cumulo casse professionali

Mi sono licenziato da circa quattro mesi avendo preventivamente chiesto la pensione anticipata per cumulo tramite patronato.
La legge e’ chiara. La pensione spetta; da evidenziare, pero’, che ho 20 anni anni di contributi al 1995, comprensivi di riscatto laurea.
Ho inviato gia’ due missive di sollecito alla direzione provinciale INPS – senza risposta- lamentando la mancata erogazione della pensione ( la mancanza della circolare esplicativa e’ una inadempienza INPS che non ci riguarda – ho chiesto la applicazione della legge).
Nelle more ed in assenza di pensione, mi sono iscritto ad Inarcassa, per avere un reddito sostitutivo e sono pronto ad azioni legali con risarcimento danni qualora l’ erogazione della pensione superasse un tempo ragionevole che mi consenta di richiedere un risarcimento di una certa entita’ .
Ho seguito la procedura della circolare 60 che prevede la comunicazione delle dimissioni e la richiesta successiva di pensione in cumulo.
Il patronato ed il mio legale di fiducia mi garantiscono della bonta’ della procedura.
Resta fermo che dall’ INPS mi riferiscono che la circolare e’ pronta e che sara’ pubblicata a giorni.
Dal alcune notizie del forum sembrerebbe invece che potrebbero trascorrere ancora mesi dalla pubblicazione della circolare.
Ma tale notizia da dove arriva?

Angco, io a dicembre andai a chiedere all'Inps come e quando fare la domanda di pensione anticipata. Mi venne detto che le domande vanno presentate o via telematica dal sito Inps o dal Patronato, ma non prima dell'ultimo mese di lavoro dipendente, altrimenti viene scartata. L'Inps non ti dice nulla prima, sulla garanzia di pensionamento.
Ed è proprio questo il grave problema insito in questo tipo di pensionamento! Per il quale molti di noi stanno fremendo e si stanno infuriando sempre di più!!!
Il vero buco della legge sta proprio nel non accordo fra Inps e datore di lavoro, per concordare le dimissioni del lavoratore.

Buon giorno dico solo che la mia lettera di messa in mora è stata scritta prima che io mi licenziassi. Infatti se la leggete c'è scritto che mi lamento del danno di non poter usufruire del cumulo.... Quindi

Premetto che quanto sto per scrivere, nella prima parte, è solo una personale riflessione e nulla ha a che fare con la legge, seppure parte da essa.
Le casse sarebbero così preoccupate e difensive se, come si è ipotizzato più volte, dovessero pagare la loro quota solo al raggiungimento del requisito di vecchiaia (a differenza dell'INPS che pagherebbe subito)?
In questo caso per le casse nulla cambierebbe. A regime (vecchiaia) pagherebbero solo ciò che comunque dovrebbero pagare.
La preoccupazione delle casse, invece, è che devono pagare in anticipo rispetto alle loro previsioni e intendimenti ante LdS 2017.
Delle due, l'una: o non devono preoccuparsi (nel caso di pagamento differito) oppure devono preoccuparsi in quanto devono pagare subito al raggiungimento del requisito di anzianità in cumulo.
Secondo un mio modesto parere "devono preoccuparsi".

Il dettame della legge dice che il requisito di anzianità previsto con il cumulo LdS 2017 si raggiunge con 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne) con i requisiti più elevati tra gli enti interessati.
Orbene, mi pare, nessuno ha mai riferito diversamente, che alcuna cassa abbia una previsione di un numero di anni, per raggiungere il diritto a pensione anticipata, superiore a quella generale, detta "della Fornero".
Da qui, chi raggiunge il requisito della Fornero (ripeto 42 anni e 10 mesi e 41 anni e 10 mesi nel 2017 e nel 2018) acquisisce il diritto per poter richiedere l'assegno unico per pensione anticipata generale.
Il calcolo (misura) totale del "quantum" sarà la sommatoria degli importi maturati nelle singole gestioni che saranno sommate, appunto, tra loro (es. inps + casse + altri enti) per avere un assegno il cui importo totale è dato dalla somma maturata presso ogni singolo ente (casse comprese).
Il calcolo, come già detto nel mio precedente commento, è effettuato utilizzando le regole di calcolo già presenti nello statuto e nei regolamenti degli enti (es. inps + casse + altri enti) con riferimento alle retribuzioni e ai redditi del soggetto interessato.

Detto ciò, si puo dire che maturando i requisiti (diritto a pensionarsi) il conteggio spetta agli enti interessati che dovranno contribuire (tutti), quota parte, nel mese immediatamente successivo (bisogna fare la domanda, comunque, nel mese nel quale si matura il diritto, in caso contrario si perdono delle mensilità) a formare l'importo totale dell'assegno di pensione.

Riguardo della preoccupazione che la circolare INPS possa interpretare il dettame di legge in modo non trasparente, il rischio c'è, ma la storia ci ha detto anche che la stessa inps ha preso più di una "rimpallata".

Molto precisi alcuni tra gli ultimi interventi.

La 228/2012 è stata già chiaramente modificata dalla 232/2016.
SE L’INPS O LE CASSE PROFESSIONALI NON OTTEMPERANO ALL’ART 1 COMMA 195 DELLA 232/2017 (OVVERO DIRITTO AD UN’UNICA PENSIONE DI VECCHIAIA O DI ANZIANITA’ CON ESTENSIONE DEL CUMULO ANCHE ALLE CASSE PROFESSIONALI), ALL’ART 1 COMMI 239, 241, 245 E 246 DELLA 228/2012 (ovvero il diritto al trattamento di pensione di vecchiaia, e con la 232/2016 anche di anzianità, è conseguito in presenza dei requisiti anagrafici e di contribuzione più elevati tra quelli previsti dai rispettivi ordinamenti; le gestioni interessate, ciascuna per la parte di propria competenza, determinano il trattamento pro quota in rapporto ai rispettivi periodi di iscrizione maturati, secondo le regole del calcolo previste da ciascun ordinamento e sulla base delle rispettive retribuzioni di riferimento; per la determinazione del sistema di calcolo, ai fini dell’accertamento dell’anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1995, occorre avere riguardo all'anzianità contributiva complessivamente maturata nelle diverse gestioni assicurative come individuate dal comma 239 del medesimo articolo 1) SONO FUORI LEGGE ED I RICORSI SARANNO INEVITABILI!

Nicolett, io ho capito così:
1. La domanda di pensione va fatta all'INPS (ente previdenziale in cui vengono versati mensilmente i nostri contributi da parte della ASL), che è l'ente che di fatto pagherà la pensione.
2. La cassa professionale (ENPAM per me, ENPAV per te) versa la sua pro-quota all'INPS che a sua volta la versa al pensionato.
3. Quando si presenta la domanda telematica all'INPS, si può indicare sia da quando si è interrotto il rapporto di lavoro, oppure, in alternativa, quando si prevede di licenziarsi.
4. Finché non si manda la lettera di preavviso di dimissioni (e finché la ASL non avvia la procedura), il rapporto di lavoro non subisce modifiche.
Spero di non avere capito male. Così mi hanno detto al patronato e così ho fatto. Adesso aspetto di maturare i requisiti e, se non avrò avuto risposte,inizierò a sollecitare l'INPS con raccomandate. Solo dopo aver avuto conferma che la pensione è stata accordata, darò il preavviso di estinzione del rapporto di lavoro. È una procedura più lunga, ma non rischierò di restare senza pensione e senza stipendio.