Redazione
Competitivita': voto di fiducia domani alle 21,40
Martedì, 05 Agosto 2014Quota 96, M5S: vergognoso il dietrofront del governo
Lunedì, 04 Agosto 2014Oggi al Senato abbiamo assistito ad un vergognoso dietrofront da parte del governo sulla vicenda dei pensionamenti degli insegnanti ingiustamente bloccati dalla riforma Fornero (i cd. quota 96 della scuola): prima il ministro Madia aveva promesso di risolvere il problema con una norma all'interno del decreto sulla Pubblica Amministrazione e oggi, come se nulla fosse, con un colpo di spugna questa stessa norma è stata cancellata e con essa la speranza per 4mila insegnanti di veder rispettato il loro diritto ad andare in pensione". Kamsin E' quanto hanno affermato in una nota i parlamentari M5S delle commissioni Cultura di Senato e Camera.
"Il motivo è sempre lo stesso: nonostante il Parlamento si fosse espresso a favore di questa norma, ora il governo viene a dirci che i soldi non ci sono. Ora a quegli insegnanti che dopo una vita di sacrifici avevano maturato i requisiti per andare in pensione e che poi si sono visti negare questo diritto, il ministro Madia deve andare a spiegare come mai le risorse per continuare a pagare stipendi e pensioni d'oro ai parlamentari ci sono, mentre per correggere una palese ingiustizia no".
"Altrimenti gli italiani saranno autorizzati a credere che la spending review si fa sempre e solo sulle spalle e sulle tasche dei cittadini. Constatiamo con terrore, inoltre, che Renzi e il suo governo non sanno fare bene i conti: oggi se ne accorgono i 4mila docenti che non andranno in pensione, domani se ne accorgeranno tutti gli italiani", concludono i parlamentari cinquestelle.
Zedde
Giustizia, giro di vite del governo sui magistrati che sbagliano
Lunedì, 04 Agosto 2014Riforme: Renzi, Si cambia; altra misura per quota 96
Lunedì, 04 Agosto 2014P. A.: governo frena su pensioni, cancellata quota 96 per insegnanti
Lunedì, 04 Agosto 2014- Roma, 4 ago. - Frenata sulle pensioni: dei medici, dei professori universitari, di quelle della scuola toccate dalla "quota 96". Il governo lo annuncia di prima mattina, attraverso il ministro Marianna Madia che entra in commissione affari costituzionali del Senato mentre si passa al vaglio il decreto sulla pubblica amministrazione. "Ci saranno quattro emendamenti soppressivi", preannuncia. Detto fatto: dalla commissioni esce un provvedimento ritoccato su una serie di punti delicati (alla fine sono tre).
Viene cancellata la cosiddetta 'quota 96' (che dava il via libera a circa 4mila pensionamenti nella scuola) e sparisce il tetto dei 68 anni per il pensionamento dei professori universitari e dei primari. Tornano, infine, le penalizzazioni per chi va in pensione a 62 anni. Ora si va in Aula che, in omaggio ai ritmi di lavoro galoppanti tenuti in questi ultimi giorni, alle 20 procedera' con la discussione generale per passare alle votazioni nella mattinata di domani.
Sara' anche questo un passaggio rapido: lo stesso ministro Madia ha lasciato intendere con pochi giri di parole che si procedera' con regolare richiesta di voto di fiducia (la 18ma posta dal governo sin dalla sua nascita) e si andra' oltre, con la ripresa dell'esame delle riforme. Scontente le opposizioni, in particolare Sel: "Il Governo dei soli annunci ha colpito ancora: per i lavoratori della scuola 'quota 96' si allontana di nuovo il sacrosanto diritto di andare in pensione".
Ma anche Forza Italia non e' per nulla convinta: una decisione "vergognosa in cui vince la burocrazia". Peculiare il fatto che i mugugni arrivino anche da una parte dei deputati del Partito Democratico. In sette chiedono al governo di ripensarci, anche loro parlando di vittoria dei freddi numeri della burocrazia sul buon senso. Matteo Renzi, intanto, si esprime per interviste. Ne concede una a "La Repubblica" che ha tutta l'aria di voler preparare la campagna di settembre.
"E' vero la ripresa e' debole. Ma non siamo messi male e il prossimo non sara' un autunno caldo", rassicura, "La Troika non arrivera' e se mai ci fosse bisogno di una manovra, non imporremo nuove tasse. E comunque rimarremo sotto il 3% nel rapporto deficit/pil". La parola d'ordine sembra essere 'serenita'".

