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- Venezia, 19 set. - Il governo affrontera' il 'tema' di una riforma del Csm quando ci sara' un Consiglio superiore della magistratura nella pienezza dei suoi poteri. A spiegare come mai l'esecutivo non abbia ancora toccato questo tasto, sollecitato durante un dibattito sul palco del XV congresso delle Unione Camere Penali Italiane, il ministro della Giustizia Andrea Orlando. "Questo e' un problema che vogliamo affrontare", ha detto. "Non abbiamo prodotto ancora articolati perche' il Csm non era nella pienezza dei suoi poteri, ma non appena avremo un interlocutore istituzionale nel pieno dei suoi poteri affronteremo questo passaggio", ha spiegato il ministro, secondo cui si interverra' anche sulla legge elettorale dell'organo di autogoverno dei magistrati, perche' "quella attuale doveva frenare il correntismo, ma l'ha invece rafforzato". .
- Roma, 19 set. - "Favorevoli a superare art. 18. Ma contrari al trucco di un art. 18-bis. Cio' che esce dalla porta non deve rientrare dalla finestra". Lo scrive su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. "Matteo Renzi ai sindacati: 'Si sono difese battaglie ideologiche e non problemi concreti gente'. Finalmente anche il Pd se ne rende conto?", sottolinea il presidente dei deputati azzurri in un nuovo tweet. E ancora: "Forza Matteo Renzi. Su articolo 18 e sindacati avanti cosi'. Nella speranza che non ti costringano a fare marcia indietro". "Dobbiamo andare fino in fondo". Il presidente del Nuovo Centrodestra, Angelino Alfano, al Tg2, torna sulla riforma del lavoro e afferma: "Siamo sulla strada giusta e non possiamo fermarci a meta'. Senza timidezza, occorre dire che la strada e' quella di fare regole piu' semplici per chi vuole fare delle assunzioni. E' una strada che noi avevamo indicato e che si sta seguendo. Quindi non possiamo fermarci". .
- Roma, 19 set. - E' scontro al calor bianco tra Matteo Renzi e la Cgil sulla riforma del mercato del lavoro. Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha attaccato: "Mi sembra che il presidente del consiglio abbia un po' in mente il modello della Thatcher. La conseguenza del modello degli ultimi 20 anni e' un sistema fatto di divisioni che ha portato precarieta' e non competitivita'". La Camusso non ha escluso uno sciopero generale. Dura la replica del premier affidata ad un videomessaggio: "Oggi la Cgil ha deciso di andare all'attacco del governo. Il segretario Camusso ha detto che il governo ha in mente Margaret Thatcher quando si parla di lavoro. Ma noi quando si parla di lavoro non siamo impegnati in uno scontro del passato e ideologico. Noi non vogliamo il mercato del lavoro della Thatcher, ma un mercato in cui ci sono cittadini tutti uguali, un mercato giusto, vogliamo delle regole giuste, non regole che dividono sulla base della provenienza geografica, o regole complicate". E poi ha rincarato la dose: "Pensiamo a quelli a cui non ha pensato nessuno in questi anni. A quelli che vivono di cococo e cocopro e sono condannati a un precariato a cui il sindacato ha contribuito preoccupandosi solo dei diritti di alcuni e non dei diritti di tutti". Ma intanto a pochi giorni dall'approdo del Jobs Act in aula al Senato, i toni continuano ad essere aspri all'interno dello stesso Pd con l'ex segretario Pierluigi Bersani che ha minacciato "battaglia" al Senato se non cambiera' l'impostazione, con la presentazione di molti emendamenti alla legge delega. "Altro che modello tedesco - ha detto critico - Renzi rischia di frantumare i diritti dei lavoratori". Quanto al paragone con la Thatcher, l'ex segretario ha osservato: "Non voglio credere che ci sia l'idea di fare un braccio di ferro inutile e sterile: servono novita'". Intanto il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, ha aggiunto netto: "Il governo e' determinatissimo a completare l'iter" della riforma del lavoro, "il paese non puo' vivere di promesse ma servono i fatti". E ha ammonito contro gli ultimatum: "Le discussioni aiutano tutti a migliorarsi, l'importante e' che non ci siano ultimatum o posizioni ideologiche e che ci sia l'intenzione di creare posti di lavoro, con ricette moderne perche' quelle utilizzate fino ad oggi non hanno funzionato". .
- Roma, 19 set. - "Bisogna fare la riforma del lavoro anche senza i sindacati, se i sindacati non capiscono l'importanza". Lo afferma il senatore giuslavorista Pietro Ichino a Mix24 su Radio 24. "Bisogna saperla fare anche senza il sindacato. Il sindacato tedesco nel 2001-2002 accetto' la sollecitazione forte di Schroeder, leader social democratico, e fecero quella riforma. Si', bisogna farla sapendo poi che una volta fatta nessuno proporra' di tornare indietro". Insomma, se i sindacati non ci stanno si fa per decreto. Domanda Minoli. "La via maestra e' fare la legge in fretta e bene come mi sembra che stiamo facendo, certo se ci fosse un grave inciampo su questa strada... Ieri in commissione al senato abbiamo approvato" il ddl di delega. Io spero e credo che il Pd sia capace di far digerire questa scelta anche alla propria minoranza". E sui sindacati: "Una parte del sindacato e' ancora convinto che la sicurezza del lavoratore, il lavoro stesso, possano essere dati per legge. Mentre la sicurezza del lavoratore e' data da un mercato in cui abbonda la domanda di lavoro, ma per questo dobbiamo aprire il sistema agli investimenti stranieri. L'Italia e' chiusa agli investimenti stranieri". Pensa che potrebbe esserci un autunno caldo? "Io non credo, perche' il cuore dell'autunno caldo oggi ha perso il suo valore. I sindacati minacciano lo sciopero ma non lo fanno, e credo non lo faranno".
- Roma, 19 set. - In Italia il mercato del lavoro e' ingiusto anche perche' "si sono difese le battaglie ideologiche e non i problemi concreti della gente". Questo l'attacco del premier Matteo Renzi ai sindacati, dopo le loro proteste per la legge delega del governo sul mercato del lavoro. .
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