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La minoranza dem rilancia il tema delle pensioni, l'istituzione del reddito di cittadinanza e un piano contro la povertà al Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Kamsin "Chiudi una volta e per tutte la pagina degli esodati con le salvaguardie mancanti." E' l'invito che formula in una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, Gianni Cuperlo in occasione dell'Assemblea Pd che si è svolta oggi pomeriggio a Roma. Gli esponenti della minoranza dem hanno tuttavia disertato l'incontro in senso di protesta. Nel documento Cuperlo mette nero su bianco sei punti tra cui spicca la richiesta di "norme di buon senso sulla flessibilità in uscita, senza penalizzazioni per i lavori usuranti e restituendo un po’ di giustizia alle donne penalizzate sulle pensioni di vecchiaia".

Caro presidente, chiedi suggerimenti e linee di lavoro dopo che sul jobs act il governo ha ignorato esattamente suggerimenti e linee votati dalla direzione del Partito democratico e poi dalle commissioni parlamentari. Dopo che sulla riforma costituzionale non avete tenuto conto neppure di un voto che avrebbe permesso, ora al Senato, di correggere quelle storture e incoerenze che rischiano, nei fatti, di rendere farraginosa la riforma. Dopo altre “bocciature” a proposte di puro buon senso. Per questo, non parteciperemo al “ricevimento parlamentari”. Anche perché in tre minuti riesco a risolvere dei quiz e non la riforma fiscale. Ma le idee non ci mancano, le sottoporremo ai gruppi. Il problema è se uno le ascolta. Lo dico per oggi e lo dico per prima di oggi. Intanto sottopongo a te e all’esecutivo sei obiettivi, sostenuti dalle parlamentari e dai parlamentari che hanno aderito all’associazione SinistraDem – Campo aperto. Questi i nostri punti.

Primo. Un istituto universalistico contro la povertà. Non lo prevediamo solamente noi e la Grecia. I poveri erano poco più di 2 milioni nel 2008. Oggi sono un numero triplicato. Finora il governo si è mosso in continuità col passato, qualche provvedimento tampone ma questa emergenza non è stata in cima ai pensieri di Palazzo Chigi. Serve un Piano d’azione contro le povertà, un assegno alle famiglie (più di 2 milioni) che consenta di uscire dalla soglia del bisogno anche su beni primari. Esiste una varietà di soluzioni tecniche (aggancio del programma a percorsi di formazione e inserimento lavorativo), ma la priorità è restituire dignità e speranza a milioni di persone.

Secondo: un credito d’imposta significativo per le imprese che investono in innovazione e ricerca. I segnali di ripresa del ciclo economico confortano ma chiedono di essere sostenuti sulla frontiera che conta, quella di una nuova qualità dei prodotti. Agire sulle regole del mercato del lavoro non rimette in moto la crescita. Schierare il governo dalla parte degli imprenditori coraggiosi, che tornano a rischiare e a pensare il mercato che verrà a partire dall’investimento strategico sulla grenn economy.

Terzo: un reddito di cittadinanza per chi è rimasto indietro o ai margini. Esiste da almeno vent’anni una raccomandazione europea che indica con precisione il diritto al reddito come forma primaria di inclusione sociale. Costruisci un tavolo su questo e apri il confronto anche alle forze di opposizione che potrebbero condividere una scelta di pura civiltà.

Quarto: diritti civili. Basta rinvii. Entro l’anno il Parlamento licenzi la legge sulle unioni civili per le coppie gay, una nuova legislazione di saggezza e umanità sul fine vita. E inoltre la legge quadro sulla libertà religiosa, le norme sul diritto di voto agli immigrati residenti da 5 anni in un Comune, sulla cittadinanza dei figli di immigrati nati in Italia, sui minori stranieri non accompagnati. La legge sulla rappresentanza sindacale. Facciamo dell’Italia un paese moderno sulla vera frontiera che oggi segnala il grado di civiltà.

Quinto: Chiudi una volta e per tutte la pagina degli esodati con le salvaguardie mancanti. Prevediamo norme di buon senso sulla flessibilità in uscita, senza penalizzazioni per i lavori usuranti e restituendo un po’ di giustizia alle donne penalizzate sulle pensioni di vecchiaia. Finché la crisi non è alle nostre spalle è anche il modo per incentivare nuove assunzioni. Diamoci un obiettivo per il 2016: gli 80 euro anche ai pensionati con assegno inferiore a 1000 euro.

Sesto: riforma costituzionale e legge elettorale. Il combinato attuale non funziona e non regge. Abbiamo davanti le terze e quarte letture a Camera e Senato. Sulla riforma costituzionale convoca un seminario di verifica del percorso compiuto e dei miglioramenti possibili. Un confronto che attivi in primo luogo sindaci e amministratori locali, i vertici delle Regioni, esperti e costituzionalisti. Non avere paura di ascoltare il giudizio di coloro che la riforma la vivranno sulla pelle. Sulla legge elettorale ti proponiamo tre correzioni. Ridurre il numero dei parlamentari nominati a non più del trenta per cento ; prevedere la possibilità di apparentamento tra liste diverse in caso di ballottaggio per l’assegnazione del premio di maggioranza; prevedere una vera clausola di collegamento tra legge elettorale e legge costituzionale.

