Cassa in Deroga, Alle regioni arrivano nuovi fondi per il 2021

Nicola Colapinto Sabato, 07 Agosto 2021
Via libera alla ripartizione di 323 milioni di euro alle regioni che potranno essere parzialmente destinati anche per il finanziamento di ulteriori 12 mesi di cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd) nel 2021.

Ripartiti i fondi non utilizzati dalle regioni per gli interventi di politiche attive del lavoro. Lo stabilisce il decreto direttoriale n. 27/2021, pubblicato ieri sul sito del ministero del lavoro che destina oltre 322 milioni di euro alle regioni frutto dei residui delle risorse stanziate tra il 2014 ed il 2016. I fondi, peraltro, potranno essere utilizzati dalle regioni anche per finanziare nuove prestazioni di cassa integrazione in deroga nel 2021. 

Nuovi fondi

La quantificazione delle nuove risorse è stata accertata sulla base del rilevamento dell'Inps del 2 febbraio, incrociato con gli ultimi dati forniti dallo stesso istituto di previdenza in riscontro ai rilievi delle regioni (7 e 22 luglio). Si tratta delle somme stanziate per azioni di politica attiva del lavoro tra il 2014, 2015 e 2016 (ai sensi dell'articolo 44, co. 6-bis del dlgs n. 148/2015) e non ancora utilizzate dalle regioni. La legge n. 178/2020 (legge di bilancio per il 2021) ne consente l'impiego anche per il finanziamento di nuove prestazioni di CIGD nel 2021 entro un massimo di 12 mesi, anche non continuativi, nel limite massimo di 10 milioni di euro (limite complessivamente inteso per tutte le regioni). 

Il beneficio potrà essere riconosciuto unicamente ai soggetti già fruitori in precedenza dello stesso ammortizzatore sociale (e non anche a chi vi accede per la prima volta) e all'ulteriore condizione che le aziende non abbiano fatto ricorso alla CIGD con causale COVID-19 (in quanto l’ambito di applicazione è circoscritto alle crisi aziendali incardinate presso le unità di crisi del Ministero dello Sviluppo Economico o delle Regioni).

In totale sono 322.901.172,88 euro cosi ripartiti: Toscana: 53.797.136 euro; Lazio: 41.928.913 euro; Puglia: 38.007.227; Abruzzo: 35.156.187 euro; Sicilia 33.300.896 euro; Marche: 26.751.831 euro; Emilia Romagna: 24.563.984 euro; Umbria: 20.133.945; Friuli Venezia Giulia: 16.916.210 euro; Liguria: 15.000.000; Veneto: 9.275.059 euro; Piemonte: 3.741.521 euro; Molise: 3.101.971; Valle d'Aosta: 892.615 euro; Lombardia: 200.890 euro; Campania: 132.788 euro; Sardegna, Basilicata e Calabria: nulla. Gli importi sono da intendersi al netto delle somme: relative ad accantonamenti per contenziosi, in base alle dichiarazioni fornite dalle regioni all'Inps; impegnate per convenzioni già stipulate dalle regioni con l'Inps; impegnate per convenzioni stipulate dalle regioni con l'agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) e/o il ministero del lavoro; somme eventualmente già impegnate per altre prestazioni.

L'utilizzo delle risorse

I nuovi trattamenti di CIGD sono concessi con decreto delle regioni da trasmettere all'Inps in modalità telematica entro 48 ore dall'adozione, la cui efficacia è in ogni caso subordinata alla verifica del rispetto dei limiti di spesa (cioè delle risorse stanziate). L'Inps procede all'erogazione delle relative prestazioni, sempre previa verifica del rispetto, anche in via prospettica, dei limiti di spesa. Il trattamento può essere concesso esclusivamente con la modalità del pagamento diretto della prestazione da parte dell'Inps.

Nell'ambito delle stesse risorse assegnate, inoltre, le regioni sono tenute a individuare e a quantificare le somme da destinare a interventi di politica attiva del lavoro nonché le modalità di utilizzo, con proprio atto da comunicare al ministero del lavoro e all'Inps, prima di sottoscrivere la convenzione per il loro utilizzo, al fine del costante aggiornamento della spesa.

L'Inps provvede al monitoraggio del limite di spesa fornendo i risultati al ministero del lavoro e alle regioni interessate. Qualora dal monitoraggio dovesse emergere che è stato raggiunto, anche in via prospettica il limite di spesa, le regioni non potranno in ogni caso emettere altri provvedimenti concessori.

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