Redazione

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AGI) - Roma, 16 set. - Le riforme e i provvedimenti contenuti nel 'Mille giorni' sono "l'ultima chance per l'Italia". "Se perdiamo, non perde il governo ma l'Italia". Matteo Renzi, nel suo intervento alla Camera con cui traccia le linee di attuazione del programma dell'esecutivo, sprona la politica all'azione, chiede unita' per condurre in porto le riforme e minaccia "provvedimenti d'urgenza" se le Camere non approveranno la delega sul lavoro in tempi ragionevoli. "Il mondo fuori di qui ha bisogno di una classe politica che pensi all'Italia e agli italiani e che non si limiti costantemente alla polemica autoreferenziale", dice.

Negli ultimi anni "ci siamo guardati troppo allo specchio" e ora "e' il momento di aprire la finestra e di guardare fuori. Di cogliere il messaggio dei cittadini". Per i prossimi tre anni, suggerisce, "lavoriamo su provvedimenti concreti. Poi, al momento dello scontro elettorale, vedremo chi avra' consenso e chi ne avra' di piu'. Ma fino a quel momento continuiamo a lavorare perche' l'Italia recuperi il proprio ruolo in Europa e l'Europa abbia ancora un senso nel mondo". La strada da seguire e' quella delle riforme e dei 'Mille giorni', "l'ultima chance per recuperare il tempo perduto".

L'opposizione all'attacco: una pagliacciata

Per centrare l'obiettivo Renzi si dice disposto anche a perdere voti, ma e' fondamentale arrivare alla fine della legislatura: "Non abbiamo paura di confrontarci con gli italiani", afferma. Ma "oggi l'Italia ha bisogno di una sfida che abbia come orizzonte il maggio 2018. Siamo disponibili a effettuare un percorso di riforme per cui alla fine si possa anche perdere consenso. Sono disponibile a correre il rischio di perdere le elezioni ma non di perdere tempo".

"Si vota fra tre anni. Il fisco sara' piu' semplice"

Legge elettorale e lavoro: due tra i provvedimenti piu' importanti da approvare subito. "Bisogna varare la legge elettorale non per andare al voto, altrimenti non avrebbe senso presentare il programma dei mille giorni, ma per mettere fine alla melina sulle riforme", spiega. Mentre sulla riforma del lavoro avverte i partiti: "Rispettiamo il Parlamento e per questo abbiamo presentato la delega sul mercato del lavoro. Ma siamo pronti a intervenire anche con misure di urgenza perche' non possiamo aspettare un minuto di piu'. Rispetto il dibattito parlamentare ma rispetto anche le pressioni degli imprenditori che vogliono investire".

"Scoop o avvisi di garanzia non mettano a rischio l'Eni"

E proprio agli imprenditori Renzi assicura che il calo del costo del lavoro, iniziato con il taglio del 10% dell'Irap, continuera' anche il prossimo anno. Alla fine dei 'Mille giorni', spiega in sintesi, ci sara' "un fisco piu' semplice, meno complesso", "una legge sui diritti civili" e una riforma della giustizia "che deve cancellare il violento scontro ideologico del passato". "Se la politica fa la sua parte allora e' in condizione di chiedere a un magistrato di fare le ferie come un cittadino qualsiasi".

- Roma, 16 set. - "Il mondo fuori di qui ha bisogno di una classe politica che pensi all'Italia e agli italiani e che non si limiti costantemente alla polemica autoreferenziale". Cosi' il presidente del Consiglio ha concluso il suo intervento alla Camera sulle linee di attuazione del programma di governo. "Ci siamo guardati troppo allo specchio, e' il momento di aprire la finestra e di guardare fuori. Di cogliere il messaggio dei cittadini. Per i prossimi tre anni - ha aggiunto - lavoriamo su provvedimenti concreti. Poi, al momento dello scontro elettorale, vedremo chi avra' consenso e chi ne avra' di piu'. Ma fino a quel momento, non al giorno prima, continuiamo a lavorare perche' l'Italia recuperi il proprio ruolo in Europa e l'Europa abbia ancora un senso nel mondo". Alla fine dei Millegiorni ci sara' "un fisco piu' semplice, meno complesso" ha assicurato il premier. .

- Roma, 16 set. - "Qualcuno ha dipinto la scelta del provvedimento dei 'Mille giorni' come un tentativo di dilazionare, di perdere tempo. Mai lettura puo' essere piu' grottesca e ridicola". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aprendo il suo intervento alla Camera sulle linee di programma dell'esecutivo. "I 'Mille giorni' - ha spiegato - sono l'ultima chance per recuperare il tempo perduto. Dopo aver perso tanto tempo negli anni passati, ora abbiamo l'ultima chance. Se perdiamo - ha concluso - non perde il governo ma l'Italia".

Scoop o avvisi di garanzia non mettano a rischio l'Eni

L'Italia ha interrotto caduta, ma non basta

"L'Italia ha interrotto la caduta ma non basta. I numeri non sono piu' quelli devastanti di mesi fa ma chi si accontenta di fermare la caduta non sta bene" ha detto Renzi facendo notare che, se e' vero che l'Italia prima era in recessione insieme agli altri paesi, ora ha fermato la sua caduta mentre gli altri cominciano timidamente a riprendersi e ammonisce che questo non basta, bisogna ripartire.

