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I lavoratori del settore privato potranno chiedere nella busta paga il Tfr in corso di maturazione. Il decreto ha avuto il via libera del Consiglio di Stato.

Kamsin Da oggi formalmente si potrà chiedere l'anticipazione del Tfr in busta paga. Il via libera definitivo, però, arriverà con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dpcm approvato la scorsa settimana dal Consiglio di Stato. Basta una semplice richiesta all'ufficio del personale della propria azienda e quel tesoretto che di solito si riscuote al pensionamento o è stato dirottato al fondo pensione, andrà ad aumentare lo stipendio di ogni mese per un arco di tre anni. Ma siccome la decisione è irrevocabile (per tre anni, sino alla scadenza del 30 giugno 2018), sarà bene farsi un po' di conti. Conviene davvero? 

Vediamo dunque di fare alcune valutazioni sui fattori che possono influenzare la scelta di circa 12 milioni di dipendenti del settore privato.

I vantaggi. L'aspetto positivo è che lo stipendio, per chi si avvale dell'opzione, sarà piu' alto. L'effetto in busta paga scegliendo l'anticipo del Tfr, sarà di circa 72 euro netti al mese per un reddito lordo di 18 mila euro l'anno, 100 euro per un reddito di 25 mila, 125 per uno di 35 mila. Fondi in piu' che in un momento di crisi possono fare comodo. E del resto è proprio questa la ragione dell'introduzione della novità.

Gli svantaggi. Sul tavolo ci sono diverse cose da tenere a mente. A cominciare dalla tassazione che sarà applicata sul Tfr fino agli effetti sul reddito Isee che rischiano di penalizzare le agevolazioni familiari, dalle rette degli asili nido alle mense scolastiche. Poi c'è il problema della minore rendita che sarà erogata dalla previdenza complementare dato che l'opzione blocca per tre anni gli afflussi ai fondi pensione. Tre sono i punti chiave da osservare.

1. Il fisco. Per quanto riguarda il prelievo fiscale, il fatto che il governo abbia deciso di sottoporre il Tfr in busta paga alla ordinaria tassazione Irpef (alla quale si aggiungono le addizionali locali), fa sì che il prelievo risulti maggiore di quello agevolato previsto sul Tfr (si applica l'aliquota media effettiva degli ultimi 5 anni di lavoro), tranne che nei casi di redditi molto bassi (il "pedaggio" che si paga al fisco è evidente nella grafica sottostante).

Ad esempio un reddi-to di 35mila euro su un Tfr annuo di 1806 euro pagherà il 38% di Irpef anziché il 25,3, uno di 23 mila vedrà invece i 1209 euro l'anno di trattamento fine rapporto tassati al 27 anziché al 23,9%. La tassazione ordinaria sarà più pesante di 50 euro per un reddito medio di 23mila e fino a 307 euro per redditi sui 35mila euro. Sarà un vantaggio per redditi entro i 15 mila euro.

2. I Fondi pensione Tra le cose che bisogna valutare bene prima di decidere per il Tfr in busta, c'è la partita relativa ai fondi pensione. Qualora un dipendente decidesse di optare per questa soluzione, in busta finirebbe anche quella parte della liquidazione che il lavoratore destina ai fondi pensione. Con il risultato che l'assegno integrativo rischierà di subire una penalizzazione tra il 10 e il 30%, a seconda del numero di anni di iscrizione al fondo.

3. Isee e detrazioni La busta paga resa più pesante dal Tfr rischia di avere effetti negativi anche sul reddito Isee che serve a usufruire di molte prestazioni sociali, dall'abbonamento agevolato al bus, alle tasse universitarie. Non solo. L'erogazione del cosiddetto Tir inciderà sulle detrazioni per lavoro dipendente o su quelle per i familiari. Con l'anticipo del Tfr, sostengono dalla Fondazione Consulenti del Lavoro, ci sarà una ricaduta negativa (tasse in più e sgravi in meno) che potrà arrivare, per un reddito medio di 23.000 euro a 330 euro. Oltre ai 50 euro di imposte in più dovute alla tassazione ordinaria, un lavoratore con un reddito medio rischia di perdere detrazioni per 280 euro.

