Redazione

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- Roma, 9 ago. - O loro o la democrazia. Beppe Grillo annuncia la Lunga marcia, in un post sul suo bolg in cui compare disegnato come Mao. "Non c'e' piu' l'alternativa tra noi o loro, ma tra loro e la democrazia" scrive Grillo, che ricorda come "dopo l'abolizione del Senato e il tradimento della Costituzione da parte del trio Napolitano, Renzie, Berlusconi, l'unica forza democratica del Paese e' il M5S. L'unica che opera attraverso gli strumenti di democrazia rimasti: leggi popolari, referendum, elezioni di candidati 'non nominati', rispetto dell'esito referendario dell'eliminazione dei finanziamenti pubblici ai partiti e della pubblicizzazione dell'acqua". "Il M5S ha provato in tutti i modi di affermare una democrazia con la partecipazione autentica dei cittadini. Ha persino provato a migliorare la legge elettorale con una sua proposta, sbeffeggiata dall'ebetino, che non ci ha ancora risposto in streaming come se non rappresentassimo milioni di votanti alle politiche, che giocava con il telefonino mentre i nostri rappresentanti discutevano". Per Grillo il premier e' "un truzzo con le pieghe della pancia de fora nella camicetta bianca da gaga'. O loro o la democrazia. Non c'e' piu' scelta. Sara' una lunga marcia. Se necessario dovremo convincere gli italiani uno per uno, un porta a porta nazionale, ma arriveremo al governo. Non abbiamo fretta. Con questi golpisti comunque non ci vogliamo piu' avere niente a che fare. Prepariamoci al referendum confermativo per il Senato. Il potere appartiene al popolo, non ai partiti". .
- Roma, 9 ago. - "Quando la riforma arrivera' alla Camera, io faro' la mia parte. E' in discussione qualcosa di particolarmente importante per il Paese e per il futuro, e' un esercizio che richiede tanta ponderazione". Lo dichiara la presidente della Camera, Laura Boldrini, in un'intervista al 'Corriere della Sera'. Quindi spiega: "Usero' gli strumenti che il regolamento mi mette e a disposizione e mi atterro' alle procedure, come ho fatto finora. Faro' di tutto per dare i tempi e le forme di discussione adeguati. La Costituzione non si cambia a ogni legislatura". Quanto ai tempi, Boldrini osserva: "Il calendario lo decide la conferenza dei capigruppo. Immagino che questo provvedimento stia a cuore ai partiti della maggioranza e sia prioritario, ritengo prevedibile che possa essere richiesta la calendarizzazione alla ripresa e poiche' da regolamento deve essere lavorato per due mesi in commissione, potremmo portarlo in Aula alla fine di ottobre o, al piu' tardi, all'inizio di novembre. Sempre che ne venga richiesta la calendarizzazione alla ripresa". "Le riforme costituzionali e la legge elettorale vanno fatte. Anche io mi auguro che le priorita' economiche e il lavoro saranno centrali in autunno, ma le due cose non sono ad excludendum - osserva - Se vogliamo dare credibilita' alle istituzioni si deve fare quello che si promette e che i cittadini chiedono. Il bicameralismo paritario ha fatto il suo tempo, sono d'accordo tutti". "Altri Paesi in Europa hanno un Senato non elettivo, che rappresenta le autonomie locali - prosegue poi sul merito della riforme - Non e' un caso isolato, ne' un segnale negativo". Quanto alla legge elettorale approvata dalla Camera e ora all'esame del Senato, "in tempi di disamore e sconforto verso la politica avere soglie molto alte che escludano la rappresentanza non sarebbe saggio. L'otto per cento sono quasi due milioni di persone, come possiamo concepire di tagliar fuori un numero cosi' elevato di elettori? Ritengo un buon compromesso l'aver abbassato a 150mila le firme per le proposte di iniziativa popolare". .

