
Pensioni
Riforma Pensioni, Ecco il piano dell'Inps: reddito minimo e flessibilità in uscita
Reddito minimo per i lavoratori in condizioni di povertà tra i 55 e i 65 anni con l'abbinamento di uno strumento di flessibilizzazioni delle uscite in cambio di una penalizzazione sull'assegno.
Kamsin Pensioni in pagamento dal 1° mese per tutti i pensionati, garanzia di un reddito minimo per gli over 55 in condizioni di povertà, maggiore flessibilità di uscita dal lavoro con la reintroduzione delle quote, piu' armonizzazione del sistema previdenziale pubblico per eliminare le attuali distorsioni. Sono questi i punti cardine del programma che Tito Boeri sosterrà da Giugno per riformare la legge Fornero sulle pensioni in un'intervista rilasciata oggi al quotidiano de la Repubblica.
Pensioni in Pagamento dal 1° mese. La prima modifica riguarderà l'unificazione dei pagamenti degli assegni, norma già introdotta con la legge di stabilità 2015 ma rimasta sino ad oggi inattuata per il timore di dilatare i tempi di erogazione degli assegni. "Pagheremo dal prossimo mese di giugno tutte le prestazione dell'Inps, - ricorda Boeri - dalle pensioni alle indennità di accompagnamento, il primo di ogni mese e non più come adesso in date differenti in relazione alla prestazione e al fondo di gestione. Abbiamo chiesto alle banche di condividere la nostra proposta. Le Poste hanno già accettato, entro mercoledì aspettiamo la risposta degli istituti di credito. Deve essere un'operazione a costo zero: lo Stato incasserà meno interessi sui ratei che ora paga il 10 o il 16 del mese, in cambio alle banche, che incasseranno prima, abbiamo chiesto di abbassare i costi dei bonifici".
"Con le regole attuali - continua Boeri - avremmo avuto pensionati poveri, con problemi di liquidità, che avrebbero ricevuto le pensioni dieci giorni più tardi, per effetto di un recente provvedimento normativo. Inoltre, unificando le pensioni si assicura migliore funzionalità del servizio, riduzione dei costi, maggiore trasparenza, liquidità per fronteggiare spese tipicamente concentrate a inizio mese. È il primo passoverso l'unificazione delle pensioni. Perché anomalia italiana molti pensionati ricevono pezzi di pensioni da fonti diverse. Per ogni due pensionati ci sono tre pensioni erogate. Unificando i trattamenti semplificheremo la vita di tutti e avremo dati più trasparenti».
Ammortizzatore sociale per gli over 55. Il presidente dell'Inps conferma che ci sarà una proposta organica per tutelare i lavoratori over 55 senza lavoro ed in condizione di disagio. "Le nostre proposte si muoveranno lungo l'asse assistenza-previdenza. E non a caso ho parlato prima di assistenza. È da qui che partiremo". "Oggi c'è un problema sociale molto serio: quello delle persone nella fascia di età 55-65 anni che una volta perso il lavoro si trovano progressivamente in condizioni di povertà. Si calcola che non più di uno su dieci riesce a trovare una nuova occupazione. Questo ha provocato un aumento della povertà non essendoci alcun sussidio per gli under 65. Per queste persone è ragionevole allora pensare di introdurre un reddito minimo garantito». L'ipotesi allo studio dei tecnici dell'Inps è di garantire un sostegno minimo, legato al reddito Isee del lavoratore e del nucleo famialiare, pari a circa 700 euro al mese per accompagnarlo alla maturazione del diritto a pensione.
Sì alla flessibilità in uscita ma con una penalità. Ci sarà poi anche una proposta per rendere piu' flessibile il pensionamento ed attenuare le rigidità della Legge Fornero. La modifica dovrebbe reintrodurre il pensionamento con le quote con un prelievo, però, sugli assegni: "Per la prima volta si è prodotto un conflitto generazionale che si può attenuare consentendo di lasciare il lavoro prima dell'età della pensione di vecchiaia. Ovviamente con effetti sull'assegno pensionistico: prima esci, meno prendi. Noi avanzeremo la nostra proposta organica. Spetterà al governo decidere e al Parlamento valutare".