Bonus 80 euro La liquidazione in busta paga non inciderà sulla possibilità di ricevere il bonus 80 euro, perché le somme non contribuiranno a sfondare il tetto dei 26 mila euro previsto dalla normativa. Neanche l'imponibile previdenziale sarà influenzato dall'erogazione del Tfr in busta buga.

Infine, il lavoratore che volesse aderire all'operazione Tfr in busta paga dovrebbe anche considerare che, se è iscritto a un fondo pensione da almeno 8 anni può già ora chiedere, senza doverlo motivare, fino al 30% del montante accumulato, godendo di una tassazione più favorevole.

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Zedde

Molte le novità inserite in corsa, alcune molto attese. Tra queste la mini proroga degli sfratti (4 mesi) o l'intervento sui minimi Iva ed il blocco del'aumento delle aliquote contributive.

Kamsin E' stata pubblicata ieri in Gazzetta ufficiale la legge 11/2015 con la quale è stato convertito il decreto legge 192/2014, il cd. milleproroghe (qui il testo ufficiale coordinato con le modifiche apportate dalla legge di conversione). Tra le modifiche salite sul treno del provvedimento c'è la mini proroga degli sfratti (4 mesi), l'intervento sui minimi Iva ed il blocco del'aumento delle aliquote contributive per i professionisti iscritti alla gestione separata. Saltato invece l'intervento sui canoni delle frequenze tv. Ecco le principali modifiche.
Stop agli sfratti. Alla fine non si tratta di una «proroga perpetua», come ha sottolineato Maurizio Lupi, ma di una soluzione «ponte» attenta ai nuclei più bisognosi, che consente di valutare «caso per caso». Il giudice, su richiesta, potrà sospendere l'esecuzione di uno sfratto «fino al centoventesimo giorno dall'entrata in vigore della legge di conversione», per consentire il «passaggio da casa a casa».
Partite Iva. Tra le misure più attese, torna in vita il vecchio regime dei minimi Iva (con tassazione agevolata al 5%) che coesisterà per tutto il 2015 con il nuovo regime (al 15%). Fermato per quest'anno anche l'aumento dei contributi per gli autonomi iscritti alla gestione separata Inps, che restano al 27% per poi salire gradualmente. Niente da fare per l'aumento dell'Iva sul pellet.
Equitalia. Si riaprono i termini per chiedere un piano di rate per i debiti con il fisco. Chi è decaduto fino a fine 2014 può fare la richiesta entro il 31 luglio. Niente azioni esecutive per chi accede a un nuovo piano.
Bonus Rientro Cervelli. Se ne era parlato già con l'Investment compact, alla fine la proroga degli incentivi per arginare la «fuga dei cervelli» e rendere più invitante la prospettiva di tornare in patria è arrivata, per i prossimi due anni. Passa anche da 4 a 6 anni la durata massima degli assegni di ricerca.
Giudici di Pace. Fino al 30 luglio i sindaci, anche le unioni di Comuni, potranno chiedere la riapertura degli uffici soppressi per effetto del riordino. Slitta a fine anno il termine per completare l'unione dei Comuni.
Accertamenti fiscali. Ai sindaci che partecipano all'attività di accertamento continuerà ad arrivare il 100 % dei tributi statali fino al 2017. Slitta al primo settembre 2015 l'obbligo di acquistare beni e servizi con la centrale unica.
Anticipo Appalti. Per compensare split payment e reverse charge dell'Iva è prorogato fino a fine 2016 l'anticipo di una quota degli appalti alle imprese, quota aumentata al 20% Per attenuare i problemi di liquidità delle aziende. Congelato per il 2015 l'ampliamento dell'accesso al Fondo di garanzia per le Pmi alle imprese fino a 499 addetti. Torna al 70% per il 2015 l'integrazione della retribuzione ridotta a seguito dei contratti di solidarietà.
Avvocati e Farmacie. Slitta al 2017 la riforma dell'esame di abilitazione degli avvocati, mentre per due anni la titolarità delle farmacie si potrà ottenere con la sola iscrizione all'albo, salvo che per le 2.600 nuove sedi oggetto del concorso straordinario.
Sisma. Niente sanzioni per l'Aquila anche nel 2015 per lo sforamento del Patto di Stabilità, misura simile a quella adottata per il Lazio, e un altro anno «di respiro», fino a metà 2016, per le imprese emiliane che hanno acceso mutui per pagare le tasse.
Fisco. I futuri proventi della voluntary permettono di evitare l'aumento delle accise sulla benzina, che dovevano portare in cassa nel 2015 circa 761 milioni. Sul fronte rifiuti si torna a parlare del Sistri (il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti): le sanzioni per la mancata iscrizione al Sistri o per il mancato versamento del contributo scatteranno dal 1° aprile, tutte le altre sanzioni sono rinviate di un anno dato che per il 2015 si continua ad applicare la gestione pre-Sistri.

