Nicola Colapinto

Nicola Colapinto

Nicola Colapinto, avvocato con specializzazione in diritto del lavoro, seguo le principali questioni giuslavoristiche e previdenziali per PensioniOggi.it. 

In attesa del via libera dell'esecutivo il prossimo 13 Giugno alla Riforma della Pubblica Amministrazione ieri sono circolate le prime bozze dei provvedimenti che saranno sottoposti Giovedì all'attenzione dei sindacati.

{div class:article-banner-left}{/div}

Spicca la marcia indietro del governo sulla reintroduzione dell'«esonero dal servizio», cioè il pensionamento anticipato di chi è vicino alla fine della carriera per aprire nuovi spazi ai giovani. Doveva essere la chiave per la famosa «staffetta generazionale» ma il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, secondo quanto anticipato da Pensioni Oggi, si è dimostrato scettico su tale possibilità in quanto ciò avrebbe determinato una disparità di trattamento tra lavoratori pubblici e privati. La norma dunque rischia di essere stralciata dal provvedimento per poi essere ripresentata dopo il via libera - si spera - della Camera al progetto di legge Damiano sugli esodati.  Il "ritorno economico", secondo la Madia, sarebbe stato peraltro marginale ed avrebbe comportato nuove distorsioni.

Dovrebbe restare in piedi la cosiddetta proroga dell'opzione donna, cioè la possibilità di andare in pensione con i requisiti antecedenti alla legge 247/07 per le lavoratrici che scelgono il regime contributivo. Un'idea che potrebbe portare il regime, in scadenza nel 2015, sino al Dicembre 2016 o al 2017. 

Probabile poi la cancellazione del trattenimento in servizio, cioè la possibilità di continuare a lavorare per due anni dopo l'età della pensione. Il governo potrebbe liberare così circa 10 mila posti, ma coinvolgendo anche altri settori — come giustizia, sanità e università — si potrebbe arrivare anche a 15 mila. Sul piatto c'è anche l'ipotesi di un ammorbidimento del blocco del turnover, oggi limitato al 20% con un nuovo ingresso ogni cinque uscite. Non ci sono dubbi, invece, sul dimezzamento dei permessi sindacali. La spiegazione del ministero, nel documento inviato agli stessi sindacati, è l'unica che non arriva nemmeno ad una riga: «Il governo ritiene la misura necessaria».

Piu' chiare anche le regole anche della nuova mobilità. Viene eliminata, per gli spostamenti volontari, la necessità del nullaosta da parte dell'amministrazione di provenienza e del consenso del lavoratore interessato (a condizione tuttavia che sia conservato lo stesso stipendio e il trasferimento avvenga entro certi limiti geografici).

Resta invece da sciogliere il nodo del numero delle Prefetture da ridurre: l'ipotesi iniziale era di portale a 40, una per regione con qualche deroga al Sud nelle zone a più alto rischio criminalità.

L'istituto di previdenza con la circolare Inps 73/2014 ha specificato i nuovi termini di pagamento dei trattamenti di fine servizio/rapporto previsti dalla legge 147/2013 (legge di stabilità 2014).

{div class:article-banner-left}{/div}

La legge n. 147 del 27 dicembre 2013 ha infatti esteso la modalità di pagamento rateale dei Tfs e Tfr dei dipendenti pubblici anche alle prestazioni di importo lordo complessivo superiore a 50mila euro; ha, inoltre, innalzato a dodici mesi il termine di pagamento delle prestazioni per le cessazioni dal servizio per raggiungimento del limite di età o di servizio.

Nello specifico in relazione alle cessazioni dal servizio che intervengono dal 1° gennaio 2014 e con riferimento ai dipendenti che maturano i requisiti per il pensionamento a partire dalla stessa data, i trattamenti di fine servizio e fine rapporto, comunque denominati, vengono corrisposti: in unica soluzione se  di importo pari o inferiore a 50.000 euro; in due o tre rate annuali, se di ammontare superiore a 50.000 euro a  seconda che l’importo complessivo superi i 50.000 euro ma sia inferiore a 100.000 (in tal caso le rate sono due: 50.000 la prima e la parte eccedente la seconda) ovvero sia pari o superiore a 100.000 euro (e in tal caso le rate sono tre: 50.000  la prima; 50.000 la seconda e la parte eccedente i 100.000 la terza).

L'istituto precisa che i trattamenti, per i soggetti in questione, vengono liquidati entro 105 giorni per i decessi e le inabilità, dopo 24-27 mesi per le dimissioni volontarie, 12/15 mesi in tutti gli altri casi.

