Fisco
Decreto Pa, diritti camerali dimezzati ma solo dal 2017
Una norma del decreto legge sulla Pa provvede al taglio del 35% dei diritti camerali dovuti dalle imprese alle Camere di Commercio. Nel 2017 la riduzione arriverà al 50%. Sullo sfondo l'intenzione di abolire definitivamente il contributo.
Kamsin Alla fine il governo ha dovuto fare dietrofront. Il tanto atteso taglio del 50% dei diritti camerali che le imprese devono pagare alla Camere di Commercio non avverrà dal prossimo anno, come era stato indicato nella prima versione del decreto di Riforma della Pubblica Amministrazione. Ma piu' gradualmente. L'articolo 28 del Dl riduce infatti l’importo del diritto annuale, per l’anno 2015, del 35 per cento, per l’anno 2016, del 40 per cento e, a decorrere dall’anno 2017, del 50 per cento, in una prospettiva di "riordino del sistema delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura" che contemplerà l’eliminazione del diritto annuale.
Verosimilmente la riduzione dei diritti camerali si applicherà sulle somme attualmente dovute dalle imprese, come determinata dal Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze; in altri termini la riduzione dovrebbe scattare sia con riguardo ai diritti dovuti in misura fissa, per i soggetti iscritti al REA e per le imprese individuali iscritte al registro delle imprese, sia quelli commisurati al fatturato dell'esercizio precedente, per gli altri soggetti.
La riduzione, inoltre, dovrebbe essere un primo "assaggio" in vista della definitiva soppressione di tali importi. Il governo infatti, con il ddl 1577 presentato in Senato, ha proposto la riforma dell’organizzazione, delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.
Al suo interno, si prevede - tra l'altro - l'eliminazione del diritto annuale a carico delle imprese, la riduzione dei compiti e delle funzioni, il trasferimento al Ministero dello sviluppo economico delle competenze relative al registro delle imprese, il riordino della disciplina dei compensi dei relativi organi ed una disciplina transitoria che assicuri la sostenibilità finanziaria e il mantenimento dei livelli occupazionali.
Zedde
Riforma Pa, piu' facile la prescrizione dei medicinali ai malati cronici
Agevolate le modalità di prescrizione dei medicinali per il trattamento delle patologie croniche e invalidanti. Possibile la somministrazione sino a 6 confezioni di farmaci per ricetta.
Tra i vari interventi di semplificazione contenuti nel decreto legge sulla riforma della pubblica amministrazione (Dl 90/2014) figura anche una novità importante per quanto riguarda i soggetti con patologie croniche. Kamsin L’articolo 26 del provvedimento infatti modifica la disciplina sulle modalità di prescrizione dei medicinali per il trattamento delle patologie croniche e invalidanti. La novella consente, a condizione che si tratti di farmaci già impiegati dal paziente da almeno sei mesi, la possibilità di somministrare un massimo di sei confezioni di farmaci per ricetta. Il provvedimento estende anche la durata della terapia (inerenti alla singola ricetta) da 60 a 180 giorni. La novità viene attuata "nelle more della messa a regime sull’intero territorio nazionale della ricetta dematerializzata" (la quale potrebbe rendere più veloce per il paziente, sotto il profilo strettamente materiale, il conseguimento della ricetta).
Com'è noto finora, il numero massimo di confezioni per ricetta (a favore degli esenti per malattia) era pari a tre, e comunque la prescrizione non poteva superare i 60 giorni di terapia. La prescrizione fino a sei pezzi per ricetta (pluriprescrizione) era consentita soltanto per i medicinali a base di antibiotici in confezione monodose, i medicinali a base di interferone a favore dei soggetti affetti da epatite cronica e i medicinali somministrati esclusivamente per fleboclisi. Con l'entrata in vigore del nuovo provvedimento pertanto il numero delle confezioni che possono essere prescritte raddoppiano.
Riforma Pensioni, nodi irrisolti dopo lo Sblocca ItaliaZedde
Stabilità, Padoan: nessun aumento di Iva e Imposte successione
"Stiamo seriamente considerando la possibilita' di approfondire il taglio del cuneo fiscale e stiamo pensando di farlo dal lato delle imprese". E' quanto ha indicato il ministro del Lavoro, Pier Carlo Padoan, al Corriere della Sera, da Cairns dove si e' recato per il G20 finanziario. Kamsin Gli alleggerimenti fiscali saranno coperti dalla spending review. "Spazi per risparmiare risorse - spiega il ministro - per esempio nei ministeri sono molti soprattutto "guardando agli sprechi e alle inefficienze". Inoltre Padoan assicura che "non aumenteremo le tasse".
