Redazione

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- Roma, 12 set. - "Lascia allibiti il fatto che il presidente Berlusconi possa consentire alla senatrice Rossi di distribuire, controllare, rilasciare o ritirare 'patenti' sulla legittimita' dello stare nel partito, e sulla correttezza o meno delle opinioni e delle tesi politiche altrui". Raffaele Fitto lo scrive sul suo blog commentando le dichiarazioni di Mariarosaria Rossi, amministratore straordinario del partito. "Ritengo che ne' la senatrice Rossi ne' altri, in un movimento liberale, possano anche solo lasciar intendere nulla di simile. Cosi' come ritengo che ne' la senatrice Rossi ne' altri abbiano titoli o legittimazione tecnico-giuridica e statutaria nonche' politica per ipotizzare cose di questo genere", aggiunge Fitto "Credo - conclude - che sia sempre piu' forte il disagio di tanti colleghi parlamentari, di amministratori, iscritti e militanti, per un metodo che addolora e lascia perplessi. E lo dice - sia ben chiaro - chi, come me, ha sempre ritenuto e ritiene che Forza Italia sia stata, sia e sara' ancora anche casa propria". In un'intervista a Repubblica la senatrice Rossi e' tornata a parlare della situazione economica del partito e minacciato i morosi: "Siamo messi malissimo. Non c'e' una lira. Sono arrabbiata: dobbiamo renderci conto che il Presidente ci ha dato tanto e per noi, adesso, e' il momento di dare. Chi non lo capisce - dice - non puo' stare nella nuova Forza Italia". Nella conversazione con il giornale diretto da Ezio Mauro, la Rossi critica lo stesso Fitto, che reclama le primarie: "Ognuno ha le proprie ambizioni. Le primarie pero' non sono previste. Da noi non se ne parla, magari e' possibile tentare altrove... Poi, certo, ognuno puo' dire la qualunque, ma noi - per la nostra storia e la nostra cultura - non ne abbiamo bisogno. Noi abbiamo un capo di coalizione, senza primarie". La senatrice si dice poi certa che si tornera' al voto nel 2015 e che e' indispensabile una nuova alleanza tra FI e l'Ncd di Alfano. Il leader? "Un Berlusconi", risponde Rossi. .

- Roma, 12 set. - La decisione di fare un passo indietro, raccontano in Forza Italia, e' stata comunicata a Gianni Letta. Poi, dopo un colloquio con il 'grande mediatore' e con contatti - secondo fonti azzurre non diretti - con Silvio Berlusconi, Antonio Catricala' ha reso pubblica la sua scelta: "Non provo nessuna amarezza, sono un uomo delle istituzioni. C'e' un problema, ho voluto risolverlo cosi'", spiega il candidato alla Consulta in ticket con Violante, ma osteggiato da una fetta di parlamentari forzisti, che hanno 'disubbidito' alle direttive del 'capo' e hanno votato nel segreto dell'urna per Donato Bruno. Secondo fonti vicine al Cavaliere, del resto, Berlusconi si era gia' convinto, dopo un giro d'orizzonte con i vertici del partito e i fedelissimi sul da farsi per superare l'impasse, e tentare di ricomporre la frattura interna, dell'impossibilita' di continuare a puntare su Catricala'.

Ma la rinuncia dell'ex sottosegretario di Monti poco influisce sul clima teso che aleggia sui forzisti e il malessere non accenna a diminuire, tanto piu' dopo le parole al vetriolo di Raffaele Fitto contro il braccio destro del leader azzurro, Maria Rosaria Rossi. Per il Cavaliere il momento piu' difficile della giornata, spiegano alcuni big azzurri, sarebbe stato quello in cui ha dovuto comunicare a Renzi l'impossibilita' di mantenere fede all'accordo su Violante-Catricala'. Ora, pero', non e' automatica la candidatura di Donato Bruno. D'altra parte, l'irritazione del leader azzurro per quanto successo ieri, con quei 120 voti dati al senatore FI, non sarebbe affatto scemata.

E il ragionamento, gia' fatto filtrare ieri, sull'indisponibilita' a darla vinta alla minoranza interna per evitare di creare un pericoloso precedente, viene ribadito anche oggi. Anche se, raccontano alcuni azzurri, il pressing di Niccolo' Ghedini - sponsor della candidatura di Bruno - potrebbe sortire effetti positivi. Ma le due note diramate dai capigruppo Romani e Brunetta, lascerebbero intendere che Berlusconi non ha intenzione di mollare e ritornare sui suoi passi: il candidato non lo sceglie una fronda interna, avrebbe spiegato ai suoi, ne' un gruppetto di parlamentari riottosi. Anche se poi l'ex premier ha richiamato il partito alla compattezza, e non e' un caso se entrambi i capigruppo parlano esplicitamente di "unita'" e evitare "strappi".

