
Pensioni
Sesta Salvaguardia, termine ampio nella mobilita'
"Nonostante alcuni tentennamenti nel riconoscimento del beneficio da parte delle sedi territoriali Inps la disposizione di cui all'articolo 2, comma 1 lettera a) della legge 147/2014 deve essere interpretata nel senso di ammettere alla salvaguardia anche coloro che maturano un diritto a pensione entro i 12 mesi dalla cessazione dell'indennità di mobilità". Lo ricorda l'ufficio studi dell'Inca Cgil in una nota informativa alle sedi. Kamsin Si tratta, com'è noto, del passaggio normativo che ammette ai benefici della sesta salvaguardia i lavoratori "collocati in mobilità ordinaria a seguito di accordi governativi o non governativi, stipulati entro il 31 dicembre 2011, cessati dal rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012 e che perfezionano, entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità, ovvero, anche mediante il versamento di contributi volontari, entro dodici mesi dalla fine dello stesso periodo, i requisiti previdenziali vigenti al 31.12.2011".
Sulla vicenda il dubbio è relativo alla possibilità o meno di ammettere alla tutela, tra gli altri, anche quei lavoratori che avessero maturato i requisiti anagrafici utili a conseguire il diritto a pensione con le vecchie regole pensionistiche entro i 12 mesi dal termine dell'indennità di mobilità (ordinaria). La norma di legge, infatti, si appresta ad una interpretazione diversa nel senso di ammettere al bonus dei 12 mesi solo coloro che, attraverso la prosecuzione volontaria della contribuzione, maturassero il requisito contributivo mancante al termine dell'indennità di mobilità. La Cgil ricorda, invece, che possono fruire della salvaguardia tutti i lavoratori che maturano i requisiti anagrafici e contributivi utili a conseguire la pensione di anzianità (o di vecchiaia) entro i 12 mesi dalla scadenza dell'indennità stessa".
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Riforma Pensioni, Poletti: pronti a maggiore flessibilità entro fine anno
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Gli interventi sulla riforma delle pensioni e' un tema "all'ordine del giorno e il punto di riflessione e decisione coincidera' con la prossima Legge di Stabilita'". Lo ha confermato oggi il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, spiegando che il Ministero ha avviato "un lavoro preliminare di studio, che si concluderà a Giugno con l'obiettivo di presentare al Parlamento una proposta chiara in un quadro di tenuta dei conti pubblici". Una maggiore flessibilita' in uscita e' una delle opzioni in campo in "un panorama molto diversificato. Kamsin Dobbiamo partire - ha detto - dalle situazioni piu' difficili e socialmente piu' delicate come quelle dei lavoratori ultra 55 anni che hanno perso il posto di lavoro".
Le dichiarazioni del ministro arrivano in risposta al neo presidente dell'Inps, Tito Boeri, che in un'intervista ha rilanciato la proposta di "eta' flessibile per le pensioni, nel senso di consentire l'uscita anticipata dal lavoro percependo un assegno piu' leggero e di inserire un ammortizzatore speciale per i lavoratori tra i 55 e il 65 anni".
Poletti tuttavia smentisce l'ipotesi di un intervento sugli assegni già in essere come è stato riportato dalla stampa nazionale: "gli assegni oltre un determinato importo già subiscono un contributo di solidarieta'", inoltre, secondo il Ministro, "l'operazione sarebbe tecnicamente molto complessa". "Queste affermazioni - ha proseguito il ministro - rischiano di confondere i cittadini e di suscitare preoccupazioni infondate".
Aprire al piu' presto un tavolo per cambiare radicalmente la legge Fornero" scrive in una nota Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, aggiungendo che "e' necessario intervenire introducendo meccanismi di flessibilita', ma senza prevedere nuovi tagli agli assegni previdenziali". Anche Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, "auspica una convocazione in tempi brevi.
