Pensione di Vecchiaia, Nel 2018 l'età media alla decorrenza supera i 66 anni

redazione Giovedì, 25 Ottobre 2018
Per chi va con l'anzianità l'età media è, invece, di poco inferiore a 61 anni. Lo certifica l'Inps nell'aggiornamento dell'osservatorio di monitoraggio dei flussi trattamenti pensionistici a carico dell'AGO e delle gestioni dei lavoratori autonomi.
Cala il numero di pensioni liquidate nel 2018. La causa è lo scalone della Legge Fornero che dal 1° gennaio 2018 ha equiparato i requisiti per la pensione di vecchiaia per le donne del settore privato agli uomini portandolo dai 65 anni e 7 mesi a 66 anni e 7 mesi. E' quanto emerge dall'osservatorio dei flussi di pensionamento pubblicato oggi dall'Inps relativo ai primi nove mesi del 2018. 

Con riferimento al FPLD e alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (commercianti, artigiani e coltivatori diretti), l'Inps registra un numero complessivo di pensioni di vecchiaia e anzianità/anticipate decorrenti nello stesso periodo di gran lunga inferiore rispetto al corrispondente periodo del 2017. Nel solo Fondo pensioni lavoratori dipendenti il calo nei primi nove mesi mesi dall'anno è di circa il 20% passando da 239.897 a 197.608 prestazioni liquidate. La causa è riconducibile essenzialmente all'aumento del requisito di età richiesto per la liquidazione della pensione di vecchiaia delle donne del settore privato. L'età media alla decorrenza delle pensioni di vecchiaia nel FPDL sale da 65,7 anni dei primi nove mesi del 2017 a 66,3 anni nei primi nove mesi del 2018 mentre scende leggermente l'età della pensione anticipata (che com'è noto è slegata dall'età anagrafica) da 60,8 anni a 60,7 anni per effetto dei nuovi canali di uscita (in particolare quello dei lavoratori precoci) nonchè per via del fatto che i requisiti per la pensione anticipata nel 2018 non sono stati adeguati al rialzo.

Per tale ragione cresce anche l'incidenza delle pensioni anticipate rispetto a quelle di vecchiaia. Nei primi nove mesi del 2018 sono state liquidate ben 66.137 pensioni anticipate rispetto a 28.842 pensioni di vecchiaia (lo scorso anno le anticipate erano state 73.434 mentre quelle di vecchiaia erano 44.813). La fotografia scattata dall'Inps conferma che sia al Nord che al Centro le pensioni anticipate sono superiori per numero rispetto a quelle di vecchiaia, mentre al Sud la situazione è opposta (13.372 pensioni di vecchiaia rispetto a 9.493 pensioni anticipate), un quadro ormai ben assodato.

Sale invece leggermente l'importo medio rispetto ai valori dello scorso anno. L'importo medio alla decorrenza della pensione di vecchiaia per i lavoratori dipendenti (FPLD) nel III trimestre del 2018 sale a 1.136 euro al mese dai 985 euro registrato nel 2017. Valori più elevati naturalmente per le pensioni anticipate ove il peso dei contributi è superiore. Nel III trimestre del 2018 l'importo medio alla decorrenza è pari a 2.215 euro contro 2.170 euro dell'anno precedente. L'effetto è anch'esso dovuto al minor "peso" delle pensioni femminili liquidate nel primo trimestre del 2018 che, come noto, sono generalmente inferiori nell'importo rispetto agli uomini. La tendenza è confermata anche guardando alle gestioni dei lavoratori autonomi (Art-Com-Cd) e parasubordinati con una diminuzione del numero di pensioni di vecchiaia ed un aumento dell'età media alla decorrenza. Incremento che nelle gestioni autonome interessa anche le pensioni anticipate atteso che pochi autonomi hanno potuto concretamente utilizzare lo scivolo per i lavoratori precoci. Il rapporto Inps tuttavia non tiene conto delle pensioni liquidate in regime di totalizzazione e di cumulo dei periodi assicurativi

Crollano gli assegni sociali

Crolla invece il numero degli assegni sociali: dai 57.758 erogati nei primi tre trimestri dell'anno precedente, quest'anno sono stati liquidati appena 13.168 assegni. Anche in questo caso la causa è da ricercarsi nell'aumento di un anno del requisito anagrafico per il conseguimento della prestazione (anch'essa passata da 65 anni e 7 mesi a 66 anni e 7 mesi per via della Legge Fornero del 2011) che, in sostanza, ha bloccato l'erogazione di nuovi assegni.

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Documenti: I dati dell'osservatorio Inps

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