età pensione professore universitario

Per Dcunisi che chiede:
''Perché il riferimento ai limite ordinamentale di 65 anni per la quiescenza dei professori associati non dovrebbe tener conto del limite ordinamentale contributivo ad esso collegato, ovvero di 20 anni di contributi?''.
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Perché anche se il limite ordinamentale anagrafico per i dipendenti pubblici è fissato a 65 anni, non implica che con questo requisito anagrafico e 20 anni di contributi si possa accedere a trattamento pensionistico.
Ai sensi e per gli effetti dei decreti legge n° 101/2013 e 90/2014 firmati dalla ex ministra per le Semplificazioni Maria Anna Madia, all'età di anni 65
l' amministrazione ha facoltà di collocare a riposo il personale che ha maturato un diritto a pensione.Ma non può averlo maturato se all'età 65 anni ha perfezionato 20 anni di contributi.
Lo avrebbe maturato se, e soltanto se, entro il 31 dicembre 2011 avesse perfezionato 40 anni di contributi,ovvero 42 anni e 10 mesi alla data odierna.
Da ricordare inoltre che i docenti universitari che abbiano maturato 42 anni e 10 mesi hanno comunque facoltà di permanere in servizio fino all'età di 70 anni, requisito peraltro incrementabile dalla speranza di vita.
Quindi i docenti universitari accedono trattamento pensionistico alle seguenti condizioni:
1)67 anni d'età e almeno 20 di contributi, ovvero almeno 15 entro il 31 dicembre 1992;
2)42 anni e 10 mesi di contributi a qualunque età(finestra di tre mesi);
3)quota 100, ma sempre con almeno 62 anni d'età e almeno 38 di contributi, questi ultimi cumulabili anche con diverse Casse di Gestione a patto che siano gestite dall'INPS;
4)viene fatto salvo il diritto di opzione di permanenza al lavoro fino a 70 anni più incremento dovuto all'aspettativa di vita.

Gentile Nicola54, le chiedo gentilmente perché il riferimento ai limite ordinamentale di 65 anni per la quiescenza dei professori associati non dovrebbe tener conto del limite ordinamentale contributivo ad esso collegato, ovvero di 20 anni di contributi?
A me sembra che la questione non sia così chiara, non tanto per le sentenze del TAR relative ai ricercatori poiché forse questi avevano già raggiunto i 40 anni di contributi (allego anche un intervento di un esperto del settore in cui le argomentazioni sono sostanzialmente in linea con la mia opinione e le conclusioni di fatto con la sua...). La ringrazio per l'attenzione

Per professor Mario che chiede:
''Per la mia categoria (professore universitario associato) l'età della pensione è 65 anni, a meno che non si eserciti l'opzione facoltativa per lavorare fino a 70.Io vorrei lasciare il lavoro il prima possibile, quindi a 65 anni. Ma a quel punto avrò circa 35 anni di contributi. Potrò ugualmente andare in pensione o la legge mi obbliga a restare più a lungo?''.
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Anche per i lavoratori appartenenti alla sua categoria l'età della pensione di vecchiaia era di anni 65, nel periodo ante Fornero con finestra di 12 mesi.
In seguito alla riforma, fatta salva la facoltà di opzione per il trattenimento in servizio fino a 70 anni, il requisito anagrafico è modificato causa incremento dovuto alla speranza di vita e nel 2019 è stabilito a 67 anni.Coloro che, come lei, sono nati dopo il 31 dicembre 1952 non possono avere diritto a pensione prima di questa età, ad eccezione di chi ha maturato la massima anzianità contributiva pari a 42 anni e 10 mesi(prima era di 40 anni).
Il requisito anagrafico da lei indicato di 65 anni è il limite ordinamentale perfezionato i dipendenti pubblici possono essere collocati a riposo se in possesso dell'anzianità contributiva minima, così come sopra indicata.
Non è mai possibile maturare quota 100 se non si perfezionano 38 anni di contributi entro il 31 dicembre 2021.

Caro Dcunisi,
ti segnalo una sentenza recentissima che puoi leggere a questo link:
www.avvocatirandogurrieri.it/leggi-e-dir...e-pubblico-e-privato

Il caso di specie non ci riguarda, perché si tratta di un ricercatore che è stato collocato forzatamente a riposo a 65 anni in quanto aveva nel frattempo maturato una pensione in una cassa professionale privata. Sono però interessanti le osservazioni con cui il TAR giudica illegittimo il provvedimento; ed è interessante che l'ateneo in questione (non si dice però quale) abbia considerato i 65 anni come termine per valutare il pensionamento.
Che ne pensi?

(naturalmente se qui nel forum c'è qualcun altro che vuole aggiungersi alla discussione ben venga!)

Quindi anche per te di fatto la quota 100 non vale, nel senso che non ti serve ad anticipare l'uscita... io sto messo anche peggio, perché a 67 anni ne avrò solo 33 di contributi universitari, più qualche anno precedente ma sparso in varie casse pensionistiche (ho lavorato sia come autonomo che come dipendente privato); potrei riscattare una decina di anni ante 1996, ma mi costerebbe un rene e non penso proprio che valga la pena.

Notizie certe di atenei che applichino i 65 non ne ho, se trovi qualcosa fammi sapere.

In realtà per me quota 100 e Fornero coinciderebbero, perché avrei 38 anni di contributi proprio a 67 anni!
Concordo che quota 100 rischia comunque di non durare e inoltre scadrà nel 2021.
Intanto terrò attivi i miei canali ed entro fine mese dovrei avere altre notizie. La questione è indubbiamente non chiarissima, ma la prassi è stata quella dei67 anni. Trovare qualche Università che abbia applicato l’altro criterio sarebbe utile, e per questo conto di avere notizie dal mio Ufficio docenti. Grazie, a presto