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Zedde

Il Miur comunica che le domande di cessazione dal servizio per i lavoratori del comparto scuola interessati alla fruizione dei benefici della salvaguardia pensionistica potranno essere presentate anche dopo il 2 marzo.

Kamsin Piu' tempo per presentare la domanda di cessazione dal servizio per gli insegnanti e personale ATA della scuola. Il Miur ha recepito le richieste dell'Inps accettando una proroga della scadenza del 2 marzo per la presentazione della domanda di cessazione dal servizio alle segreterie scolastiche e all'ufficio scolastico provinciale.

Nella nota il Miur ha comunicato le complesse operazioni di verifica dei requisiti e di monitoraggio propedeutiche all’individuazione dei beneficiari della salvaguardia e le successive comunicazioni agli interessati - attività che la legge pone in capo all’INPS - determineranno una dilazione dei tempi procedurali inizialmente previsti nella nota diffusa lo scorso 9 febbraio.

Per tali motivi tecnici, il Miur ha comunicato che sarà possibile produrre e accettare le domande di cessazione presentate anche oltre il termine del 2 marzo. La nota del Miur.

seguifb

Zedde

Con la conversione del decreto milleproroghe lo stop viene fermato per quest'anno l'aumento dei contributi per gli autonomi iscritti alla gestione separata.

Kamsin E' stato convertito ieri dall'Aula di Palazzo Madama il decreto legge 192/2014, il cd. milleproroghe. Diventa definitivo quindi il dietrofront sull'aumento delle aliquote contributive per i professionisti con partita iva iscritti in via esclusiva nella gestione separata. Intervento accoppiato con la misura che riporta in vita il vecchio regime dei minimi Iva (con tassazione agevolata al 5%). 

Passa anche il posticipo dei termini per presentare la domanda per il riconoscimento dei benefici connessi all'amianto previsti con la legge di stabilità per il 2014 e la gestione degli esuberi nella Croce Rossa con la possibilità di avvalersi della normativa indicata nella Circolare della Funzione Pubblica 1/2015. Sono state invece bocciate le proposte emendative che chiedevano la proroga sino al 2016 della cd. opzione donna e la soluzione della vicenda dei Quota 96 della Scuola, così come gli emendamenti in favore degli esodati. Vediamo dunque cosa cambia in materia previdenziale.

Partite Iva. L'articolo 10-bis, introdotto in sede referente, ridetermina l'aliquota contributiva per i lavoratori autonomi, titolari di partita IVA, iscritti alla gestione separata INPS, che non risultino iscritti ad altre gestioni di previdenza obbligatoria né pensionati nelle seguenti misure: 27 per cento per gli anni 2014 e 2015 (in luogo, rispettivamente, del 27 e del 30 per cento previsti dalla normativa vigente); 28 per cento per l'anno 2016 (in luogo del 31 per cento previsto dalla normativa vigente); 29 per cento per l'anno 2017 (in luogo del 32 per cento previsto dalla normativa vigente).

Ecco dunque come sono state rideterminate le aliquote nella gestione separata negli anni a venire (in grassetto le modifiche del milleproroghe).

Com'è noto è importante ricordare che nei prossimi quattro anni le aliquote previdenziali a carico dei soggetti titolari di partita IVA sarebbero dovute crescere fino al 33,5 per cento del reddito nel 2018, così come stabilito dalla riforma varata dall'ex Ministro del lavoro, Elsa Fornero. Il nuovo emendamento approvato blocca l'aliquota per il 2015 al 27 per cento e prevede un minimo di aumento, un punto percentuale di aumento, nel 2016 e nel 2017. Questo significa che molti piccoli lavoratori autonomi, per i quali l'apertura della partita IVA ha rappresentato una forma di auto impiego con cui mettere sul mercato quelle che erano le proprie competenze e capacità lavorative in un Paese dove, oggettivamente, la disoccupazione è importante, avrebbero avuto da questo provvedimento un colpo fatale.

Proroga dei termini sull'amianto. E' stato inoltre introdotto un emendamento che posticipa dal 31 gennaio 2015 al 30 giugno 2015 il termine per la presentazione all'INPS della domanda per il riconoscimento dei benefici previdenziali previsti dalla normativa vigente per l'esposizione all'amianto, da parte di soggetti (assicurati INPS e INAIL) collocati in mobilità dall'azienda per cessazione dell'attività lavorativa, che avevano presentato domanda dopo il 2 ottobre 2003 (data dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 269 del 2003), a condizione di avere ottenuto in via giudiziale definitiva l'accertamento dell'avvenuta esposizione all'amianto per un periodo superiore a 10 anni e in quantità maggiori dei limiti di legge.

seguifb

Zedde

Se ne parla da mesi ma forse sulle pensioni è arrivato davvero il momento di cambiare qualcosa. «Abbiamo un problema sul piano sociale ed è nostro dovere affrontarlo. Kamsin Appena saremo nelle condizioni di aprire un confronto lo faremo» parola di Giuliano Poletti. La questione, spiega il ministro del Lavoro, riguarda quelle «persone che perdono il posto quando sono avanti con l'età ma non hanno ancora raggiunto i requisiti per il trattamento previdenziale». Un buco fra stipendio e pensione che abbiamo già visto con gli esodati e che rischia di allargarsi con l'andare degli anni, Poletti ha parlato alla presentazione del rapporto sull'attività degli ispettori di ministero, inps e Inail.

