiutati a coltivare una 'spiritualita' della resistenza' in una cultura che rende il cammino cristiano dell'amore irto di ostacoli. Papa Francesco ha centrato il bersaglio quando ha detto: 'La famiglia e' il luogo in cui Gesu' nasce. Per questo il diavolo vuole distruggerla'". "Non sono certamente in grado - ammette monsignor dal Covolo - di anticipare le conclusioni del Sinodo, ma in esso nutro una grandissima speranza. Vorrei dire, pero', che e' fuori dalla realta' pensare che il Sinodo sulla famiglia si risolva nel dilemma 'comunione si', comunione no'". "Quanto alla via pastorale per gli annullamenti - ricorda ancora - Benedetto XVI ha aperto uno spiraglio in questo senso e sono certo che al Sinodo se ne parlera'". "Personalmente lo vedrei piu' come un percorso integrativo che alternativo", precisa pero' il rettore della Lateranense. "Il Papa emerito - ha indicato spesso quella che per molti e' una questione cruciale: il rapporto tra matrimonio e fede. Mi sovviene in questo momento una sua dichiarazione da cardinale: Si dovrebbe chiarire se veramente ogni matrimonio tra due battezzati e' ipso facto un matrimonio sacramentale. All'essenza del sacramento appartiene la fede". "Quello che mi piacerebbe uscisse dal Sinodo - afferma il vescovo - e' un forte impulso per i missionari dell'ideale cristiano dell'amore. Una Chiesa missionaria che annunci a tutti, soprattutto ai giovani, la bellezza dell'amore duraturo". In merito, dal Covolo cita infine le parole - attualissime - di Madre Teresa: "Molto persone muoiono non per mancanza di cibo ma di amore". "Ai registi, ai romanzieri, ai cantanti, ai poeti - conclude il rettore della Lateranense - vorrei dire: vi prego, ridate agli uomini la fede nell'amore". Siz .
- Roma, 19 set. - "Altro che modello tedesco,Renzi rischia di frantumare i diritti dei lavoratori". Nel corso di una intervista a Radio Montecarlo, l'ex segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani ha toccato tutti gli aspetti piu' caldi della riforma del lavoro ed ha promesso "battaglia" al Senato se non cambiera' l'impostazione, con la presentazione di molti emendamenti alla legge delega. Commentando le parole di Susanna Camusso, Bersani afferma: "Io preferisco fare un ragionamento diverso: noi abbiamo assolutamente bisogno di una riforma, ma si rischia che si perda l'occasione per una riforma vera. Renzi vuole avvicinarsi al modello tedesco ma cosi' facendo ci stiamo allontanando da quel modello, in questi giorni c'e' spazio per riflettere e per fare una riforma seria che riconosca i diritti dei lavoratori e non li cancelli o li frantumi. La riforma ci vuole ma deve essere seria e non certo una bandierina da sventolare di fronte agli elettori o all'Europa". Quanto al paragone con la Thatcher, l'ex segretario spiega: "Non voglio credere che ci sia l'idea di fare un braccio di ferro inutile e sterile: servono novita'. Se il neo assunto non ha tutte le garanzie, come gli altri suoi colleghi, va bene purche' sia solo per un breve periodo, pero' a un certo punto bisogna arrivare alla pienezza delle tutele, compreso - e questo deve esser garantito sin da subito - il reintegro in caso di licenziamento ingiusto che esiste in tutta Europa. Se Sacconi deve innalzare una bandiera, lo faccia pure, e' un suo problema, non certo puo' essere un problema del Pd che piuttosto deve pensare solo a riformare l'Italia". Al Senato, dunque, "saranno presentati molti emendamenti, non solo sull'obbligo di reintegro in caso di licenziamento ingiusto: l'importante e' che il Governo precisi le sue intenzioni, perche' se l'interpretazione e' quella sentita da Sacconi e altri, allora non ci siamo proprio. Andiamo ad aggiungere alle norme che danno solo precarieta' ulteriore precarieta', andiamo a frantumare i diritti, non solo l'articolo 18 e allora sara' battaglia". Renzi non rischia di spezzare la corda? "Certo, e' possibile - ammette l'ex segretario-, ma spero proprio di no, dobbiamo trovare un equilibrio tra capitale e lavoro: e' questa l'essenza del riformismo. Il Governo deve capire che siamo davanti a un punto molto sensibile", "adesso dobbiamo trovare un accordo. Mi viene da ridere quando sento parlare di tabu' da infrangere o bandierine sull'articolo 18". E rispondendo alle accuse di non volere le riforme, Bersani stoppa le polemiche: "Non ci si provi neanche, sono altri che non vogliono le riforme...". ,
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