Pensioni 2022: per l'Inps calano del 20% quelle di vecchiaia

Venerdì, 29 Aprile 2022
Dai dati dell'Osservatorio di monitoraggio dell'Inps si evidenzia anche la crescita percentuale dei trattamenti anticipati rispetto a quelli di vecchiaia nei primi tre mesi del '22 rispetto all'anno precedente: +75%. Le donne ricevono pensioni più basse degli uomini di circa il 35%: 991 euro al mese in media contro 1.520.

Pensioni di vecchiaia in calo di circa il 20% nei primi tre mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021, ma percentualmente sono invece in crescita marcata i trattamenti anticipati che arrivano ad essere il 75% in più rispetto a quelle di vecchiaia. Le pensioni erogate alle donne sono di quasi il 35% inferiori a quelle attribuite agli uomini con assegni mensili di 991 euro in media per le prime e di 1.520 euro medi per i secondi.

Questa è in sintesi la situazione che emerge dalla lettura dei dati forniti dall'Osservatorio di monitoraggio dei flussi di pensionamento dell'Inps, riguardanti le pensioni decorrenti nel 2021 e nel primo trimestre 2022.

Si tratta, tuttavia, di dati che potrebbero essere modificati dalla liquidazione dei trattamenti con decorrenza precedente al 31 marzo di quest'anno, ma ancora in fase di giacenza come avverte la stessa Inps.

Calano i trattamenti di vecchiaia

Fatta questa premessa che, tuttavia, rischia di cambiare le carte in tavola, cosa ci dicono i dati dell'Osservatorio di monitoraggio dell'Istituto di previdenza?

Dai numeri pubblicati si evidenzia una diminuzione delle pensioni di vecchiaia di circa il 20% rispetto al primo trimestre del '21. Peraltro, anche il numero complessivo delle pensioni anticipate è in diminuzione, ma evidentemente molto meno che per quelle di vecchiaia tanto che se nel 2021 arrivavano ad essere il 42% in più, ora addirittura giungono al 75% in più. Peraltro c'è da notare che le pensioni anticipate risultano di meno in tutte le gestioni dell'Inps, tranne che in quella più importante, ovvero nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, dove crescono del 10%.

Sono invece in discesa le pensioni d'invalidità che nel primo trimestre del 2021 sono solo il 13% di quelle di vecchiaia, ovvero 10 punti percentuali in meno rispetto al dato del 2021.

A livello di distribuzione territoriale si registra un lieve incremento dei trattamenti decorrenti erogati al nord che passano dal 48% al 50% del totale nel confronto tra il 2022 e il primo trimestre del 2022.

La questione femminile

La questione della disuguaglianza di genere emerge comunque in modo netto dai dati dell'Osservatorio Inps: basti pensare che se le pensioni attribuite con “Opzione Donna” risultano in linea con quelle del 2021 in percentuale e se la percentuale delle pensioni femminili rispetto alle maschili è solo leggermente inferiore nei primi tre mesi del 2022 rispetto al 2021, pure gli assegni erogati alle donne sono più bassi di circa il 35% rispetto a quelli degli uomini: in media 991 euro al mese contro 1.520.

Un dato che è dovuto all'effetto combinato di carriere più discontinue e della maggiore vita media delle donne che fa aumentare tra loro il numero delle pensioni concesse al coniuge superstite, ovviamente più basse.

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