Per quanto riguarda la flessibilita' per l'accesso al pensionamento - prosegue Barbagallo -, per la Uil la via maestra e' quella di prevedere un range tra 62 e 70 anni entro il quale le persone possono scegliere, oppure attraverso la possibilita' di combinare eta' e contributi senza ulteriori penalizzazioni che sono gia' insite nel sistema contributivo". Poletti si e' detto disponibile a un incontro con i sindacati che "hanno delle proposte da avanzare", ma "ancora non c'e' una data" prima - ha spiegato il ministro - "dobbiamo fare un minimo di verifica e avere un po' di tempo per una visione condivisa" anche con il neo presidente dell'Inps, Tito Boeri.
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Pensioni, Damiano: stiamo lavorando per correggere la Legge Fornero
Il segretario Fiom Landini ha concluso a Roma la manifestazione: "Pronti a lavorare con la Cgil al nuovo Statuto dei lavoratori. Subito la riforma delle pensioni. Il problema di oggi è unire il mondo del lavoro".
Kamsin il governo Renzi «sta proseguendo come i governi precedenti Monti e Letta e anche con un peggioramento rispetto al governo Berlusconi». Il sindacato dei metalmeccanici è sceso in piazza ieri con lo slogan 'Unions' e l’obiettivo di «mettere insieme i lavoratori e unire tutto quello che il governo sta dividendo». Senza dimenticare l’iniziativa della “Coalizione sociale” allargata al mondo dell’associazionismo lanciata nei giorni scorsi dal leader della Fiom.
Alla manifestazione della Fiom ha partecipato anche la leader della Cgil, Susanna Camusso che tuttavia è rimasta defilata : "Non siamo in piazza per difendere cose che non ci sono più, anche perché ci hanno tolto tutto. E Renzi stia tranquillo, non siamo qui contro di lui, ma abbiamo l'ambizione di proporre idee per il futuro dell'Italia".
“Il 12 dicembre, in occasione dello sciopero generale, abbiamo promesso che non ci saremo fermati ed è per questo che oggi siamo qui”, ha detto Landini. E subito un attacco al governo Renzi che sta riducendo i diritti dei lavoratori come i governi precedenti. La linea è sempre la stessa, anche quella praticata dal governo Berlusconi. "Ci siamo stancati di spot elettorali, di slide e balle, perché bisogna avere il coraggio di dire la verità e di cambiare veramente il Paese”.
Renzi: l'economia sta migliorando. La Ricetta del Governo funziona. Dura la reazione del Premier Matteo Renzi che ricorda come la Fiom sia "l’unico sindacato al mondo che protesta quando l’occupazione migliora, sono ossessionati dal consenso, noi invece abbiamo una sola ossessione, far ripartire l’economia e i contratti di lavoro, cosa che sta avvenendo, solo loro non se ne accorgono". Renzi sottolinea invece la sua soddisfazione per alcuni segnali dell’economia, tutti "positivi per le famiglie italiane.
Ad aprile scende ancora il conto della bolletta per l’energia elettrica (-1,1%) e per il gas (-4%). Significa un risparmio medio di 75 euro l’anno in più nelle tasche degli italiani dopo anni di crescita continua dei conti delle bollette: sono stime dell’Autorità competente. Due giorni fa la Coldiretti ha parlato di storica inversione di tendenza nel commercio al dettaglio dei prodotti alimentari, con un aumento delle vendite del 2,9% a gennaio 2015. Mentre Fincantieri firmava un contratto storico con la Carnival per 5 navi da crociera. Come i 79 mila contratti a tempo indeterminato in più grazie agli incentivi. Sono tutti segnali ad accelerare sulle riforme".
