Redazione

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- Roma, 8 ago. - E' iniziata, a Palazzo Madama, la seduta d'Aula per il voto finale sul ddl costituzionale che sancisce la fine del bicameralismo e modifica il titolo V della Carta. Dodici gli interventi previsti in dichiarazione di voto. In dissenso interverranno la senatrice a vita Elena Cattaneo e il senatore Pd Vannino Chiti. "Il nuovo Senato delle Autonomie non e' un senaticchio, ma un organo innovativo e di grande rilievo nell'ordinamento costituzionale". Cosi' Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama e relatrice con Roberto Calderoli del Ddl costituzionale che sara' approvato oggi, in una intervista al Sole 24 ore. "Credo che sia la prima volta nella storia costituzionale mondiale - sottolinea - che una Camera abolisce se stessa. Ne esce comunque un Senato forte. Noi non e' che abbiamo ritagliato con le forbici dal Senato come e' adesso un Senato piu' ridimensionato. Noi abbiamo creato un nuovo organo che ha delle competenze particolarmente innovative ad esempio in materia di legislazione comunitaria o in materia di controllo sull'agire del governo, delle pubbliche amministrazioni e sull'applicazione delle leggi. E sara' un controllo libero proprio perche' non agira' sulla base si un vincolo di fiducia". Finocchiaro dedica una considerazione anche sulla legge elettorale: "Ormai possiamo dire con relativa certezza che la legge elettorale non sara' l'Italicum, non sara' cioe' un sistema con le storture che a mio avviso ha la legge approvata dalla Camera: soglie di sbarramento molto alte, che arrivano fino al 12% per le coalizioni, e un premio di maggioranza attribuito al 37%. Quanto alle preferenze, essendo del Sud non ne sono un'appassionata. Ma una soluzione mista si puo' trovare, e comunque la legge elettorale la dobbiamo fare", conclude. .
- Roma, 7 ago. - "Credo di si', e' un complicato equilibrio, vedremo se ci saranno problemi. Per ora li ho letti solo sui giornali ma nessuno me ne ha parlato direttamente, per cui resto ottimista". Cosi' il premier Matteo Renzi ha risposto a 'In onda' a una domanda sulla possibilita' che il ministro degli Esteri ricopra il ruolo di Alto rappresentante per la politica estera Ue .

- Roma, 7 ago. - "Io non mollo di mezzo centimetro". Ed ancora: "Non ce n'e' per nessuno". Matteo Renzi tira dritto e ribadisce a 'In onda' l'importanza strategica del via libera alle riforme. Domani incassera' il voto finale del Senato al ddl Boschi. Il presidente del Consiglio due giorni fa aveva ipotizzato di essere presente in Aula, di intervenire a palazzo Madama. Ma anche in queste ore molti molti fedelissimi gli stanno consigliando di evitare di esasperare gli animi e di portare a casa il risultato. Per questo motivo il Capo dell'esecutivo, spiega piu' di un renziano, potrebbe non partecipare ai lavori conclusivi.

"Noi andremo a referendum comunque, questa e' una riforma dei cittadini", sottolinea il presidente del Consiglio, "Scommettevano che non ce l'avremmo fatta. Dico grazie ai senatori della maggioranza". Renzi accoglie subito l'assist del governatore della Banca centrale. "Io sono d'accordo con Draghi - dice -. Il presidente della Bce ha detto una cosa sacrosanta: abbiamo bisogno di rimettere in ordine l'Italia per farla diventare piu' competitiva. Per questo motivo servono le riforme". Per Renzi l'Italia ha tutte le carte in regola per ripartire e "tornare a volare". "Vogliamo mettere il piu' davanti", dice, "e' un po' tutta l'Eurozona che deve riflettere".

"L'Italia non e' finita - incalza -, con buona pace dei gufi e degli sciacalli, tecnicamente non siamo mai usciti dalla recessione ma l'Italia riparte, la necessita' e' "attrarre investimenti". Il presidente del Consiglio in tv annuncia "una manovra di tagli alla spesa" e un miliardo nella legge di stabilita' a favore della scuola. Sulla spending review ammette di non aver fatto abbastanza e non nasconde di aver compiuto degli errori, come sul dl competitivita'. Ma "nessuna bacchetta magica", il nostro Paese non puo' uscire dalla crisi in tre mesi, "io non sono uno chef", "lavoreremo meglio e di piu' ma io ho promesso di cambiare verso, non universo".