seguifb

Zedde

Il fatto che Cgil, Cisl e Uil abbiano elaborato una piattaforma unitaria sulle pensioni, con la quale aprire un confronto con il Governo, e’ estremamente positivo. Significa che si sta accelerando su una revisione della Legge Fornero. Kamsin Questo capitolo va rapidamente riaperto per due motivi: il primo, perche’ va sanata una intollerabile ingiustizia sociale che vede troppi lavoratori perdere l’occupazione pur essendo lontani dalla pensione. Il secondo, perche’ l’innalzamento progressivo dell’eta’ pensionabile, giunta ormai oltre i 67 anni, blocca il turnover, mantiene al lavoro persone sempre piu’ anziane ed impedisce l’ingresso dei giovani. L'obiettivo è mettere mano a questo capitolo entro il 2015”, Lo dichiara in una nota il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano.

“Anche noi riteniamo che la soluzione consista nell’introduzione di un criterio di flessibilita’ che consenta, a chi ha 35 anni di contributi, di poter andare in pensione a partire dai 62 anni (con una penalizzazione massima dell’8%) o di lasciare il lavoro con i soli 41 anni di contributi. In alternativa- prosegue il Presidente- puo’ essere utilizzata Quota 100. Tutte queste proposte, la prima delle quali gia’ incardinata in Commissione lavoro, sono a conoscenza del Governo: le abbiamo dette e ridette bisogna solo approvarle. La spinta che viene dal sindacato puo’ aiutarci a convincere l’Esecutivo a riaprire il capitolo previdenza, per il momento incomprensibilmente trascurato”, conclude l’esponente del Pd.

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Zedde

Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, infiamma piazza del Popolo, attaccando a testa bassa il presidente del Consiglio e insultando all'ex ministro del Welfare, Elsa Fornero.

Kamsin Elsa Fornero, la professoressa autrice della Riforma delle Pensioni del 2011 con il Governo Monti, torna sotto attacco della Lega Nord. "Cancelleremo la legge Fornero e vaffa... alla Fornero e a chi l’ha portata al governo" ha detto Salvini ricordando come siano ancora irrisolti i problemi di centinaia di migliaia di lavoratori esodati.  "Il problema non è Renzi, lui è una pedina, è il servo sciocco a disposizione di Bruxelles", ha attaccato il leader del Carroccio dal palco di piazza del Popolo, dove si è prentato indossando, sopra la camicia bianca, una maglietta a sostegno del benzinaio di Nanto che ha ucciso un rapinatore: “Io sto con Stacchio. Con chi difende il territorio”.