Il ministro smentisce ritocchi sull'Iva o sulla tassa di successione: un'ipotesi "spuntata dal nulla" e di cui "non so nulla". Piuttosto Padoan si sofferma sulla riforma del lavoro che "e' urgente" e "va fatta", perche' in Europa e al G20 e' considerata "in cima alla lista degli interventi strutturali da realizzare". IL Jobs Act per il ministro e' "un bene" perche' punta alla semplificazione dei contratti, cioe' in una direzione in cui punta la riforma targata Renzi. "Dal G20 e' emersa la consapevolezza che l'economia globale rischia di frenare" ma "l'Italia ha identificato con chiarezza una propria strategia, mettendo in cima all'agenda le riforme strutturali indispensabili per migliorare la competitivita', l'attrattivita' e il clima economico: regole piu' semplici sul lavoro, amministrazione pubblica piu' efficace, giustizia civile piu' celere.
Al tempo stesso abbiamo messo in cantiere le riforme istituzionali destinate a migliorare la governance del paese per i prossimi decenni". In particolare il ministro ha attribuito grande rilievo ai progressi compiuti sul fronte dello scambio automatico di informazioni tributarie tra i paesi del G20. "Lo scambio automatico di informazioni e' un esempio di riforma strutturale su scala internazionale: nuove regole che cambiano i comportamenti e producono risultati tangibili".
Zedde
Dichiarazione dei redditi, dal prossimo anno ecco come cambia
Arriva il via libera del Consiglio dei Ministri alla dichiarazione dei redditi precompilata. Dal prossimo anno oltre 30 milioni di contribuenti tra lavoratori dipendenti e pensionati riceveranno il modello precompilato a Casa e dovranno solo confermarlo.
Kamsin Ieri il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha esaminato per la seconda volta il decreto legislativo contenente le disposizioni in materia di semplificazioni fiscali, in attuazione della legge delega del marzo 2014. Il provvedimento, ora torna al vaglio delle commissioni parlamentari competenti che dovranno esprimersi di nuovo entro 10 giorni, sempre con parere non vincolante. Quindi entro metà Ottobre l’ultimo passaggio in consiglio dei Ministri.
La novità principale è l'introduzione della dichiarazione dei redditi precompilata che sarà utilizzabile già dal prossimo anno e interesserà circa 30 milioni di contribuenti: lavoratori dipendenti e pensionati. Per la sua precompilazione l’Agenzia delle Entrate utilizzerà le informazioni disponibili nell’Anagrafe tributaria (ad esempio la dichiarazione dell’anno precedente e i versamenti effettuati), i dati trasmessi da parte di soggetti terzi (come intermediari finanziari, assicurazioni ed enti previdenziali) e i dati contenuti nelle certificazioni rilasciate dai sostituti d’imposta con riferimento ai redditi di lavoro dipendente e assimilati, ai redditi di lavoro autonomo e ai redditi diversi (come i compensi per attività occasionali di lavoro autonomo). Si dovrà invece attendere il 2016 per vedere inseriti nella dichiarazione anche le spese mediche risultanti dalla Tessera Sanitaria potranno che danno diritto a deduzioni dal reddito o detrazioni d’imposta.
Entro il 15 aprile di ciascun anno la dichiarazione precompilata verrà resa disponibile in via telematica al contribuente, che potrà accettarla oppure modificarla, rettificando i dati comunicati dall’Agenzia e inserendo ulteriori informazioni. Il contribuente potrà accettare la dichiarazione precompilata ricevuta dall’Agenzia o eventualmente modificarla, direttamente (anche per il tramite del sostituto d’imposta che presta assistenza fiscale) o attraverso i Caf e i professionisti abilitati. Un’altra novità introdotta a seguito del parere del Parlamento è l’unificazione alla data del 7 luglio dell’anno successivo al periodo d’imposta al quale si riferisce la dichiarazione, del termine per la presentazione del modello 730, sia se ciò avviene direttamente dal contribuente, sia se la trasmissione avviene tramite sostituto d’imposta oppure mediante Caf o professionista (oggi le date sono diverse).
Rimane, comunque, ferma la possibilità per il contribuente di presentare la dichiarazione dei redditi con le modalità ordinarie, cioè compilando il modello 730 o il modello Unico Persone fisiche. Tra le altre novità è previsto che se il contribuente presenta la dichiarazione a un Centro di assistenza fiscale (Caf) o a un professionista abilitato, a questi l’amministrazione fiscale si rivolgerà per i controlli documentali evitando di coinvolgere il contribuente.
Zedde
Tasi, il 16 Ottobre scatta l'acconto. L'aliquota media è del 2,63 per mille
Nei poco più di 600 municipi che non hanno voluto o non sono stati in grado di decidere, la Tasi sulla prima casa si pagherà il 16 dicembre in una sola rata.
Kamsin La grande corsa dei Comuni alla pubblicazione delle delibere delle aliquote della Tasi e' giunta a termine. Sono 7.744 i Comuni che hanno rispettato i termini (25 maggio e 18 settembre), tra cui tutti i capoluoghi di provincia, a eccezione di Crotone e di Enna. Lo riferisce il Servizio Politiche Territoriali della Uil che evidenzia come l'aliquota media sia salita al 2,63 per mille e per una famiglia su due il conto sara' piu' salato dell'Imu del 2012.