Cautela sul ricalcolo delle pensioni erogate con il sistema retributivo. Boeri frena poi sul ricalcolo degli assegni. «Stiamo riflettendo e stiamo elaborando simulazioni. Pensiamo che si debbano evitare il più possibile interventi sulle pensioni in essere. Se dovessero esserci esigenze finanziare, all'interno del sistema previdenziale, potremmo anche prenderla in considerazione ma solo per le pensioni alte, molto alte. Non per fare cassa ma per ragioni di equità». Nessuna indicazione sulla soglia: "Sono temi molto sensibili e c'é già chi gioca ad alimentare il terrore tra i pensionati attribuendomi affermazioni mai fatte come presidente dell'Inps".
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Pensioni marittimi, l'Inps precisa le modalità per fruire dell'uscita anticipata a 57 anni
Un messaggio diffuso dall'Inps indica le modalità di accertamento dei requisiti contributivi ai fini dell'accesso alla pensione di vecchiaia anticipata per i lavoratori marittimi.
Kamsin L'Inps precisa con messaggio 2409/2015 le modalità di accertamento del requisito di almeno 520 settimane di effettiva navigazione al servizio di macchina o di stazione radiotelegrafica di bordo nei casi di marittimi che svolgano periodi di navigazione con doppia qualifica di comandante e di direttore di macchina e chiedano l’accesso alla pensione di vecchiaia anticipata di cui all’art. 31 della legge 26/07/1984 n. 413.
L'agevolazione. Al riguardo l'Inps ricorda che il predetto art. 31, come modificato dal comma 2 dell’art. 5, del Dpr 157/2013 e dalla Circolare Inps 86/2014 prevede il diritto dei marittimi al conseguimento della pensione anticipata di vecchiaia al compimento del 56° anno di età fino al 31 dicembre 2015, del 57° anno di età fino al 31 dicembre 2017 e del 58° anno di età a decorrere dal 1° gennaio 2018 (a questi requisiti vanno comunque aggiunti gli adeguamenti alla speranza di vita), a condizione del possesso di almeno 1040 settimane di contribuzione (con l’esclusione dei periodi assicurativi non corrispondenti ad attività di navigazione), di cui almeno 520 settimane di effettiva navigazione al servizio di macchina o di stazione radiotelegrafica di bordo.
Nei casi di lavoratori marittimi che abbiano ricoperto contemporaneamente diverse qualifiche, il periodo di svolgimento dell’effettiva navigazione al servizio di macchina o di stazione radiotelegrafica deve essere attestata dall’azienda armatoriale con esplicita assunzione di responsabilità su quanto dichiarato, utilizzando il modello allegato. Qualora un lavoratore abbia svolto l’attività di cui sopra presso più Aziende armatoriali, le predette dichiarazioni dovranno essere rese da tutti i datori di lavoro interessati.
Solo in caso di impossibilità accertata dalla sede da parte di una o più Aziende di rendere la predetta dichiarazione, quest’ultima dovrà essere sostituita con una dichiarazione del lavoratore interessato, sulla base del modello allegato.
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Pensioni, depositata interrogazione per conoscere il numero degli esodati non salvaguardati
E' stata depositata la settimana scorsa da Maria Luisa Gnecchi (Pd) in Commissione Lavoro alla Camera un'interrogazione (5-05234) al Ministro del lavoro e delle politiche sociali volta a conoscere quanti siano i lavoratori non ancora salvaguardati, che hanno sottoscritto accordi individuali di esodo ante 31 dicembre 2011 con le aziende Poste, Enel, Eni, Telecom e quale sia la relativa data di accesso alla pensione con previgenti requisiti. Kamsin L'onorevole ricorda, infatti, che nonostante ad oggi si sia pervenuti ad approvare il sesto provvedimento di salvaguardia che prevede per questa tipologia la decorrenza del trattamento pensionistico entro il 6 gennaio 2016, risulta, "dalle segnalazioni che pervengono dai lavoratori interessati, che permangono accordi di esodo individuale, stipulati sempre entro il 31 dicembre 2011, che prevedono l'accesso al pensionamento ben oltre l'anno 2018".