- Roma, 9 ago. - E alla fine arriva il primo via libera del Senato al ddl riforme costituzionali. E arriva entro il termine fissato da Matteo Renzi, l'8 agosto, prima della pausa estiva dei lavori parlamentari.

Non a caso il premier - che pure ha dovuto rinunciare a parlare a palazzo Madama per evitare di surriscaldare ulteriormente il clima con le opposizioni, che hanno lasciato l'Aula al momento del voto - commenta soddisfatto: "Ci vorra' tempo, sara' difficile, ci saranno intoppi. Ma nessuno potra' piu' fermare il cambiamento iniziato oggi", scrive su twitter. Dopo settimane di stop and go, di forti polemiche tra maggioranza e minoranza, di accuse anche dure nei confronti del presidente del Senato Pietro Grasso, 'reo' a dire delle opposizioni (fatta eccezione per Forza Italia) di non essere stato sopra le parti, il ddl riforme supera il primo scoglio del voto: 183 i voti favorevoli, 4 astenuti.

Anche i dissidenti del Pd abbandonano l'Aula assieme a 5 Stelle, Lega, Sel e Gal.
  Pallottoliere alla mano, il ddl passa grazie ai voti di Forza Italia, che pure deve fare i conti con i 'frondisti' interni, in tutto una ventina, che gia' promettono battaglia nel passaggio del provvedimento alla Camera. Nel Pd i 'dissidenti' superano la decina.

Silvio Berlusconi non si lascia sfuggire l'occasione di mettere il cappello sul ddl, e in una lettera inviata a senatori e deputati azzurri, rivendica il ruolo "determinante" svolto dal suo partito: "Si e' conclusa - scrive l'ex premier - una stagione lunga e faticosa" ma "Forza Italia e' tornata ad essere protagonista". Il leader azzurro si dice convinto di poter tornare a "recuperare entro pochi mesi la piena agibilita' politica ed elettorale" ed annuncia - "dopo il martirio" subito - di lavorare alla ristrutturazione di Forza Italia.

Non nasconde la soddisfazione l'autrice del ddl, Maria Elena Boschi, presa 'd'assalto' dopo il voto dai baci e dagli abbracci in Aula. (Galleria Fotografica)

"E' stato un passaggio importante e impegnativo, non e' mai venuta meno la determinazione", afferma. "E' un primo segnale della voglia di cambiamento e della capacita' di rispettare gli impegni presi con i cittadini", aggiunge il ministro delle Riforme che ribadisce l'avvio a settembre dell'esame della legge elettorale a palazzo Madama.

Gioisce Ncd, che rivendica il "supporto fondamentale" dato per l'esito odierno dell'iter parlamentare del ddl, mentre il correlatore leghista, Roberto Calderoli, si toglie qualche sassolino dalle scarpe: "Il canguro per 1400 emendamenti e rotti, nessuno l'aveva mai fatto, e' veramente un canguro con il jet nel sedere", ironizza amaro e rivela di aver ricevuto "pressioni da tutti, tranne il Papa e Putin".

Tranchant il commento del quadro politico da parte di Beppe Grillo: "Draghi ha licenziato il terzo cameriere, dopo Monti e Letta e' l'ora Renzie. E' del tutto chiaro che e' lui il vero capo del Governo".

- Roma, 8 ago. - E' iniziata , a Palazzo Madama, la seduta d'Aula per il voto finale sul ddl costituzionale che sancisce la fine del bicameralismo e modifica il titolo V della Carta. Dodici gli interventi previsti in dichiarazione di voto. In dissenso interverranno la senatrice a vita Elena Cattaneo e il senatore Pd Vannino Chiti. Nell'Aula di palazzo Madama, presieduta dal presidente del Senato, Pietro Grasso, sui banchi del governo c'e' oltre al ministro Maria Elena Boschi anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, il ministro per gli Affari Regionali, Lanzetta, unitamente alcuni sottosegretari del governo Renzi. Le opposizioni non partecipano al voto: Lascia l'Aula il Movimento 5 Stelle. Lo fa con una fila ordinata di tutti i senatori che, in silenzio, seguono i capogruppo Vito Petrocelli, che e' appena intervenuto nell'emiciclo: "Il Movimento 5 Stelle questo governo l'ha gia' sfiduciato e lo sfiducia anche oggi", ha detto Petrocelli dopo aver denunciato che Renzi "ha fallito". Anche la Lega, Gal, Sel E gruppo misto confermano il proposito di non partecipare al voto finale sulle riforme costituzionali. .