Damiano: stiamo lavorando per correggere il sistema pensionistico . Il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, non ha partecipato alla manifestazione: "Come ho gia’ avuto modo di chiarire nei giorni scorsi, pur non avendo alcun pregiudizio, non condivido i contenuti della manifestazione di Roma e questo mi impedisce qualsiasi forma di adesione” ha detto Damiano. “Inoltre credo da sempre che non sia di alcuna utilita’ assemblare forze che non abbiano obiettivi comuni perche’ si correrebbe il rischio di rifluire in una logica di pura protesta e di sterile contrapposizione alle politiche del Governo. Le nostre critiche all’Esecutivo si sono sempre mosse partendo dai contenuti, con proposte alternative e con l’obiettivo di arrivare ad una sintesi condivisa: lo abbiamo fatto con il Jobs Act e siamo oggi impegnati sul fronte della correzione al sistema pensionistico”, ha concluse Damiano.
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Spending Review, dalle Pensioni alla Sanità. Ecco il Piano di Gutgeld
Il Premier Matteo Renzi ha nominato ieri Yoram Gutgeld Commissario straordinario alla revisione della spesa pubblica. Prende il posto di Carlo Cottarelli.
Kamsin "Il governo non ha mai accantonato la spending review. Carlo Cottarelli, che è occupato di spending review prima di me, si è dimesso in autunno e poi abbiamo avuto l'elezione del capo dello Stato e le riforme istituzionali. Ora si riparte. Così il deputato del Pd e consigliere economico del premier Yoram Gutgeld, nominato ieri nuovo commissario alla revisione della spesa dal premier Matteo Renzi in un'intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica.
Il neocommissario snocciola i punti caldi anche se non dà nessuna indicazione su quanto intende recuperare dalla revisione della spesa pubblica: "questo dovremo vederlo anche in base al Documento di economia e finanza, che stiamo preparando. L'ottica degli interventi sulla spesa sarà almeno biennale. Sul 2015 abbiamo ridotto la spesa corrente ( al netto delle pensioni) in termini nominali, cioè in quantità di euro di uscite dello Stato. Non lo ha fatto. nessun Paese in area euro salvo quelli sottoposti ai programmi di salvataggio. Non lo ha fatto neanche la Germania dieci anni fa" sostiene Gutgeld.
I punti del Piano di revisione della Spesa Pubblica del Neo-Commissario
Iva. Tra le priorità "assolute" - ricorda Gutgeld - c'è l'eliminazione delle clausole di salvaguardia dell'Iva per il 2016 e 2017, in modo da mantenere la riduzione delle tasse e, se possibile, aumentarla.
Pensioni. Per quanto riguarda le pensioni, abbiamo valutato la questione e la decisione politica è stata di non riaprirla. Ciò non significa che non ci siano aree alle quale può essere utile guardare: per esempio ci sono differenze enormi fra regioni nel numero di pensioni d'invalidità. Poi c'è un tema strutturale: oggi l'assistenza sociale è frammentata fra Istituto nazionale di previdenza, Comuni, Aziende sanitarie locali. È tutto scoordinato. Finisce che alcuni godono di tre prestazioni, altri di nessuna. È un modello che svantaggia i poveri a favore di chi sa muoversi meglio nel sistema».
Amministrazioni Statali. Il piano, secondo Gutgled, riguarderà soprattutto le amministrazioni centrali dato che a quelle territoriali "abbiamo già chiesto molto. Ora dobbiamo dare più attenzione allo Stato centrale, rivedere la spesa dei ministeri e tutto il settore trasporti e infrastrutture, dove spendiamo con un'efficienza certo non ai massimi". Bisognerebbe razionalizzare la presenza territoriale dello Stato centrale fra questure, prefetture, provveditorati agli studi, corpi di polizia.. Poi ci sono gli incentivi alle imprese. Tutte aree in cui c'è del lavoro da fare».
Sotto la lente c'è poi il comparto della forze polizia. "In Italia abbiamo cinque corpi di polizia; è qualcosa che merita un progetto più strutturato. In prospettiva sul 2016, arrivare 310 miliardi sarebbe già molto importante. La spesa corrente, sempre al netto delle pensioni, è di 350 miliardi circa. Sono fiducioso che i margini si troveranno, ripartendo con una collaborazione più stretta con enti e ministeri e avendo il disegno di legge sulla pubblica amministrazione che ora consente di fare interventi strutturali».