"E' certamento comportamento "discutibile" che un datore di lavoro pubblico sottoponga un accordo di esodo individuale al proprio dipendente nel 2011, per raggiungere il pensionamento, ben oltre 10 anni dalla stipula dell'accordo stesso; e diventa parimenti difficile per il legislatore valutare gli interventi relativi alle salvaguardie quando non si è a conoscenza della portata del fenomeno sopra descritto".
L'obiettivo dell'interrogazione, sostengono i firmatari, è volto a meglio delineare i contorni dei lavoratori rimasti esclusi dalle tutele al fine di predisporre un ulteriore intervento in materia di salvaguardia pensionistica.
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Pensione Anticipata, via le penalizzazioni sino al 2017
Una Circolare dell'Inps conferma però che gli assegni liquidati ante 2015 restano soggetti a vita al meccanismo della riduzione dell'importo perchè la legge non ha effetti retroattivo.
Kamsin Non saranno penalizzati gli assegni dei lavoratori che maturano il requisito contributivo entro il 31 dicembre 2017 anche se la l'accesso alla pensione avverrà da data successiva. E' quanto ha precisato la circolare Inps 74/2015 con cui l'istituto della previdenza pubblica ha diramato le modalità applicative relative alle novità introdotte dalla legge di stabilità 2015 inmateria di trattamenti pensionistici.
In particolare la Circolare conferma che le pensioni anticipate decorrenti dal 1° gennaio 2015 non saranno più soggette ad alcuna penalizzazione anche se l'accesso al trattamento pensionistico avviene con meno di 62 anni di età e, limitatamente ai lavoratori che maturano il requisito contributivo entro il 31 dicembre 2017, anche se l'accesso alla pensione avviene dopo il 2017.
Questo in applicazione del principio della cristallizzazione del diritto a pensione, volto a tutelare il
legittimo affidamento e la certezza del diritto, ai lavoratori che perfezionano il diritto alla pensione anticipata entro il 31 dicembre 2017, ancorché abbiano alla stessa data meno di 62 ami di età, non si applicano le penalizzazioni previste dalla legge 214/2011, anche se la decorrenza della pensione avviene successivamente al 31 dicembre 2017 e l'interesato abbia meno di 62 anni.
Si ricorda che i requisiti per la pensione anticipata sono pari a 41 anni e 6 mesi di contributi (42 anni e 6 mesi per gli uomini) sino al 31.12.2015; per il triennio 2016-2018, in conseguenza della speranza di vita, saliranno di ulteriori 4 mesi.
Le penalizzazioni, senza alcuna eccezione, saranno nuovamente applicate, salvo nuovi interventi (probabili), dal 2018, nei confronti dicoloro che matureranno i requisiti della pensione anticipata da tale data e andranno in pensione con meno di 62 anni di età. Non saranno invece modificati gli assegni già liquidati e quelli futuri di chi è andato in pensione con la penalizzazione nel periodo 2012-2014 perché la legge di stabilità non interviene sul pregresso. Sul punto il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha indicato la settimana scorsa che qualora si vogliano eliminare le penalizzazioni sugli assegni liquidati prima del 1° gennaio 2015 il Parlamento dovrà individuare ulteriori risorse finanziarie.
Poletti ricorda che ragioni di compatibilità finanziaria "hanno circoscritto gli effetti del predetto intervento normativo ai soli trattamenti pensionistici decorrenti dal 1o gennaio 2015; qualora, infatti, tale intervento avesse avuto effetti retroattivi, gli oneri finanziari sarebbero stati notevolmente più elevati. Pertanto, laddove si decidesse di effettuare un intervento normativo volto a estendere retroattivamente l'efficacia della norma in esame, o anche solo a sospendere le penalizzazioni per il triennio 2015-2017 nei riguardi di coloro che hanno avuto accesso al pensionamento anticipato entro il 31 dicembre 2014, ne conseguirebbero maggiori oneri per la finanza pubblica in relazione ai quali dovrebbe essere reperita la necessaria copertura finanziaria".