Meglio chi si spacca schiena dei professionisti della tartina

"Rispetto al derby tra i 'professionisti della tartina' e l'Italia che si spezza la schiena, noi stiamo con questa seconda parte" ha aggiunto. Con la riforma del Senato "i senatori hanno dimostrato che il tempo delle rendite e' finito che i sacrifici li chiediamo prima per noi. Se la politica fa la sua parte - ha sottolineato - allora e' in condizione di chiedere a un magistrato di fare le ferie come un cittadino qualsiasi".

Stop alla melina, ma non per andare a voto

"Bisogna varare la legge elettorale subito non per andare al voto, altrimenti non avrebbe senso presentare il programma dei mille giorni, ma per mettere fine alla melina sulle riforme". Ha concluso, spiegando che la legge elettorale si deve fare cercando un accordo possibile senza veti, perche' non e' possibile che qualcuno si scelga la sua legge elettorale. Una "ennesima melina" sulla legge elettorale, ha spiegato, "suonerebbe come un affronto a cio' che e' stato detto da autorevoli esponenti come il presidente della Repubblica e sarebbe uno schiaffo alla dignita' della classe politica che si dimostrerebbe incapace di trovare delle soluzioni".

- Roma, 16 set. - Oggi il Presidente del Consiglio e segretario nazionale del Pd dara' il triplice fischio alla partita sulla segreteria. Tra le ultime limature al discorso per i Mille Giorni e un viaggio a Palermo per inaugurare l'anno scolastico nel quartiere di Don Pino Puglisi, ieri il segretario si e' concentrato sulla messa a punto della nuova macchina organizzativa. Continui i contatti tra lui e il vice del partito, Lorenzo Guerini, e tra questo e i maggiorenti del partito di Camera e Senato. La lista di Renzi e' pronta e dovrebbe approdare oggi in direzione. Modifiche dell'ultimo minuto non sono pero' da esludere: "Lui e' capace di cambiare idea nel tragitto tra Palazzo Chigi e il Nazareno..." scherza, ma neanche troppo, un parlamentare democratico. "Sara' una segreteria unitaria, nonostante le polemiche della minoranza del partito", dice il segretario ai suoi. Perche' i bersaniani piu' duri continuano a rispedire al mittente qualsiasi offerta di collaborazione in assenza di un documento che apra, per lo meno, una discussione politica sul rapporto tra Pd e Governo, oggi troppo schiacciato su Palazzo Chigi, a sentire i critici. Dell'opposizione interna, dunque, dovrebbero entrare i tre vicini al capogruppo della camera Roberto Speranza, e cioe': Enzo Amendola, con una delega agli esteri, Micaela Campana, forse agli Enti Locali, e Danilo Leva, con un incarico su giustizia e legalita'. Area Dem si e' attestata sui nomi di Emanuele Fiano, Daniela Sbrollini e sulla riconferma di Chiara Braga. Un nome, o forse due, anche dai Giovani turchi. Ancora da decidere pero' le caselle da assegnare. Resta l'incognita dell'organizzazione, che dovrebbe essere ricoperta dal vicesegretario Guerini, 'aiutato' da Micaela Campana, e degli Esteri. In alternativa a Campana, pero', potrebbe arrivare, sempre in quota Bersani, la deputata veneta Alessia Rotta. Una rosa che si potrebbe allargare se il puzzle comprendesse gli uffici di presidenza dei gruppi parlamentari e l'esecutivo. Quel che resta da decidere e' se la segreteria sara' completamente rinnovata (ad eccezione dei due vicesegretari, del tesoriere e di poche altre caselle) o se ci sara' solo una sostituzione di chi ora ricopre incarichi di governo o in Europa. Altra decisione da prendere e' se 'allargare' il rimescolamento anche ad alcuni vertici dei gruppi e ai due posti da sottosegretario rimasti vacanti dopo l'elezione di Giovanni Legnini al Csm e alla nomina di Roberto Reggi all'Agenzia del demanio. La minoranza 'critica', intanto, rimane alla finestra in attesa di vedere "se Renzi utilizzera' il rinnovo della segreteria e gli altri ruoli di governo per allargare e consolidare la base, facendo entrare tutto il Pd oppure si chiudera' in una sorta di fortino renziano. In questo secondo caso", spiegano parlamentari della minoranza dem, "diventerebbe tutto piu' difficile". .
- Roma, 16 set. - Un discorso "programmatico" in cui offrire una visione di insieme per il governo. E' quello a cui ha lavorato il presidente del consiglio, Matteo Renzi, nelle ore che lo separano dall'intervento che terra' al Parlamento stamane alle 10,30 a Montecitorio; alle 15 sara' poi la volta del Senato. Temi centrali saranno il lavoro, le riforme, in particolare la legge elettorale, il fisco e la giustizia. Certo, il premier rivendichera' i risultati ottenuti dal governo, ma soprattutto indichera' una visione di insieme, con passaggi sull'Europa, sulla scuola, sulla situazione internazionale. .
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