Riforma Pensioni, Nannicini: Risorse anche per precoci ed usuranti

Paolo Piva Venerdì, 12 Agosto 2016
Il Sottosegretario difende il Progetto sulle pensioni: "Resto fiducioso che gia' da questa legge di Bilancio si possano dare risposte concrete e ispirate a un criterio di equita' sociale".
 Le risorse per le pensioni ci saranno", e "non ci sara' nessun contributo di solidarieta'". Lo afferma, in un'intervista al Corriere della Sera, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini che aggiunge: "la quattordicesima potrebbe essere estesa a chi ha assegni fino a mille euro". Per alzare le pensioni minime, spiega nel dettaglio, "si potrebbe aumentare la quattordicesima per chi la riceve, allargare la platea dei beneficiari fino alle pensioni da mille euro, e anche completare il percorso che equipara la no tax area dei pensionati a quella dei lavoratori dipendenti. Non sono interventi che si escludono a vicenda, e producono tutti effetti benefici sui redditi bassi da pensione. Dipendera' dalle risorse disponibili". 

La spunta verde nella tavola soprastante evidenzia i temi che saranno oggetto di una modifica normativa secondo le dichiarazioni del Governo. Il punto esclamativo individua quelli in "forse" sui quali il confronto è ancora in corso o non è ancora chiaro il Piano dell'esecutivo. Lo sfondo verde evidenzia quelli contenuti quasi certamente nel primo pacchetto di modifica, entro fine anno, più urgenti. Lo sfondo giallo evidenzia invece quelli che slitteranno, probabilmente, al prossimo anno.  

E proprio sulle risorse rispondendo ai sindacati che dicono che la cifra circolata di 1,5 miliardi non basta precisa: "La cifra reale arrivera' a settembre a ridosso della legge di Bilancio. Non capisco questo dibattito estivo su cifre completamente inventate, come quella di 1,5 miliardi di euro. La volonta' del governo la esprime il governo, non fonti anonime. Certo, se non ci fosse stata l'intenzione di investirci risorse, non avremmo avviato un confronto su misure che hanno un costo". "Resto fiducioso - aggiunge - che gia' da questa legge di Bilancio si possano dare risposte concrete e ispirate a un criterio di equita' sociale. Penso ai lavoratori con contribuzioni in gestioni diverse che non dovranno piu' pagare odiosi oneri per ricongiungerle, ai precoci, agli occupati in lavori usuranti o rischiosi, ai pensionati con redditi bassi".

Riguardo invece alle critiche arrivate dalla segretaria generale della Cgil Susanna Camusso sull'anticipo pensionistico, "le polemiche della Camusso mi sembrano indietro di qualche mese. Il che e' gia' un passo avanti visto che a volte la Cgil, discutendo di tutele nel mercato del lavoro, e' apparsa indietro di qualche anno", commenta Nannicini. "A me interessa la sostanza, e la sostanza e' che si comincia a capire che con l'Ape una platea significativa di beneficiari in condizioni di bisogno ricevera' un reddito ponte verso la pensione senza doverlo ripagare, grazie a un bonus fiscale".  

Nannicini rimarca poi i benefici dell'APE rispetto al mutuo, due meccanismi strutturalmente diversi: "Il prestito non comporta alcuna garanzia reale, come avviene ad esempio quando si sottoscrive un mutuo. Se ad esempio il pensionato dovesse mancare durante il periodo di vigenza del prestito, pagherà un'assicurazione. E non gli eredi. Non solo: finito il periodo del prestito, il nostro progetto prevede l'applicazione di una detrazione fiscale che per i redditi più bassi arriverà a coprire un pezzo della penalità, quindi anche del capitale prestato nel periodo di anticipo». Adottando questo schema, ricorda il sottosegretario, sarà possibile ridurre al minimo il costo per le finanze pubbliche e spalmarlo su bilanci più avanti nel tempo.

L'intervento sul sistema pensionistico è necessario - ricorda l'esperto del Governo - in quanto "nonostante i molti interventi siamo ancora dentro ad una transizione. La responsabilità principale è della riforma Dini, la quale ha reso troppo lungo il passaggio al sistema contributivo: basti dire che solo dopo il 2035 il cento per cento di chi uscirà dal lavoro lo farà con una pensione interamente contributiva. La riforma Fornero ha messo in sicurezza il sistema, ma ha introdotto una fortissima rigidità in uscita (per coloro che sono nel sistema misto, ndr). Quella fu l'inevitabile conseguenza dei problemi creati dalla lunga transizione della Dini". 

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