Nicola Colapinto

Nicola Colapinto

Nicola Colapinto, avvocato con specializzazione in diritto del lavoro, seguo le principali questioni giuslavoristiche e previdenziali per PensioniOggi.it. 

I dirigenti delle società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni o enti pubblici, titolari di pensione cessano il proprio rapporto di lavoro improrogabilmente al 31 dicembre 2013, qualora tali società abbiano chiuso l'ultimo esercizio in perdita. I dirigenti di società con esercizio in avanzo, non possono cumulare la propria pensione con lo stipendio.

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E' quanto ha ribadito l'Inps con la circolare n. 65/2014, che ha impartito le modalità applicative dell'art. 3, comma 7-ter della legge 125/2013. La norma, com'è noto, prevede la sospensione della pensione per chi ricopre un ruolo da dirigente in società in attivo controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni o enti pubblici; mentre se la società è in perdita il dirigente perde il proprio incarico.

Per quanto riguarda il campo applicativo della norma,l'Inps ricorda nel documento che la regola è riferita anche a società con esercizio in avanzo, controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni o enti pubblici, a esclusione di quelle emittenti strumenti finanziari. Si tratta pertanto: 1) delle società in cui un'altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell'assemblea ordinaria; 2) delle società in cui un'altra società dispone di voti sufficienti per esercitare un'influenza dominante nell'assemblea ordinaria; 3) delle società che sono sotto influenza dominante di un'altra società a seguito di particolari vincoli contrattuali.

I destinatari della disposizione sono coloro che ricoprono, nell'ambito dell'amministrazione societaria, una posizione dirigenziale, come individuata dai contratti collettivi di lavoro e titolari di pensione di vecchiaia o di anzianità alla data del 31/10/13.

Per la corretta applicazione della norma l'Inps chiede alle società interessate la trasmissione di apposite dichiarazioni di responsabilità alle sedi Inps, nelle quali devono attestare: a) le generalità complete dei propri dirigenti, titolari di pensione; b) la data e la durata dell'incarico dirigenziale conferito; c) lo status di società controllata da amministrazioni o enti pubblici; d) la sussistenza di esercizio in avanzo riferito all'anno 2012 ovvero all'anno precedente il conferimento al primo incarico dirigenziale.

L'Inps chiarisce che il pagamento del trattamento pensionistico sospeso sarà ripristinato dalla data di prima decorrenza utile successiva alla scadenza dell'incarico, come comunicata dalla società o dal dirigente interessato, salvo che intervenga la risoluzione dei rapporto di lavoro in data anteriore. In pratica solo una volta adempiuta tale formalità l'Inps procederà alla sospensione del trattamento pensionistico di cui è titolare il dirigente e procederà al recupero delle mensilità corrisposta dal 1° Novembre 2013.

Muove su più fronti la Riforma del pubblico impiego che il governo punta a realizzare dal prossimo 13 giugno. Le parole chiave sono maggiore mobilità intercompartimentale; staffetta generazionale; abrogazione del trattenimento in servizio, revisione dell'istituto dell'esonero; risoluzione anticipata del rapporto di lavoro per i dirigenti.

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L'idea dell'esecutivo sul fronte della dirigenza è di realizzare il cd. ruolo unico, un mercato organico dei manager pubblici che avrà effetti anche sulle retribuzioni che dovrebbero ispirarsi al merito e alla omogeneità (a parità di prestazioni o incarichi svolti). Si potenzierà la valutazione delle performance che dovrebbe avvenire sulla base di obiettivi misurabili fissati dal ministro competente. I premi dei dirigenti saranno ancorati anche a criteri di carattere generale come l'andamento dell'economia o il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica.

E ci sarà maggiore mobilità: "non si entrerà più in una amministrazione per restarvi tutta la vita con carriere automatiche" ha detto la Madia. Non solo. Ci sarà anche la possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico oltre un determinato termine.

Il ministro Madia ha spiegato inoltre che si vuole abrogare l'istituto del trattenimento in servizio, per recuperare almeno 10mila-13mila posti di lavoro da assegnare alla staffetta generazionale. Tra le altre proposte c'è la tanto discussa riduzione del 50% del monte ore dei permessi sindacali e l'introduzione dell'esonero dal servizio, un istituto abrogato nel 2011 che ora potrebbe assumere rilevanza per i prepensionamenti e per dare maggior spazio ai giovani.

Ci sarà molto probabilmente anche un intervento corposo sul fronte delle municipalizzate, dei comuni, delle Regioni, sulle forze dell'ordine e delle Prefetture a cui il governo potrebbe chiedere un contributo aggiuntivo di risparmi a ottobre in una nuova operazione di spending review del commissario Carlo Cottarelli.  Alcune semplificazioni potrebbero riguardare anche il settore dell'edilizia sul fronte delle autorizzazioni sismiche, quelle paesaggistiche e in particolare per i piccoli interventi o sui tempi di rilascio del permesso di costruire.

