Redazione

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- Roma, 10 giu. - Paolo Virzi' contro Beppe Grillo. Il regista livornese al Quirinale, dove e' stato ricevuto dal presidente della Repubblica con gli altri candidati ai David di Donatello, torna sulla clamorosa sconfitta del Partito Democratico a Livorno, roccaforte rossa per 60 anni. "Mi dicono che il neosindaco grillino Filippo Nogherin non e' un fanatico, ma il problema in quel movimento - aggiunge - e' Beppe Grillo. Mi fa una rabbia enorme, perche' e' una persona che non ha confidenza con la democrazia. Il suo e' un nazismo light". Il regista, da sempre impegnato politicamente a sinistra, confessa poi di non essere affatto sorpreso dalla sconfitta del Pd nell'elezioni comunali di due giorni fa. "Molti miei amici , che non sono grillini, hanno votato il candidato del M5S - spiega all'AGI Virzi' al temine del cerimonia di presentazione dei candidati ai David di Donatello 2014 al Quirinale - hanno fatto questa scelta perche' non erano soddisfatti della politica di Livorno. Chi ha governato la citta' negli ultimi anni, infatti, pensava di vivere di rendita. In questo momento Livorno e' morta, io non ho speranze. In 70 anni a Livorno la sinistra ha avuto dei rappresentanti eccezionali, che hanno creato una situazione virtuosa: una citta' operaia, inclusiva, tollerante. Ma ora le cose sono cambiate e loro sono rimasti indietro". .
- Milano, 10 giu. - Il governo deve assegnare maggiori poteri a Raffaele Cantone entro la prossima settimana, altrimenti le opere non verranno completate in tempo per Expo. A lanciare l'allarme e' il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, parlando del decreto che il governo deve approvare per dare maggiori poteri al presidente dell'Autorita' nazionale anticorruzione. "Mi hanno detto che venerdi' ci sara' un Consiglio dei ministri con un decreto che attendiamo fiduciosi, ma ribadisco che ogni giorno che passa e' un giorno perso e andando avanti cosi', se passano questa settimana e la prossima, rischiamo di andare oltre il 30 di aprile" 2015 "senza avere completato le opere", ha sostenuto il governatore lombardo, a margine dei lavori del Consiglio. "Lo dico non avendo responsabilita' diretta su questo, perche' la responsabilita' e' del commissario di governo, ma lo dico con preoccupazione perche' ho le informazioni e i tempi sono questi. Invito il governo a darsi una mossa, perche' altrimenti qui siamo bloccati. Expo, il commissario e i lavori sono bloccati e francamente non trovo un motivo", ha concluso. .
- Roma, 10 giu. - "Riforme in molti campi, anche istituzionali". Mentre il dibattito politico si concentra sui risultati, in qualche caso sorprendenti, dei ballottaggi per il rinnovo dei consigli comunali, Giorgio Napolitano sembra voler richiamare tutti all'obiettivo primario che e' quello "di rinnovare il Paese, liberandolo dagli schemi del passato". Il Presidente della Repubblica ne parla nel corso della presentazione dei David di Donatello invocando "visioni piu' aperte, che veramente sprigionino energie positive e di crescita". Parole che seguono a due incontri con esponenti di governo fortemente impegnati nel lavoro per la riforma delle istituzioni e del mercato del lavoro: nella serata di ieri, infatti, il Capo dello Stato ha incontrato la titolare delle riforme, Maria Elena Boschi. Oggi e' toccato, invece, al ministro del Lavoro, Marianna Madia. Lavoro e riforme, allora, come i due temi 'caldi' del confronto fra le forze politiche, su cui il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha assicurato di non voler retrocedere e, anzi, di voler accelerare in vista del semestre di presidenza italiana in Europa. In commissione Affari costituzionali al Senato e' la giornata degli emendamenti, con l'illustrazione da parte dei commissari. E se nei giorni scorsi c'era stata tensione per la scelta di Mario Mauro di votare in dissenso dal proprio gruppo, i Popolari sembrano voler assicurare un cammino piu' spedito e sicuro alla riforma: lo stesso ex ministro, infatti, non sara' piu' componente della commissione, poiche' i Popolari per l'Italia a Palazzo Madama ne hanno disposto la sostituzione con il collega Lucio Romano. Il Pd, nel frattempo, si lecca ancora la ferita Livorno, citta' culla della storia della sinistra in Italia e da 70 anni amministrata da giunte di sinistra, ora passata ai grillini. All'interno del Pd, che pure e' reduce dal 40% ottenuto alle europee e dalla vittoria in altri 20 comuni capoluoghi di provincia, si cercano i responsabili della debacle: la maggioranza renziana sembra individuarli nella vecchia guardia del partito che era largamente rappresentata nel comune di Livorno. La minoranza, al contrario, invita a ragionare in maniera diversa: la mobilitazione per le elezioni e' stata totale e la vittoria e' stata di tutti, ha rimarcato Gianni Cuperlo. In altre parole, "si vince e si perde insieme", inutile cercare capri espiatori. Non va meglio in FI dove il muro contro muro tra Raffaele Fitto e lo stato maggiore del partito va avanti. Proprio per evitare che il clima si surriscaldi, Silvio Berlusconi ha deciso di non partecipare al Comitato di presidenza fissato per oggi, formalmente per l'approvazione del bilancio 2013. .