Per i dipendenti che invece cessano dal servizio avendo conseguito i requisiti pensionistici entro il 31 dicembre 2013, si applica la disciplina  di cui al comma 7 dell’art. 12 del decreto legge n. 78/2010 illustrata nella circolare Inpdap n. 17 dell’8 ottobre 2010 e che dispone che le indennità di fine servizio e di fine rapporto vengano corrisposte:

  1. in un unico importo annuale se l'ammontare complessivo della prestazione, al lordo delle relative trattenute fiscali, è pari o inferiore a 90.000 euro;
  2. in due importi annuali se l'ammontare complessivo della prestazione, al lordo delle relative trattenute fiscali, è superiore a 90.000 euro ma inferiore a 150.000 euro; in tal caso il primo importo annuale è pari a 90.000 euro ed il secondo importo annuale è pari all'ammontare residuo;
  3. in tre importi annuali se l'ammontare complessivo della prestazione, al lordo delle relative trattenute fiscali, è uguale o superiore a 150.000 euro; in tal caso il primo importo annuale è pari a 90.000 euro, il secondo importo annuale è pari a 60.000 euro e il terzo importo annuale è pari all'ammontare residuo.

In favore di tali soggetti peraltro restano confermati termini di pagamento piu' brevi (105 giorni per l'inabilità e 6 mesi per gli altri casi). Per fruire dei termini anticipati con riferimento al regime sperimentale donna l'Inps precisa tuttavia che il perfezionamento del requisito anagrafico (57 anni 3 mesi) e contributivo (35 anni) non può essere considerato come un autonomo requisito per il diritto alla pensione se non si verifica anche la cessazione del rapporto di lavoro.

Per quanto riguarda i prepensionamenti che le pubbliche amministrazioni possono attivare in forza del Dl 95/2012 e della circolare della Funzione Pubblica 4/2014, per le posizioni dichiarate in soprannumero o in eccedenza, i lavoratori possono continuare ad accedere alla pensione con i vecchi requisiti a condizione che perfezionino la decorrenza del trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2016. In tal caso però il termine di pagamento del trattamento di fine servizio/rapporto non decorrerà dalla data di cessazione dal servizio secondo le regole vigenti prima del decreto legge 201/2011, ma dalla data in cui il personale in parola maturerebbe il teorico diritto a pensione secondo le regole introdotte dalla Riforma Fornero con un posticipo che potrà anche superare i 5 anni.

Nell'intervista rilasciata ieri al settimanale "Oggi" il Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia indica la volontà del governo a lavorare per rendere la Riforma Fornero del 2011 piu' flessibile ed in linea con le esigenze del paese.

{div class:article-banner-left}{/div}

“Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, sta chiedendo con forza l’introduzione di meccanismi di flessibilità in uscita, anche nel privato. Con le percentuali di disoccupazione giovanile come le nostre non si può non farlo. Nel pubblico, in base alla Costituzione, si entra per concorso. E non ce ne sono da troppo tempo. Dobbiamo creare spazi per nuovi ingressi nella Pubblica Amministrazione”. Sulla possibilita’ di una revisione della Legge Fornero, la Ministro osserva: “Non parlerei di revisione. Dobbiamo bilanciarla con altri strumenti: l’esonero dal servizio col 65% dello stipendio, il part-time incentivato, la fine del trattenimento in servizio, l’opzione donna per le lavoratrici ma anche piccoli prepensionamenti”.

Nei giorni scorsi il Ministro Poletti aveva chiarito che il governo non sta pensando ad un aumento dell'età pensionabile ribadendo piuttosto che le preoccupazioni dell'esecutivo sono nel trovare una soluzione alla questione esodati. "Noi abbiamo all'ordine del giorno un tema che è quello degli esodati. Stiamo lavorando per trovare una soluzione strutturale: questo è il punto di emergenza che abbiamo, e questo affrontiamo" ha detto Poletti.

Intanto l'ex ministro del lavoro Cesare Damiano (Pd) rilancia la sua ricetta: "Per risolvere il problema in modo strutturale esistono due strade: introdurre un criterio di flessibilità, a partire dai 62 anni, per l’uscita dal lavoro verso la pensione, oppure il ritorno alle quote ante Fornero.  Solo queste misure radicali possono risolvere il problema: al contrario avremmo solo dei palliativi inutili e controproducenti".