In tutto il 2014 sono state controllate 220 mila aziende: quelle irregolari erano il 64.496. Più di una sue due. Un dato a prima vista incredibile ma in realtà in linea con quello del 2013. E che si spiega con il fatto che i controlli sono mirati, quindi con buone probabilità di trovare qualche stortura. Colpisce, piuttosto, il numero sul lavoratori in nero: 77 mila, comunque tanti ma in calo del 10% rispetto all'armo prima. Una tendenza «connessa alla contrazione occupazionale», spiegali documento degli ispettori. Non c'è lavoro.

seguifb

Zedde

Molte le novità inserite in corsa, alcune molto attese. Tra queste la mini proroga degli sfratti (4 mesi) o l'intervento sui minimi Iva ed il blocco del'aumento delle aliquote contributive.

Kamsin Il governo incassa la seconda fiducia al decreto Milleproroghe che diventa legge: il via libera definitivo da parte del Senato, senza nessuna modifica rispetto al testo licenziato da Montecitorio è arrivato con 156 sì, 78 no e 1 astenuto. Molte le novità inserite in corsa, alcune molto attese. Tra queste la mini proroga degli sfratti (4 mesi) o l'intervento sui minimi Iva ed il blocco del'aumento delle aliquote contributive. Saltato invece l'intervento sui canoni delle frequenze tv. Ecco le principali modifiche.
Stop agli sfratti. Alla fine non si tratta di una «proroga perpetua», come ha sottolineato Maurizio Lupi, ma di una soluzione «ponte» attenta ai nuclei più bisognosi, che consente di valutare «caso per caso». Il giudice, su richiesta, potrà sospendere l'esecuzione di uno sfratto «fino al centoventesimo giorno dall'entrata in vigore della legge di conversione», per consentire il «passaggio da casa a casa».
Partite Iva. Tra le misure più attese, torna in vita il vecchio regime dei minimi Iva (con tassazione agevolata al 5%) che coesisterà per tutto il 2015 con il nuovo regime (al 15%). Fermato per quest'anno anche l'aumento dei contributi per gli autonomi iscritti alla gestione separata Inps, che restano al 27% per poi salire gradualmente. Niente da fare per l'aumento dell'Iva sul pellet.
Equitalia. Si riaprono i termini per chiedere un piano di rate per i debiti con il fisco. Chi è decaduto fino a fine 2014 può fare la richiesta entro il 31 luglio. Niente azioni esecutive per chi accede a un nuovo piano.
Bonus Rientro Cervelli. Se ne era parlato già con l'Investment compact, alla fine la proroga degli incentivi per arginare la «fuga dei cervelli» e rendere più invitante la prospettiva di tornare in patria è arrivata, per i prossimi due anni. Passa anche da 4 a 6 anni la durata massima degli assegni di ricerca.
Giudici di Pace. Fino al 30 luglio i sindaci, anche le unioni di Comuni, potranno chiedere la riapertura degli uffici soppressi per effetto del riordino. Slitta a fine anno il termine per completare l'unione dei Comuni.
Accertamenti fiscali. Ai sindaci che partecipano all'attività di accertamento continuerà ad arrivare il 100 % dei tributi statali fino al 2017. Slitta al primo settembre 2015 l'obbligo di acquistare beni e servizi con la centrale unica.
Anticipo Appalti. Per compensare split payment e reverse charge dell'Iva è prorogato fino a fine 2016 l'anticipo di una quota degli appalti alle imprese, quota aumentata al 20% Per attenuare i problemi di liquidità delle aziende. Congelato per il 2015 l'ampliamento dell'accesso al Fondo di garanzia per le Pmi alle imprese fino a 499 addetti. Torna al 70% per il 2015 l'integrazione della retribuzione ridotta a seguito dei contratti di solidarietà.
Avvocati e Farmacie. Slitta al 2017 la riforma dell'esame di abilitazione degli avvocati, mentre per due anni la titolarità delle farmacie si potrà ottenere con la sola iscrizione all'albo, salvo che per le 2.600 nuove sedi oggetto del concorso straordinario.
Sisma. Niente sanzioni per l'Aquila anche nel 2015 per lo sforamento del Patto di Stabilità, misura simile a quella adottata per il Lazio, e un altro anno «di respiro», fino a metà 2016, per le imprese emiliane che hanno acceso mutui per pagare le tasse.

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Zedde

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