- Roma, 10 giu. - "L'interesse generale del Paese suggerisce cambiamenti e riforme in molti campi, anche istituzionali". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla cerimonia dei David di Donatello al Quirinale. Napolitano ha aggiunto che serve "uno sforzo senza precedenti anche nel campo della cultura". Il Capo dello Stato ha poi fatto un accenno al suo secondo mandato sul colle piu' alto di Roma: "Non potevo mancare visto il temporaneo prolungamento del mio mandato che cerco di esercitare nei limiti del possibile fermamente e rigorosamente ma soltanto tenendo conto dell'interesse generale del Paese". .
- Roma, 10 giu. - "Ci vuole proprio molta fantasia per trasformare un normale e doveroso 'contatto istituzionale' in una richiesta o, peggio, in un versamento, e inventare cosi' una 'favola' come quella attribuita alla Signora Minutillo. E non basta che lo stesso Baita in qualche modo precisi o smentisca, sia pure con fatica: meglio raccontarla quella 'favola'". Cosi' l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta commenta la notizia, riportata dalla stampa, del suo coinvolgimento (anche se non indagato) nell'inchiesta sul Mose. "Ma come si fa a smentire una favola? - Prosegue Letta - Basta dire che non c'e' nulla di vero? E che e' tutta una fandonia? Di certo, c'e' solo che, nella realta', non esistono ne' richieste ne' versamenti. Non sono mai esistiti, mai pensati e neppure immaginati. Per fortuna non sono io a doverlo dire, dal momento che prima di me, l'ha scritto con chiarezza il GIP di Venezia". L'ex sottosegretario poi cita la pagina 499 della "famosa" Ordinanza sul MOSE, dove il magistrato riconosce esplicitamente che quei contatti sono "del tutto privi di rilievo penale, non risultando alcun tipo di richiesta, ma risultando esclusivamente un interessamento rispetto ad un importante opera quale il MOSE, rientrante nella fisiologia dei rapporti politico-istituzionali". "Peccato - scrive Letta - che qualche giornale si sia fermato alla prima stazione e non sia arrivato al capolinea dell'Ordinanza. L'avessero fatto, avrebbero dovuto rinunciare al gioco perverso della insinuazione maliziosa, o della suggestione subdolamente allusiva per 'tirarmi dentro' vicende che non mi riguardano. E questo evidentemente dispiaceva. Come tante volte era gia' successo in passato". "Non e' la prima volta - ricorda ancora Letta -, infatti, che il mio nome viene evocato o citato in una delle tante inchieste che riempiono le cronache di questi mesi. Ed e' ovvio che lo sia, perche' negli anni di Governo, mi sono occupato di tante vicende, certo di tutte le piu' importanti, ma solo per dovere di ufficio e per le responsabilita' connesse alla funzione ed al ruolo. Ma l'ho sempre fatto - conclude - con spirito rigorosamente istituzionale, nella piu' assoluta correttezza e trasparenza, senza mai venir meno ai principi di onesta', di lealta' e di responsabilita', nel pieno rispetto della legge e dell'ordinamento". .
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