Lavoro, La Confals lancia la Consulta dei Lavori

redazione Mercoledì, 28 Febbraio 2018
L'obiettivo della Consulta è portare avanti un cambio di paradigma nel modo di fare sindacato, che riporti imprese e lavoratori al centro delle politiche per la crescita e lo sviluppo.
Un’alleanza sociale tra sindacato e impresa: una inedita 'lobby' a tutela di tutti i lavori - dipendente, autonomo e imprenditoriale - e a difesa della ricchezza prodotta dal lavoro. Questo l'obiettivo della Consulta nazionale dei lavori, lanciata ieri dal sindacato autonomo Confsal, cui partecipano le confederazioni indipendenti, le associazioni imprenditoriali che abbiano sottoscritto con esse un Ccnl, le istituzioni pubbliche preposte alle questioni economiche e sociali e gli enti privati impegnati nella realizzazione di servizi per i lavoratori e le imprese, quali fondi interprofessionali e enti bilaterali.

La Consulta è stata presentata ieri in occasione del convegno su «Lavoro, sviluppo economico, crescita sociale: idee Confsal» prima tappa di un percorso che nel tempo toccherà temi quali contrattazione, rappresentatività e salario minimo. All'incontro hanno partecipato, tra gli altri, Stefano Patriarca, esperto del nucleo tecnico di coordinamento di politica economica della Presidenza del Consiglio, Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche Itinerari previdenziali e Klaus Heeger, segretario generale del Cesi. L'obiettivo della Consulta è portare aventi un cambio di paradigma nel modo di fare sindacato, che riporti imprese e lavoratori al centro delle politiche per la crescita e lo sviluppo.

«Vogliamo far nascere una lobby del lavoro: un'alleanza sociale tra chi il lavoro lo svolge e chi lo organizza, per il comune interesse alla difesa del lavoro e della ricchezza che si produce. Se insieme difendiamo questa ricchezza, allora potremo avere anche una contrattazione di qualità», ha spiegato il segretario generale della Confsal, Angelo Raffaele Margiotta. Una delle proposte che Margiotta vuole portare avanti è quella dell'introduzione, nell'ordinamento, dello status di impresa solidale, cioè di impresa «partecipata» dallo Stato quando non riesce a pagare tasse e contributi ai propri lavoratori: della parte contributiva se ne farà carico la fiscalità generale ma i posti di lavoro saranno salvi.

«Il vero welfare non va in aiuto alla non-occupazione, ma all'occupazione», ha spiegato il segretario di Confsal. «Insomma, bisogna mettere un freno alla voracità del fisco e alla sottrazione di ricchezza dal sistema economico, chiudendo alla politica delle elargizioni e al ''pellegrinaggio' delle risorse'', che vanno ancorate là dove vengono prodotte e costituiscono volano di ulteriore sviluppo».

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