Pensioni Quota 96, ora il Governo dovrà chiarire la posizione ufficiale

Martedì, 28 Ottobre 2014
La Senatrice Laura Puppato (Pd) ha presentato un'interrogazione ufficiale al Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan per comprendere se intende risolvere la vicenda che vede protagonisti circa 4mila tra docenti e personale Ata della Scuola del movimento "Quota 96".

Kamsin E' stata firmata praticamente da componenti di tutte le forze politiche che sostengono il Governo l'interrogazione promossa dalla Senatrice Laura Puppato volta a chiarire il destino dei 4mila docenti e personale Ata della Scuola che si riconoscono nel movimento cd. "Quota 96". L'interrogazione, proposta dal Partito Democratico lo scorso 8 Ottobre a Palazzo Madama (Atto Senato 4-02798), ha visto l'adesione di esponenti del M5S, di Ncd e Italia dei Valori ed ha come destinatario il Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

L'interrogazione vuole fare il punto della situazione, dopo mesi di tira e molla, per i docenti che hanno maturato un diritto a pensione nell'anno scolastico 2011/2012 e che, per via della Riforma Fornero sono rimasti intrappolati sul posto di lavoro.

Il testo dell'interrogazione - "La riforma pensionistica cosiddetta riforma Fornero introdotta con il decreto-legge n. 201 del 2011, "Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici", convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, ha prodotto effetti negativi soprattutto su circa 4.000 lavoratori del comparto scuola tra docenti e personale ATA nati nel 1951 e 1952, detti "quota 96";

a giudizio degli interroganti, la riforma varata dal Governo "tecnico" contiene in particolare un "errore tecnico" ammesso dallo stesso estensore della riforma, che esclude dal diritto maturato di andare in pensione tali lavoratori nonostante nel dicembre 2012 ne avessero i requisiti, obbligandoli in tal modo ad un'ulteriore permanenza in servizio per un periodo che va dai 2 ai 7 anni;

in conseguenza della specificità della scuola che distingue l'anno scolastico da quello solare, per lavoratori appartenenti al comparto scuola è possibile andare in pensione esclusivamente nel giorno del 1° settembre, pur avendo maturato i requisiti in precedenza;

considerato che:

sulla questione hanno assunto più volte posizione sia il Governo che numerosi parlamentari, con l'impegno di addivenire ad un rapida soluzione del problema che a tutt'oggi non è pervenuta;

uno Stato che si dica affidabile e credibile agli occhi dei cittadini non può non provvedere alla correzione di errori che pesano sulla vita delle persone;

l'ammontare delle risorse necessarie per garantire il diritto alla pensione ai lavoratori vittime dell'"errore tecnico" calcolato dalla Ragioneria dello Stato è stato calcolato in 400 milioni di euro, distribuibili su più annualità da spendere in più anni;

considerato inoltre che:

il nuovo sistema di calcolo del PIL, detto Sec2010, realizzato in accordo dai diversi sistemi statistici europei, secondo il quale l'ISTAT sta rivedendo i conti italiani, provocherebbe un miglioramento del rapporto tra deficit e PIL di 0,2 punti percentuali, passando dall'attuale 3 per cento al 2,8 per cento;

ciò libererebbe risorse, comunque da reperire sul mercato, per un minimo di 1,5 miliardi di euro e fino a 3 miliardi, in ogni caso ben superiori alle necessità per risolvere l'errore "quota 96",

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga di dover investire parte delle risorse liberate dal nuovo sistema di conteggio del PIL per correggere l'errore e sancire dunque con forza il principio per cui il diritto acquisito del singolo non è ritrattabile dallo Stato senza il consenso dello stesso".

Zedde

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