Da lunedì scorso oltre 10 milioni di lavoratori dipendenti hanno visto la propria busta paga un pochino più ricca. La promessa elettorale di Renzi di concedere da maggio i famosi 80 euro in busta paga è stata formalmente mantenuta, nonostante tutte le critiche sollevate in questi ultimi due mesi.

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Una mossa certamente abile a cui si deve buona parte del successo del Pd alle elezioni europee. La platea dei beneficiari è infatti molto vasta: sono circa 12,2 milioni i soggetti che potranno vedere crescere le buste paga di ben mille euro l'anno a regime. Il bonus da 80 euro riguarda chi ha un reddito annuo lordo compreso tra i 8 e i 24 mila euro annui; la somma erogata scende fino ad azzerarsi del tutto oltre i 26 mila euro di reddito; rientrano tra i beneficiari non solo i lavoratori dipendenti a tempo pieno part time o con contratto di collaborazione ma anche i cassaintegrati, lavoratori mobilità o in disoccupazione.

Il beneficio tuttavia potrebbe ora allargarsi rapidamente se fosse accolto l'emendamento proposto da Ncd al decreto Irpef in corso di esame in Senato. Il nuovo centro Destra ha chiesto infatti di allargare lo sconto Irpef anche le famiglie con reddito oltre 26.000 euro a condizione che siano monoreddito e con almeno tre figli a carico. Secondo il viceministro all'Economia Enrico Morando l'esecutivo sta valutando attentamente questa ipotesi presentata in quanto il costo non sarebbe proibitivo; secondo le stime presentate dai firmatari la proposta avrebbe un costo oscillante tra i 40 e 50 milioni di euro.

Bonus Irpef esteso ai pensionati
Superato questo passaggio il premier ha comunque promesso che dall'anno prossimo, quando la misura diventerà strutturale, il bonus sarà esteso anche nei confronti dei pensionati e dei lavoratori incapienti (cioè verso coloro che guadagnano meno di 8mila euro all'anno). Piu' in bilico invece l'estensione del beneficio alle partite Iva il cui costo sarebbe troppo elevato secondo i tecnici del ministero dell'economia. 

E intanto sulla proposta di Renzi arriva il plauso di Damiano: È importante l’annuncio del Premier Matteo Renzi a proposito dell’estensione, a partire dal 2015, degli 80 euro netti mensili anche ai pensionati. Questo impegno sana una discriminazione tra lavoratori dipendenti, che avranno questo aumento dalla fine del mese di maggio,  e pensionati. Vorremmo che l’attenzione posta dal Primo Ministro anche a questa categoria di cittadini facesse assumere come una delle priorità dell’Esecutivo la questione previdenziale" ha detto l'ex ministro del lavoro.

Con le nuove indicazioni fornite dal governo in materia di Tasi si aggiunge un ulteriore capitolo al pagamento delle imposte sugli immobili a giugno. Come già detto nelle pagine di Pensioni Oggi nei giorni scorsi per sapere se i contribuenti dovranno presentarsi alla Cassa il 16 Giugno bisognerà attendere il 1° Giugno. I Comuni, infatti, hanno tempo fino al 23 maggio prossimo per approvare le delibere che dovranno essere pubblicate sul sito del Dipartimento delle finanze entro il 31 maggio.

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Se la delibera non viene approvata, il pagamento slitta al 16 settembre per le seconde case (data però ancora da confermare in via definitiva), e direttamente al 16 dicembre per la prima casa. L'appuntamento è fissato al 16 Giugno solo nei comuni che avranno approvato le delibere entro il 23 Maggio (attualmente sono solo 514 su oltre 8mila i comuni in cui già si conoscono le delibere). Qui è disponibile l'elenco dei Comuni che hanno provveduto a pubblicare le aliquote "in tempo".

Le Regole per il pagamento della Tasi sulla Prima Casa - Per chi possiede solo un'abitazione principale non di lusso, quindi non più soggetta ad Imu, la Tasi è l'unica imposta patrimoniale dovuta (la base imponibile è infatti la stessa dell'Imu, ossia la rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per 160) anche per le pertinenze, fino ad un massimo di tre e una per ciascuna delle categorie catastali C/2, C/6 e C/7 (cantine e soffitte, box, posti auto scoperti). L'aliquota massima applicabile è pari al 2,5 per mille ma i comuni possono, nella loro autonomia, decidere di alzarla sino al 3,3 per mille per finanziare detrazioni per le categorie economicamente piu' disagiate.  I Comuni in questo campo hanno mano libera: possono stabilire le aliquote e le detrazioni come meglio credono: sulla base del numero degli occupanti, in base ai metri quadri, relativamente al quartiere, in riferimento al reddito o altro, senza alcun limite alle ipotesi praticabili.