Il Cavaliere, raccontano, non ha affatto digerito l'insubordinazione dei suoi, che lo fanno apparire oggi come un leader dimezzato e senza piu' lo scettro saldo in mano. Ad innervosire Berlusconi, in particolare, le parole dure di Fitto contro la Rossi, che per mandato dello stesso ex premier ha adottato il pugno di ferro sul fronte 'conti in rosso'. Per di piu', viene fatto osservare, dalle parti di Arcore l'attacco alla Rossi viene letto come un attacco al leader. Tuona Fitto: "Lascia allibiti il fatto che il presidente Berlusconi possa consentire alla senatrice Rossi di distribuire, controllare, rilasciare o ritirare 'patenti' sulla legittimita' dello stare nel partito, e sulla correttezza o meno delle opinioni e delle tesi politiche altrui".

In un'intervista, la senatrice azzurra esclude categoricamente la possibilita' di fare le primarie, caldeggiate dall'ex governatore pugliese, che viene liquidato con una frase brevissima: "Da noi non se ne parla, magari e' possibile tentare altrove... Poi, certo, ognuno puo' dire la qualunque". Insomma, nel partito e' ormai guerra aperta. E quanto successo sulla Consulta, viene spiegato, e' solo la dimostrazione del malessere che va montando. Non solo per il fatto, e' la rivendicazione di un big dei frondisti, di essere trattati "come semplici esecutori, nemmeno pensanti, di decisioni prese dai vertici e mai condivise".

Ma ad essere in discussione e' la linea stessa del Cavaliere nei confronti di Renzi: "sta sacrificando il partito in nome di un patto siglato con il premier di cui nessuno di noi - spiega ancora la stessa fonte - conosce i veri contenuti". Per ora Berlusconi tira dritto: nel week-end si decideranno le prossime mosse e quindi il nuovo candidato per la Consulta. Non e' escluso, viene spiegato, un vertice ad Arcore prima della nuova seduta comune del Parlamento, convocata per lunedi' alle 15.

- Roma, 12 set. - "Ringrazio il professore Antonio Catricala' per aver prima accettato la candidatura a membro laico della Consulta e per la dignita' con cui oggi rinuncia. Ho avuto modo di apprezzare personalmente la professionalita' ed il valore del professor Catricala', che certamente avrebbe ricoperto quest'incarico con estrema competenza e autorevolezza", afferma in una nota il capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani, che aggiunge: "Nessuna fronda interna a Forza Italia dietro una scelta che e' e deve essere frutto di un voto del Parlamento in seduta comune, come dispone la Costituzione: Forza Italia e' dunque unita attorno al proprio leader, il Presidente Silvio Berlusconi, per la scelta di un nuovo candidato, di pari levatura e preparazione, che raccolga il favore di tutto il Parlamento", conclude Romani.

- Roma, 12 set. - "Non provo nessuna amarezza, sono un uomo delle istituzioni. C'e' un problema, ho voluto risolverlo cosi'". Cosi' Antonio Catricala', interpellato telefonicamente dall'AGI, spiega le ragioni che lo hanno portato a fare un passo indietro dalla candidatura avanzata da Forza Italia per la Corte Costituzionale "Ringrazio i parlamentari che mi hanno votato ma chiedo loro di non sostenere ulteriormente la mia candidatura".

Fitto attacca l'amministratrice Rossi

"Non vorrei mettere a rischio la mia immagine professionale - spiega - e spero che il Parlamento possa piu' facilmente superare le contrapposizioni che hanno finora ostacolato l'elezione dei due Giudici costituzionali".

FI ringrazia Catricala': ora uniti su nuovo candidato

- Roma, 12 set. - "Vogliamo persone competenti nei ministeri. Vogliamo giustizia per tutti questi orsi. Ora basta. Il ministro si dimetta immediatamente. deve vergognarsi di esistere". Queste le parole di Walter Caporale, presidente Associazione "Animalisti Italiani Onlus", sul ritrovamento di un'altra carcassa di orsa, presumibilmente avvelenata. "In Italia - continua Caporale - i reati commessi ai danni degli animali protetti restano sempre impuniti e i casi di avvelenamento si moltiplicano. Sono troppi i casi di avvelenamento. Il Ministero dell'Ambiente risponda anche di questo caso. Lunedi' manifesteremo per Daniza e per tutti gli orsi".
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