Quella della Lega, ha detto Salvini, "è la sfida a Renzi in casa sua. Renzi ha scelto i grandi, Confindustria, Autostrade, Marchionne, le società di gioco d'azzardo e Equitalia. Oggi lanciamo la sfida dell'Italia dei piccoli, dei medi, degli artigiani, degli imprenditori e dei produttori. Da Roma parte la sfida per conquistare il Paese. Oggi lanciamo un percorso, ma non solo per il centrodestra: ambisco a parlare a tutti, anche ai delusi di Renzi e agli ex grillini".

seguifb

Zedde

Si va da un costo minimo di 1 miliardo fino a una spesa di 12 miliardi. L'ipotesi piu' probabile è però quella meno costosa, il cd. prestito pensionistico. In pista anche una Riforma della Gestione Separata.

Kamsin La minoranza Dem rimette sul banco il capitolo pensioni. In una lettera indirizzata ieri al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, Gianni Cuperlo, ricorda come sia fortemente atteso un intervento che riveda l'età pensionabile, con particolare riguardo alle lavoratrici donne, le piu' penalizzate dalla Riforma del 2011, e la soluzione, definitiva, della vicenda esodati. Il tema della rivisitazione della Riforma Fornero sta tornando del resto d'attualità in molte riunioni dei consiglieri economici di Palazzo Chigi ora che il jobs act è pronto decollare con i nuovi contratti a tempo indeterminato senza l'articolo 18.

E quindi, una volta incassata la riforma del lavoro, il governo ha indicato che sarà riaperto il dossier: l'obiettivo è di mettere in cantiere l'"assegno flessibile" già settembre con la legge di stabilità 2016. Impossibile farlo prima fanno notare in quanto la partita sul Jobs Act si chiuderà all'inizio dell'estate. Gli effetti ricadrebbero quindi sul bilancio dell'anno prossimo, quando la ripresa del Pil potrebbe mettere sul piatto maggiori risorse da spendere. Anche Confindustria sta facendo pressing sul governo, Pd ed Ncd, soprattutto per mettere a riposo i dipendenti più anziani (ancora in azienda o cassintegrati) tutelati dall'articolo 18 e assumere lavoratori più giovani con le nuove regole del jobs act, più flessibili in uscita e più convenienti in entrata.

Le ipotesi alle quali si lavora sono essenzialmente quattro: il mini-assegno anticipato da restituire a rate, la "quota 100" proposta dal Pd Cesare Damiano, la pensione flessibile a penalizzazioni decrescenti, il ricalcolo dell'assegno totalmente con il sistema contributivo. La distanza, inoltre, dovrebbe essere accorciata rendendo meno oneroso il riscatto della laurea e favorendo il "dialogo" dei contributi versati in differenti gestioni dell'AGO, frutto di carriere lavorative sempre piu' discontinue. Al Ministero del Lavoro si pensa soprattutto all'eliminazione delle finestre mobili per l'esercizio della totalizzazione nazionale e alla rivisitazione degli oneri per la ricongiunzione dei contributi.

A palazzo Chigi l'ipotesi più gettonata (piace a Yoram Gutgeld, uno dei consiglieri del premier Matteo Renzi) è quella del "prestito pensionistico" (un miniassegno di 700-800 euro erogato nei due anni che mancano all'età pensionabile) da restituire a rate mensili una volta che si è andati in pensione. Piace soprattutto perchè ha un costo minore, circa 1 miliardo con una dote annua iniziale di 400 milioni. Un pò meno sostenibile l'ipotesi del ricalcolo dell'assegno con il contributivo; molto meno praticabile è la formula Damiano: la "quota 100", che consentirebbe di lasciare il lavoro con 60 anni di età e 40 anni di contributi, costa circa 12 miliardi. Una cifra alta, che però corrisponde a quella "investita" per tutelare esodati fino al 2020.

Altro fronte di intervento, suggeriscono in molti, dovrebbe essere sulla gestione separata: l'obiettivo qui sarebbe portare le aliquote contributive al 24% trattando i professionisti alla stregua degli autonomi.

seguifb

Zedde

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