Nei poco più di 600 municipi che non hanno voluto o non sono stati in grado di decidere, la Tasi sulla prima casa si pagherà il 16 dicembre in una sola rata, con l’aliquota di base dell’1 per mille (applicata allo stesso imponibile della vecchia Imu: rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per 160).
Negli altri Comuni la tassa sulla casa di abitazione, dovuta in due rate il 16 ottobre e il 16 dicembre, sarà ben più cara. Secondo i calcoli del Caf e della Uil si pagherà l’1,95 per mille, ma è una media di tutti i Comuni, piccoli e grandi: nelle città maggiori il conto sarà di sicuro più salato. Tra i capoluoghi di provincia, vale la pena di sottolineare, la Tasi non si paga solo a Olbia e a Ragusa.
È tuttavia e soprattutto il meccanismo caotico delle detrazioni, più delle aliquote, a generare gli effetti meno gradevoli. Con l’Imu c’era una detrazione fissa di 200 euro, più 50 euro per ogni figlio a carico, mentre stavolta i sindaci sono stati lasciati liberi di scegliere, potendo applicare una maggiorazione dello 0,8 per mille proprio per finanziare le detrazioni. A conti fatti, però, le agevolazioni sono state drasticamente tagliate.
La metà dei Comuni, piuttosto, ha imposto la Tasi anche sulle case affittate, colpendo anche gli inquilini. Pagheranno, in media, poco meno del 20%. Molti, tra l’altro, ne sono ignari. Ed è un’altra complicazione, perchè inquilini e proprietari dovranno provvedere ciascuno per proprio conto ai calcoli e al pagamento della Tasi. Se l’inquilino non paga la sua quota, riceverà prima o poi una cartella esattoriale, ma dopo esser stata esclusa, ora è prevista la responsabilità solidale dei proprietari, che alla fine potranno esser chiamati a pagare.
La media dell'aliquota applicata dai 105 capoluoghi di provincia si consolida al 2,63 per mille (superiore all'aliquota massima "ordinaria"), seppur edulcorata dalle singole detrazioni introdotte dai singoli Comuni (la Uil calcola almeno 100 mila combinazioni diverse), tanto da poter parafrasare il detto "paese che vai detrazioni che trovi". Su un campione di 420 famiglie residenti nei capoluoghi di provincia, per il 54,5% di esse (227 famiglie), il conto della Tasi sara' piu' pesante dell'Imu del 2012, percentuale che sale al 63,3% per le case accatastate in A/3 (133 famiglie su 210); mentre per le case accatastate in A/2 tale percentuale e' al 44,8% (94 famiglie su 210).
Zedde
Marche da bollo elettroniche, le Entrate varano il provvedimento
I contribuenti potranno pagare online le marche da bollo sulle richieste trasmesse in via telematica alla Pubblica Amministrazione e sui relativi atti. Con la pubblicazione del provvedimento del direttore dell'Agenzia delle Entrate di ieri, d'intesa con il capo dipartimento della Funzione Pubblica, prende il via il progetto "@e.bollo" grazie al quale sara' possibile versare l'imposta anche con carte di credito, di debito o prepagate. Kamsin Lo spiega l'Agenzia delle Entrate. In corso la messa a punto - Il servizio sara' operativo nei prossimi mesi, considerati i tempi tecnici necessari allo sviluppo delle procedure, da parte delle Pubbliche Amministrazioni e degli intermediari che offriranno i servizi di pagamento, sulla base delle linee guida e delle specifiche tecniche elaborate dall'Agenzia delle Entrate e dall'Agenzia per l'Italia Digitale.
Il pagamento online della marca da bollo sara' in una prima fase possibile esclusivamente sui siti internet delle Pubbliche Amministrazioni che offriranno servizi interattivi di dialogo con gli utenti per la richiesta e il rilascio dei documenti elettronici. Il progetto prevede, in una seconda fase, anche l'attivazione di procedure di pagamento della marca da bollo digitale per le richieste e per i relativi atti scambiati tra cittadini e Pubbliche Amministrazioni via posta elettronica. A partire dai prossimi mesi l'Agenzia delle Entrate e l'Agenzia per l'Italia Digitale pubblicheranno l'elenco delle Pubbliche Amministrazioni che progressivamente attiveranno i servizi e quello degli intermediari che forniranno il servizio di pagamento e di emissione della "marca da bollo digitale".
Inoltre, sara' a breve disponibile sul sito internet delle Entrate una guida operativa dedicata ai contribuenti. La possibilita' di associare il pagamento dell'imposta di bollo agli atti trasmessi in via telematica tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione rappresenta un nuovo impulso alla digitalizzazione dei procedimenti amministrativi e alla dematerializzazione dei documenti. L'introduzione di "@e.bollo" costituisce inoltre un incentivo allo sviluppo di procedure online per la gestione delle istanze o per il rilascio di atti e documenti, in un quadro di semplificazione degli adempimenti a favore dei contribuenti.
Zedde