Infine un accenno all'incontro di ieri con Berlusconi: "Il patto del Nazareno non e' un documento da desecretare. Berlusconi e' il presidente di un partito, che non e' il mio ed e' ora al 16%, e a cui riconosco che tanti italiani lo votano. Chi sono per giudicare chi lo vota? Per me Berlusconi non e' un alleato ma rispetto i milioni di italiani che lo votano e le regole si fanno insieme anche a lui: noi facciamo insieme un accordo sulle regole. E cioe' una legge elettorale gia' approvata dalla Camera e la riforma del Senato". Ma c'e' una clausola anche sulla giustizia? "Veramente il ministro Orlando e' andato anche da Forza Italia nel suo giro di colloqui e loro sono stati tiepidi sulle nostre proposte".

- Roma, 7 ago. - Disco verde del Senato alla applicazione della legge per la prima costituzione del Senato. Ogni consigliere potra' votare per una sola lista di consiglieri e sindaci e i seggi vengono ripartiti fra liste secondo il metodo proporzionale. All'interno di ciascuna lista sono attribuiti a seconda dell'ordine di presentazione dei candidati. La lista che ha avuto piu' voti puo' optare per l'elezione di un consigliere o di un sindaco. Al fine dell'assegnazione dei seggi a ciascuna lista di candidati si divide il numero dei voti espressi per il numero dei seggi attribuiti e si ottiene il quoziente elettorale, viene stabilito nel testo che vara le norme transitorie. Si divide poi per tale quoziente il numero dei voti espressi in favore di ciascuna lista di candidati. I seggi sono assegnati a ciascuna lista di candidati in numero pari ai quozienti interi ottenuti, secondo l'ordine di presentazione nella lista dei candidati medesimi e i seggi residui sono assegnati alle liste che hanno conseguito i maggiori resti; a parita' di resti, il seggio e' assegnato alla lista che non ha ottenuto seggi o, in mancanza, a quella che ha ottenuto il numero minore di seggi. Per la lista che ha ottenuto il maggior numero di voti, puo' essere esercitata l'opzione per l'elezione del sindaco o, in alternativa, di un consigliere, nell'ambito dei seggi spettanti. In caso di cessazione di un senatore dalla carica di consigliere o di sindaco, e' proclamato eletto rispettivamente il consigliere o sindaco primo tra i non eletti della stessa lista. .
- Roma, 7 ago. - E' giunto il momento di "cedere sovranita' sulle riforme strutturali" all'Europa: questo il monito lanciato dal presidente della Bce Mario Draghi dopo il direttivo della banca centrale. Oggi la Bce ha lasciato, come previsto, invariato il 'refi', il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, al minimo storico dello 0,15%. Fermo anche il tasso sui depositi, per la prima volta portato a giugno in negativo a -0,10%. Invariato il tasso marginale allo 0,40%. Il direttivo odierno dell'Eurotower si e' tenuto a Bruxelles. Nella conferenza stampa successiva, Draghi ha spiegato che l'economia europea procede a un ritmo lento e disomogeneo fra i vari Paesi, sottolineando che "i rischi riguardanti l'economia dell'area euro restano orientati al ribasso". I principali fattori sono "in particolare quelli geopolitici, cosi' come gli sviluppi nelle economie emergenti e sui mercati finanziari potrebbero avere le potenzialita' per inflire negativamente sui mercati, e anche effetti sui prezzi dell'energia e sulla domanda per i prodotti dell'area euro". Inoltre, "qualunque cosa faccia rialzare l'inflazione verso il 2% e' benvenuta, ma non spetta alla Bce determinare i salari dell'area euro, o dei singoli paesi". Fra (Segue) (Riepilogo) Riforme, Draghi "Stati cedano sovranita' alla Ue" (2)= - Roma, 7 ago. - "I dati - ha aggiunto Draghi - mostrano che negli ultimi due o tre mesi c'e' stato un rallentamento della crescita", per cui la ripresa resta "fragile, debole e incerta". Non solo: "E' evidente che, se i rischi geopolitici si materializzano, i prossimi due o tre trimestri mostreranno una crescita piu' bassa". Le parole del presidente dell'Eurotower hanno pesato sui mercati finanziari, con una chiusura in forte ribasso per Piazza Affari nonostante un tentativo di rimbalzo nella prima parte di giornata. L'inversione di tendenza, in linea con le altre borse europee, e' arrivata dopo le sue dichiarazioni sulla ripresa nell'Eurozona. Il bilancio finale ha visto il Ftse Mib perdere l'1,94% a quota 19.130 punti; All Share -1,93%. Sul listino principale fortemente penalizzate le popolari, mentre si e' salvata Fiat dopo il recente filotto di pesanti ribassi. Lo spread tra Btp e Bund e' salito a 180 punti. Il rendimento del decennale e' al 2,86%. Il differenziale tra Bonos e Bund e' a 155 punti con un tasso del 2,61%. .
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