In ogni caso per la gran parte dei Comuni la Tasi sulla prima casa sarà rinviata a dicembre. Com'è noto infatti, per gli immobili adibiti ad abitazione principale, il versamento dell'imposta è effettuato in un'unica rata entro il termine del 16 dicembre 2014 in tutti i casi in cui i Comuni non abbiano pubblicato la delibera di pagamento sul sito del Dipartimento delle finanze entro il 31 maggio 2014. Per verificare se il Comune ha preso o meno le decisioni in materia occorre, dunque, consultare la banca dati a questo indirizzo: www.finanze.it/dipartimentopolitichefiscali/fiscalitalocale/IUC/sceltaregione.htm
 
Le Regole per il pagamento della Tasi sugli altri immobili - Per chi possiede più di un appartamento, altre pertinenze che non rientrano tra quelle esenti, o immobili commerciali, la Tasi si pagherà a Giugno solo nei Comuni "puntuali" con le decisioni. Nei comuni ritardatari la prima rata della Tasi si pagherà entro il 16 settembre; e il saldo dell'imposta, sarà, invece, entro il 16 dicembre. Ma su questi immobili si dovrà pagare anche l'Imu che non subisce spostamenti (acconto quindi il 16 Giugno e saldo il 16 dicembre). In questo caso la prima rata dell'Imu deve essere versata sulla base dell'aliquota prevista per il 2013.

Immobili in Affitto - Nei Comuni che hanno pubblicato le delibere saranno chiamati alla cassa a giugno anche gli inquilini per pagare la Tasi. La legge prevede, infatti, che una quota sia a carico di chi occupa l'appartamento, o l'immobile commerciale, sia in affitto sia a titolo di comodato gratuito. Unica eccezione i contratti con durata entro i tre mesi nel corso dell'anno. In questo caso, infatti, il pagamento spetta solo al proprietario. La legge mette a carico dell'inquilino una quota tra il 10 e il 30% dell'imposta e non è prevista la possibilità di rivalersi sul proprietario se l'inquilino non paga. E' prevedibile, quindi, che nella stragrande maggioranza dei casi la quota dell'inquilino sia del solo 10%. La certezza, però, può darla solo la delibera comunale.

Si ricorda che per  il pagamento della Tasi va utilizzato il modello F24 come previsto per l'Imu. I codici di pagamento sono diversi per cui anche chi deve pagare per un solo immobile dovrà compilare due righi. E' possibile utilizzare anche per la Tasi eventuali crediti d'imposta per i quali si è deciso di optare per la compensazione.

Per la Guidi è stato fatto un buon lavoro. Poletti: "la misura è stata possibile anche grazie all'approvazione del decreto lavoro".

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E' terminata positivamente la vertenza Electrolux che si è conclusa, dopo la l'accordo raggiunto tra sindacati ed azienda, con la firma del governo. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha siglato a palazzo Chigi infatti l'accordo raggiunto sulla vertenza che vede protagonisti oltre mille dipendenti.  Dopo il premier, hanno firmato l'intesa il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, i presidenti delle Regioni interessate e i rappresentanti di sindacati e azienda.

"Tra settembre e ottobre Electrolux indicava 1700 lavoratori in più, quasi una chiusura per Porcia. Siamo arrivati ad un accordo significativo e importante e grazie ad un nuovo approccio delle relazioni industriali moderno si preservano tutti i posti lavoro: nessun licenziamento e nessun esubero". Così ha commentato proprio il ministro allo Sviluppo economica, Federica Guidi, sulla vertenza. Guidi ha sottolineato anche che i due terzi degli investimenti previsti dall'azienda, 150 milioni, sono destinati all'innovazione. Per lei è un "modello delle relazioni industriali", anche se "sarò comunque ancora più contenta quando firmeremo per porre le prime pietre di nuovi stabilimenti".

"Abbiamo la fortuna che è stato approvato il decreto lavoro, qui è contenuta una norma che prevede il rifinanziamento della decontribuzione dei contratti di solidarietà. Abbiamo la copertura ed è innalzata dal 25 al 30%", dice invece il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, durante la conferenza stampa su Electrolux. "Abbiamo avuto la possibilità di usare strumenti come gli ammortizzatori, affinchè possano diventare un aiuto ad un percorso di una nuova solidarietà. Questa è una buona via, perchè è la condivisione di un sacrificio che serve per trovare punto di equilibrio. Poletti ha aggiunto che la "decontribuzione si può usare quando c'è un piano industriale serio e una volontà di mantenimento dell'occupazione e ci sono investimenti.  E' una discussione difficile che poteva prendere diverse strade - ha concluso - ma a smentita dell'idea che ogni ministero tende a occuparsi dei fatti suoi, nel caso specifico palazzo Chigi, il ministero dello Sviluppo e del Lavoro hanno lavorato in armonia insieme".

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