Contratti Pubblici. «Non c'è un impegno, ma spero che i contratti si possano sbloccare. Non dimentichiamo che con la nuova legge ci sono due elementi nuovi. Prima chi aveva bisogno di personale poteva solo assumere, ma ora possiamo spostare il personale da altri uffici e lo stiamo già facendo dalle province ai tribunali. L'altra novità è l'uso delle tecnologie: oggi nelle strutture periferiche, le questure, le prefetture, i provveditorati, tutto è impostato sul modello napoleonico. Tutto è duplicato in ogni provincia, senza economie di scala».
Le amministrazioni - continua Gutgeld - dovranno presentare entro giugno un piano di riduzione degli spazi e l'Agenzia del demanio avrà il compito di intervenire se questi piani non sono sufficienti. Sto lavorando sulla base del concetto statunitense di Federal Building, il palazzo con un front office dove il cittadino trova tutti gli uffici dello Stato. Ci vorrà qualche anno, ma con le tecnologie digitali oggi è possibile.
Trasporto Pubblico e municipalizzate. «Abbiamo un trasporto pubblico locale con molte sovrapposizioni, un utilizzo inefficiente dei mezzi e molti più sussidi che per esempio in Germania. Quanto a Fs, abbiamo una rete ad alta velocità costata molto di più che in altri Paesi. È dovuto alla geografia, ma anche alla scelta fatta di creare anche una capacità di trasporto merci ad alta velocità che non dà vantaggi, perché poi non viene usata.. «Abbiamo chiesto agli enti locali azionisti di presentare in aprile piani di razionalizzazione per le municipalizzate. Il metodo è quello dei costi e fabbisogni standard,e della trasparenza in rete. Per esempio nella raccolta rifiuti negli ultimi due anni c'è stato un enorme aumento dei costi, che sono tasse occulte per i cittadini
Sanità. "Stessa cosa sulla sanità d'accordo con il ministro Beatrice Lorenzin, useremo costi e fabbisogni standard. Non diciamo agli enti locali di spegnere la luce alle 10 di sera, ma ciascuno deve funzionare al pari dei migliori. In concreto, puntiamo a ragionare non solo a livello aggregato delle varie regioni ma, lavorando con esse, su costi e fabbisogni standard della singola azienda ospedaliera".
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Riforma Pensioni, Lamonica (Cgil): Poletti ancora non ci ha convocato
Per il segretario confederale Vera Lamonica occorre introdurre meccanismi di flessibilità in un sistema rigido e iniquo in cui l'innalzamento dell'età pensionabile, destinato a crescere progressivamente, ha raggiunto soglie insostenibili
Kamsin "Nonostante i reiterati annunci, non ci è ancora arrivata la convocazione del ministro Poletti per discutere di previdenza. Ribadiamo la necessità di aprire il prima possibile un tavolo per cambiare in modo radicale la legge Fornero". Con queste parole la segretaria confederale della Cgil Vera Lamonica, intervenendo all'iniziativa dello Spi Cgil 'Pensieri e Pensioni', è tornata a chiedere un incontro al governo, come fatto più volte nelle ultime settimane, anche con Cisl e Uil.
"Non si può più aspettare, occorre introdurre meccanismi di flessibilità in un sistema rigido e iniquo – continua Lamonica – in cui l'innalzamento dell'età pensionabile, destinato a crescere progressivamente con l'aumento delle aspettative di vita, ha portato al raggiungimento di soglie insostenibili. Soglie che vanno abbassate modificando i requisiti di accesso alla pensione".