- Roma, 8 ago. - E alla fine arriva il primo via libera del Senato al ddl riforme costituzionali. E arriva entro il termine fissato da Matteo Renzi, l'8 agosto, prima della pausa estiva dei lavori parlamentari.

Non a caso il premier - che pure ha dovuto rinunciare a parlare a palazzo Madama per evitare di surriscaldare ulteriormente il clima con le opposizioni, che hanno lasciato l'Aula al momento del voto - commenta soddisfatto: "Ci vorra' tempo, sara' difficile, ci saranno intoppi. Ma nessuno potra' piu' fermare il cambiamento iniziato oggi", scrive su twitter. Dopo settimane di stop and go, di forti polemiche tra maggioranza e minoranza, di accuse anche dure nei confronti del presidente del Senato Pietro Grasso, 'reo' a dire delle opposizioni (fatta eccezione per Forza Italia) di non essere stato sopra le parti, il ddl riforme supera il primo scoglio del voto: 183 i voti favorevoli, 4 astenuti.

Anche i dissidenti del Pd abbandonano l'Aula assieme a 5 Stelle, Lega, Sel e Gal. Pallottoliere alla mano, il ddl passa grazie ai voti di Forza Italia, che pure deve fare i conti con i 'frondisti' interni, in tutto una ventina, che gia' promettono battaglia nel passaggio del provvedimento alla Camera. Nel Pd i 'dissidenti' superano la decina.

Silvio Berlusconi non si lascia sfuggire l'occasione di mettere il cappello sul ddl, e in una lettera inviata a senatori e deputati azzurri, rivendica il ruolo "determinante" svolto dal suo partito: "Si e' conclusa - scrive l'ex premier - una stagione lunga e faticosa" ma "Forza Italia e' tornata ad essere protagonista". Il leader azzurro si dice convinto di poter tornare a "recuperare entro pochi mesi la piena agibilita' politica ed elettorale" ed annuncia - "dopo il martirio" subito - di lavorare alla ristrutturazione di Forza Italia.

Non nasconde la soddisfazione l'autrice del ddl, Maria Elena Boschi, presa 'd'assalto' dopo il voto dai baci e dagli abbracci in Aula. (Galleria Fotografica)

"E' stato un passaggio importante e impegnativo, non e' mai venuta meno la determinazione", afferma. "E' un primo segnale della voglia di cambiamento e della capacita' di rispettare gli impegni presi con i cittadini", aggiunge il ministro delle Riforme che ribadisce l'avvio a settembre dell'esame della legge elettorale a palazzo Madama.

Gioisce Ncd, che rivendica il "supporto fondamentale" dato per l'esito odierno dell'iter parlamentare del ddl, mentre il correlatore leghista, Roberto Calderoli, si toglie qualche sassolino dalle scarpe: "Il canguro per 1400 emendamenti e rotti, nessuno l'aveva mai fatto, e' veramente un canguro con il jet nel sedere", ironizza amaro e rivela di aver ricevuto "pressioni da tutti, tranne il Papa e Putin".

Tranchant il commento del quadro politico da parte di Beppe Grillo: "Draghi ha licenziato il terzo cameriere, dopo Monti e Letta e' l'ora Renzie. E' del tutto chiaro che e' lui il vero capo del Governo".

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