Pensioni, Vertice il 21 Settembre su APE e Precoci

redazione Giovedì, 15 Settembre 2016
Nell'incontro di fine mese Governo e sindacati scioglieranno i nodi sulle misure più urgenti da inserire nella Legge di Stabilita'. Confermato l'APE, la flessibilità in uscita per gli ultra 63 enni.
Governo e sindacati cercheranno di chiudere la prossima settimana il delicato capitolo sulle pensioni. Lo faranno il prossimo 21 Settembre all'ennesimo tavolo di confronto in esito al quale si spera sia firmato finalmente un documento di sintesi con i punti cardine delle misure condivise. Un documento programmatico da declinare nelle settimane successive all'interno della legge di stabilita' o in un collegato alla stessa (sino ad oggi non è stato diffuso alcun progetto con il crisma dell'ufficialità). La conferma delle tappe e delle scadenze è arrivata ieri dal Segretario della Uil, Carmelo Barbagallo che ha ribadito la disponibilità a trovare un accordo con il Governo sulla flessibilità in uscita e sull'anticipo pensionistico.

I nodi da sciogliere riguardano soprattutto il riconoscimento del lavoro precoce del quale si è già parlato ieri su pensionioggi.it (si vedano qui ulteriori dettagli), sulle categorie che potranno accedere all'APE Social, cioè all'anticipo pensionistico con costi (quasi) interamente a carico dello Stato grazie alla presenza delle detrazioni fiscali. In sostanza alcuni lavoratori potranno chiedere l'anticipo dai 63 anni ed accedere poi alla pensione di vecchiaia al compimento dell'età anagrafica prevista dalla Legge Fornero (che non sarà modificata, è importante ricordarlo) senza incorrere in riduzioni significative dell'assegno pensionistico. Le categorie che potranno accedere all'APE Social saranno tassativamente individuate: occorrerà una condizione economica, cioè un assegno pensionistico maturando inferiore ad una determinata soglia (il Governo ha indicato 1.200 euro nette al mese, 1.500 euro lordi ma il sindacato preme per innalzare l'asticella a 1.600-1700 euro lordi al mese) e l'appartenenza a categorie meritevoli di tutela, come i disoccupati involontari di lunga durata, i lavoratori con forti carichi familiari, gli invalidi o chi assiste disabili, gli addetti a mansioni particolarmente faticose e pesanti. Proprio sulla delimitazione di queste categorie si giocherà il prossimo vertice politico. L'obiettivo del sindacato è quello di garantire che il valore dell'assegno pensionistico non venga intaccato o comunque che lo sia in misura non significativa.

Per gli altri lavoratori che decideranno di accedere volontariamente all'APE la partita resta difficile in quanto gli sgravi fiscali scompariranno e sarà l'entità e la misura dell'anticipo a fissare la rata di restituzione del prestito. L’ammortamento sarà ventennale e i rischi saranno garantiti da un dispositivo assicurativo che ne assicurerà il rimborso del prestito in caso di premorienza dell'interessato. Senza quindi gravare sugli eredi o con l'attivazione di garanzie reali. L’entità delle rate dipenderà dall’importo del prestito. Il peso sarà comunque significativo a meno che si decida di chiedere solo una parte dell'assegno o si ritardi l'ingresso. 

Mansioni Usuranti e Salvaguardia
Altra questione da chiarire sono i lavori usuranti. Qui, come noto, si punta all'estensione delle categorie di lavoratori che possono accedere alla normativa di favore prevista dal Dlgs 67/2011. Si punta ad includere chi svolge lavori in altezza, gli edili, i macchinisti ferrovieri, le maestre d'infanzia, le OSS e le infermiere (proprio su questo tema ieri si è discussa una risoluzione in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati) ed altri gruppi non ancora identificati. Un altro intervento da sostenere sarebbe quello di eliminare le finestre mobili di accesso che, come noto, sono rimaste in vigore per questi lavoratori (al contrario della normativa Fornero) e l'eliminazione del paletto che chiederà dal prossimo anno la presenza di un'attività lavorativa usurante per almeno la metà della vita lavorativa del soggetto invece che negli ultimi 10 anni (come prevede la normativa attuale). 

Infine c'è da comprendere il parere del Governo sull'ottava salvaguardia. Matura infatti la convinzione politica di un provvedimento definitivo a chiusura del problema sorto nel 2011 con la Legge Fornero per consentire l'andata in pensione delle categorie che sino ad oggi, per vari vincoli, non sono rientrate nel perimetro di tutela delle sette salvaguardie varate in questi anni. In Commissione Lavoro alla Camera giace infatti un disegno di legge per altri 30mila lavoratori le cui risorse sarebbero già state individuate all'interno del Fondo ad hoc per questo scopo dalla legge di stabilita' del 2013. 

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