La dirigente sindacale precisa che "la flessibilità non può però essere barattata con ulteriori penalizzazioni: il sistema contributivo comporta già una riduzione dell'assegno in caso di pensionamento anticipato, e ulteriori tagli non sarebbero ammissibili". "Un intervento è doveroso anche in nome della giustizia sociale", sostiene Lamonica, che spiega come l'innalzamento dell'età pensionabile si abbatta "su tutti i lavoratori e su tutte lavoratrici, indipendentemente dagli impieghi svolti". "È inaccettabile: i lavori non sono tutti uguali e non si può chiedere a chi ha un'occupazione usurante o comunque gravosa, di lavorare fino a 67 anni.Così come non è possibile non tener conto dei lavoratori precoci".
Infine, per la segretaria confederale della Cgil "mettere mano alla legge Fornero è necessario anche per il futuro dei giovani". Infatti "ad essere maggiormente penalizzati dalle norme introdotte dal governo Monti, oltre alle donne, sono coloro che a causa della dilagante precarietà hanno carriere e storie contributive discontinue". "Se oggi vivono una condizione occupazionale di incertezza e di bassi salari - sottolinea - rischiano domani di diventare pensionati poveri, un danno enorme per il futuro del Paese".
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Pensione anticipata, Poletti: la penalizzazione resta per gli assegni già liquidati
Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti conferma che gli assegni liquidati ante 2015 restano soggetti a vita al meccanismo della riduzione in assenza di ulteriori coperture.
Kamsin Qualora si vogliano eliminare le penalizzazioni sugli assegni anticipati liquidati prima del 1° gennaio 2015 il Parlamento dovrà individuare ulteriori risorse finanziarie. E' quanto ha indicato il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ieri in Commissione Lavoro alla Camera dei deputati in risposta ad un'interrogazione sollevata dai deputati Fedriga e Prataviera (Ln). Niente da fare dunque per i 25mila pensionati che sono usciti tra il maggio 2013 ed il dicembre 2014 con la massima anzianità contributiva: la loro vicenda si potrà risolvere solo con un ulteriore intervento normativo che recuperi nuove risorse
La Vicenda. Com'è noto la Riforma Fornero, nell'ottica di un contenimento della spesa previdenziale, ha introdotto una penalizzazione per quei soggetti che accedono alla pensione anticipata ad un'età inferiore a 62 anni. Tale penalizzazione, in particolare, si sostanzia in una riduzione del trattamento pensionistico percepito, da applicarsi sulla quota relativa all'anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 2011.
Successivamente, l'articolo 6, comma 2-quater, del decreto-legge n. 216 del 2011 ha stabilito che la predetta penalizzazione non trova applicazione nei confronti di quei soggetti che maturano il previsto requisito contributivo per il diritto alla pensione anticipata entro il 31 dicembre 2017, qualora l'anzianità contributiva ivi prevista derivi esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro (piu' alcuni limitati e tassativi periodi di contribuzione figurativa). Da ultimo, l'articolo 1, comma 113, della legge n. 190 del 2014 ha stabilito che – sui trattamenti pensionistici decorrenti dal 1° gennaio 2015 – le penalizzazioni anzidette non trovano applicazione per quei soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017.
Poletti ricorda che ragioni di compatibilità finanziaria "hanno circoscritto gli effetti del predetto intervento normativo ai soli trattamenti pensionistici decorrenti dal 1o gennaio 2015; qualora, infatti, tale intervento avesse avuto effetti retroattivi, gli oneri finanziari sarebbero stati notevolmente più elevati. Pertanto, laddove si decidesse di effettuare un intervento normativo volto a estendere retroattivamente l'efficacia della norma in esame, o anche solo a sospendere le penalizzazioni per il triennio 2015-2017 nei riguardi di coloro che hanno avuto accesso al pensionamento anticipato entro il 31 dicembre 2014, ne conseguirebbero maggiori oneri per la finanza pubblica in relazione ai quali dovrebbe essere reperita la necessaria copertura finanziaria".
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