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Riforma Pensioni, Damiano: la Quota 100 è una proposta solida e strutturale
Questa settimana riprendera’ il confronto in Commissione lavoro sul tema delle pensioni con l’ulteriore abbinamento dei nuovi disegni di legge presentati da vari partiti. Tra le proposte del Pd, c’e’ anche quella che consente di andare in pensione a uomini e donne con 41 anni di contributi indipendentemente dall’eta’ anagrafica e senza penalizzazioni. Kamsin Si tratta di una soluzione che va soprattutto incontro ai cosiddetti lavoratori ‘precoci’”. Lo dichiara Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera. “Parliamo di persone – spiega Damiano – che hanno cominciato a lavorare a partire dai 15 anni e hanno passato tutta la loro vita in attivita’ prevalentemente manuali e usuranti”.
“Il fulcro delle proposte di legge che verranno discusse e’ rappresentato però dalla richiesta di introdurre un criterio di flessibilita’ nel sistema previdenziale che consenta, a chi ha 62 anni di eta’ e 35 di contributi, di poter andare in pensione con una penalità massima dell’8% oppure, con la quota 100, a partire da 62 anni e 38 anni di contributi. Si tratta di due soluzioni solide e strutturali sulle quali potrebbero convergere anche i sindacati e sulle quali attendiamo un rapido confronto con il Governo. Abbiamo diversi disegni di legge in materia su cui cercheremo una posizione comune in Commissione”, conclude Damiano.
“E’ positivo comunque il fatto che il ministro Poletti abbia confermato che nella legge di Stabilita’ si mettera’ mano alla riforma Fornero”. “A noi – continua Damiano – interessa rendere piu’ umano e sociale il sistema previdenziale introducendo un criterio di flessibilita’. Il ministro conosce le nostre proposte e siamo pronti al confronto”, conclude Cesare Damiano.
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Pensioni, Salvini: destinare i risparmi del Def agli esodati
"Siamo disposti ad andare a prendere Renzi a Palazzo Chigi se per caso non dovesse usare i soldi che ha trovato sotto il materasso per aiutare le vittime della legge Fornero". Lo dice Salvini commentando la notizia del tesoretto di 1,5 mld in più di risorse sul Def. Kamsin "Se veramente ci sono soldi in più siano destinati a esodati e disoccupati". Il tesoretto da 1,6 miliardi emerso nel corso della presentazione del Def dovrebbe andare "agli investimenti all'occupazione". Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando a margine della manifestazione nazionale dei lavoratori delle Province. A chi gli chiedeva di commentare il fatto che non ci saranno né tagli né tasse, Camusso ha risposto: "In questi casi sarei come San Tommaso, aspetterei la legge di stabilità per vedere se davvero ci sono le risorse".
Proprio sul tema questa settimana si è tenuto un incontro tra alcuni rappresentanti della Rete dei Comitati degli Esodati ed il Capo gabinetto del Ministero del Lavoro, il Dott. Caso. Il rappresentante del Governo ha assicurato che l'esecutivo intende rispettare gli impegni assunti in precedenza con coloro che hanno perso il lavoro prima dell'entrata in vigore della Riforma Fornero. Entro fine anno il Governo, quindi, sosterrà una proposta per tutelare i lavoratori rimasti esclusi dai precedenti sei provvedimenti di tutela partendo dall'utilizzo dei residui del Fondo Esodati. Questi fondi, rassicurano dall'esecutivo, non possono essere infatti distratti per altri fini in quanto devono essere destinati per legge alla tutela di questi lavoratori. L'esecutivo conferma, inoltre, che nella prossima legge di stabilità saranno apportate adeguate modifiche alla Legge Fornero.
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