Arrivano diverse novità dalle Commissioni Finanze del Senato che hanno dato l'ok unanime oggi agli emendamenti al decreto Irpef. In primo piano c'è l'accoglimento della proposta di Ncd che chiedeva l'estensione dei famosi 80 euro in busta paga anche in favore delle famiglie monoreddito. 

{div class:article-banner-left}{/div}

Secondo il relatore Antonio D'Alì, del Nuovo Centrodestra, intervenuto a margine dei lavori, "l'estensione ci sarà" anche se l'esponente di Ncd non ha rivelato i termini dell'ampliamento; comunque la misura in discussione dovrebbe coinvolgere le famiglie monoreddito con due o tre figli a carico. Per questa operazione "si sta ragionando su un plafond di 60-70 milioni di euro" per la copertura, ha poi aggiunto il senatore. D'Alì ha rimarcato che questo consentirà di realizzare "l'80% di quanto proposto da Ncd e di venire incontro alle fasce di famiglie monoreddito con figli a carico con una 'scalettatura' secondo le risorse disponibili".

Tra gli altri emendamenti approvati al testo di legge ce n'è anche uno che riguarda le società partecipate dallo Stato, che dovranno procedere a tagli ma più "flessibili" rispetto all'impianto originario del decreto: è quanto prevede la modifica dei relatori, Cecilia Guerra (Pd) e D'Alì a Palazzo Madama. Si dispone infatti che i tagli ai costi operativi (fissati nel 2,5% per il 2014 e 4% nel 2015) avverranno con modalità parzialmente o totalmente alternative rispetto a quelle più stringenti previste dall'articolo 20 del provvedimento. Andranno però mantenuti gli obiettivi di risparmio previsti. In seguito a un emendamento del M5S, invece, le amministrazioni pubbliche dovranno pubblicare sul proprio sito internet i dati relativi ai compensi percepiti dai componenti del cda in quanto componenti di organi di società o fondi controllati o partecipati.

Slitta il pagamento dei canoni di concessione per le spiagge. Stop agli affitti d'oro delle Pa.

Slitta invece al 15 settembre il termine per il pagamento del canone per le concessioni della spiagge. Il nuovo termine riguarderà non solo il 2014 ma é da considerarsi a regime. Lo stabilisce un altro emendamento al decreto Irpef approvato dalle commissioni. Rinviata al 15 ottobre la riforma del settore che doveva vedere la luce entro lo scorso 15 maggio.

Grazie ad un emendamento M5s riscritto dai relatori e approvato dalle commissioni, il Dl Irpef accoglie anche la norma già prevista dal decreto Salva-Roma per bloccare gli affitti d'oro. La proposta di modifica prevede che le amministrazioni pubbliche e gli organi costituzionali, nell'ambito della propria autonomia, possano comunicare entro il 31 luglio 2014 il preavviso di recesso dai contratti di locazione di immobili in corso alla data di entrata in vigore del decreto. Il recesso potrà essere perfezionato dopo 180 giorni dal preavviso

Il Governo si muove sulla Riforma della Pubblica Amministrazione. «Ci siamo» ha detto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, dopo aver ricevuto dal Ministro Marianna Madia, il rapporto sulle 34.674 e-mail inviate dai cittadini che hanno partecipato alla consultazione pubblica. I provvedimenti ufficiali si conosceranno nel Consiglio dei Ministri del 13 Giugno.

{div class:article-banner-left}{/div}

Il Premier Matteo Renzi sta pensando di anticipare un piccolo pezzo della Riforma con un emendamento al Decreto Legge sul bonus da 80 euro, già all’esame del Senato.

Qui potrebbe vedere la luce l’accorpamento di Aci e Motorizzazione, assegnando proprio alla Motorizzazione la gestione del Pra (Pubblico Registro Automobilistico), oggi diviso a metà con l’Automobil Club.  Un'altra misura che potrebbe essere approvata d'urgenza, riguarda la creazione di una Scuola unica della Pubblica Amministrazione che unirebbe le cinque esistenti oggi, con l’istituzione di una banca data unica per le Società partecipate degli Enti locali e il controllo affidato al Ministero dell’Economia. I tre emendamenti dovrebbero essere presentati nei prossimi giorni nelle Commissioni Tesoro e Finanze del Senato che stanno lavorando al Decreto Irpef, provvedimento che tuttavia ha subito uno slittamento per via dei contrasti emersi tra Governo e maggioranza sulle modifiche da apportare.

In particolare, pare in bilico l'estensione del bonus da 80 euro ai nuclei mono-reddito con più figli (almeno 3), che rischia di non entrare nel provvedimento.

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati