Bernardo Diaz

Bernardo Diaz

Bernardo Diaz, dottore commercialista collabora con PensioniOggi.it dal novembre del 2015.  

Il Dl 16/2014 consente ai sindaci di aumentare complessivamente, per il 2014, la Tasi e il tetto massimo del prelievo dello 0,8 per mille.

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Con l'approvazione in prima lettura del disegno di legge di conversione del Dl 16/2014 è stato precisato, con riguardo alla TASI, che, nei Comuni che non riusciranno a fissare le aliquote entro il 23 maggio e a pubblicare le delibere entro il 31 maggio sul portale del federalismo fiscale, l'intero pagamento per l'abitazione principale è rinviato al 16 dicembre. Per gli altri immobili, invece, quando il Comune "non abbia deliberato entro il 31 maggio", si dovrà versare entro il 16 giugno l'acconto pari al 50% della TASI calcolata con aliquota standard dell'1 per mille.

La legge di stabilità per il 2014 prevedeva che la somma di Imu e Tasi non potesse superare il 10,6 per mille. Entro questo tetto, poi, l'aliquota della Tasi non deve superare il 2,5 per mille. Il Dl 16/2014 sulla finanza locale, in corso di conversione, permette ai sindaci di aumentare complessivamente, per il 2014, la Tasi e il tetto massimo del prelievo dello 0,8 per mille, a condizione che il gettito derivante dall'incremento d'aliquota venga utilizzato per finanziare detrazioni d'imposta e altre agevolazioni sulle prime case. Nei Comuni che sfruttano questa possibilità l'aliquota massima della Tasi sulle case locate può raggiungere il 3,3 per mille e la somma di Imu e Tasi può arrivare al livello massimo di 11,4 per mille.

Gli effetti per gli inquilini - Per gli inquilini gli effetti delle nuove norme determineranno che l'Imu sarà a carico del solo proprietario dell'immobile mentre la Tasi (tributo per i servizi indivisibili) dovrà essere posto a carico di proprietario e inquilino. 

I Comuni però potranno differenziare il livello dell'imposta a seconda dei contratti, per esempio, applicando una aliquota più favorevole su quelli a canone concordato. Per le abitazioni locate, una percentuale della sola Tasi oscillante tra il 10% e il 30% deve essere pagata dall'inquilino. L'inquilino paga la sua parte solo, naturalmente, per la durata del contratto; se non supera i sei mesi la Tasi è tutta a carico del proprietario.

Il comune potrà comunque decidere l'effettiva percentuale dell'imposta da chiedere agli inquilini.  La base imponibile, cioè l'importo sul quale si applica l'aliquota per il calcolo dell'imposta, è la stessa dell'Imu: la rendita catastale dell'immobile deve essere rivalutata del 5%; la cifra che risulta va, poi, moltiplicata per 160. Su tale valore è possibile quindi applicare le aliquote per determinare l'imposta.

Le rate della Tasi del 2014 -  I Comuni devono consentire il pagamento dell'imposta in almeno due rate a scadenza semestrale il 16 Giugno ed il 16 Dicembre. Chi vuole può pagare tutto in un'unica rata, entro il 16 giugno.

Secondo lo studio della Cgia di Mestre, tra Imu-Tasi al 2 per mille e Tari, gli italiani pagheranno 32,5 miliardi; il peso complessivo delle Tasse, delle Imposte e dei Tributi rischia di superare i 53,7 miliardi di euro.

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Nuova stangata sulle case: rispetto all'anno scorso, nel 2014 i proprietari di immobili " secondo l'associazione degli artigiani di Mestre " dovrebbero pagare 4,6 miliardi di euro in più.Tra Imu-Tasi al 2 per mille e Tari, gli italiani pagheranno 32,5 miliardi.

Tra case, negozi e capannoni il carico fiscale ha ormai raggiunto un livello record. Per la Cgia  il peso complessivo delle tasse, delle imposte e dei tributi rischia di superare i 53,7 miliardi di euro.

La soglia potrebbe essere raggiunta nel caso in cui l'aliquota media della Tasi sulle prime case si attesti al 2 per mille. "Un tempo, l'acquisto di una abitazione o di un altro tipo di immobile  (osserva il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi)  costituiva un investimento. Ora chi possiede una casa o un capannone sta vivendo un incubo.Tra Imu - Tasi e Tari gli immobili sono sottoposti ad un peso fiscale insopportabile".

Se in questi ultimi 7 anni il prelievo legato alla redditività degli immobili è aumentato di poco (+1%), quello riferito ai trasferimenti di proprietà è sceso del 23%, a seguito della forte crisi che il mercato immobiliare ha subito in questi ultimi anni.

Solo il gettito riconducibile al possesso dell'immobile ha subito un vera e propria impennata; se ipotizziamo che nel 2014 l'aliquota media Tasi sull'abitazione principale si attesti al 2 per mille, dal 2007 ad oggi il prelievo è destinato a crescere dell'88%. "I 32,5 miliardi di euro che pagheranno gli italiani - conclude Bortolussi - incide sul prelievo totale per il 60%. Tenendo conto di tutto il sistema fiscale che grava sul mattone, nel 2014 i proprietari di immobili dovrebbero pagare 4,6 miliardi in più rispetto al 2013.

Una buona parte di questo aumento va attribuito all'introduzione della Tasi che appesantirà il prelievo fiscale soprattutto sui proprietari di seconde e terze case e su quelli che possiedono un immobile ad uso produttivo".

Il decreto dl «Salva-Roma»  passa con la fiducia alla Camera. L'acconto Tasi 2014 avverrà con regole diverse per prima e seconda casa.

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Con l'approvazione in prima lettura alla Camera, con 325 voti favorevoli e 176 contrari, della legge di conversione del Decreto Legge 16/2014 "Salva Roma ", si cominciano a delineare le regole per il versamento dell'acconto Tasi per milioni di contribuenti italiani. Versamento che sarà diverso per abitazioni principali e per gli altri immobili.

Infatti nei Comuni che non riusciranno a fissare le aliquote entro il 23 maggio  e a pubblicare entro il 31 maggio le delibere sul portale del federalismo fiscale, i proprietari delle abitazioni principali dovranno eseguire l'intero pagamento il 16 dicembre.

Per gli altri immobili invece,i proprietari dovranno versare il 16 giugno  l'acconto pari al 50% del tributo ad aliquota standard dell'1 per mille, con la possibilità di doversi poi far restituire la quota versata nei Comuni che decideranno di non applicare la Tasi su questi immobili, (per esempio perché l'Imu è già al 10,6 per mille) o chiederanno solo un'aliquota aggiuntiva fino allo 0,4 per mille. 

Confermate invece le regole generali della Tasi (l'imposta sui servizi indivisibili): il prelievo si applica sui fabbricati, compresa l'abitazione principale e sulle aree fabbricabili, così come definiti ai fini Imu attraverso una base imponibile determinata con le stesse regole dell'Imu.

I soggetti passivi sono i possessori e detentori (anche inquilini) degli immobili (questi ultimi in misura compresa tra il 10 e il 30 per cento, secondo quanto decide il comune). L'aliquota base è l'1 per mille; l'aliquota massima per le abitazioni principali quest'anno non può superare il 2,5 per mille, mentre quella per gli altri immobili va determinata in modo che la somma di Tasi e Imu non superi il 10,6 per mille.

Il Comune però può aumentare le aliquote massime di un altro 0,8 per mille se fissa agevolazioni all'abitazione principale, tali da equiparare il carico della Tasi a quello dell'Imu su questa abitazione.

Tari - Le modifiche al Dl 16/2014 coinvolgono anche le regole per il calcolo della Tari "il tributo sui rifiuti", che vede l'eliminazione dell'esenzione prevista dal decreto originario per imprese e centri commerciali sui rifiuti speciali assimilati agli urbani e smaltiti autonomamente dai produttori.

La Tari ha sostituito la Tares ed è dovuta per finanziare il servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati. Si applica su tutti gli immobili suscettibili di produrre rifiuti urbani con esenzione delle superfici che producono rifiuti speciali e delle aree scoperte pertinenziali. La Tari è costituita da una quota fissa e da una variabile: la prima a copertura dei costi fissi del servizio, la seconda per la fruizione del servizio da parte del contribuente.

Quanto alle modalità di pagamento, resta confermato che le utenze domestiche pagheranno in funzione dei metri quadrati e del numero dei componenti il nucleo familiare, mentre le altre utenze pagheranno in funzione dei metri quadrati e degli indici medi di produttività dei rifiuti. 

Nei calcoli delle tariffe 2014 e 2015 per le utenze domestiche comunque, i Comuni avranno maggiore libertà nel fissare i parametri per quota fissa e quota variabile, mentre le detrazioni "sociali" aggiuntive a quelle tipizzate potranno essere finanziate con risorse di bilancio anche se costano più del 7% del totale degli oneri del servizio. 

La Tari si  paga alle scadenze stabilite dal comune che deve assicurare almeno due rate semestrali. Entro il 30 giugno 2014 il Ministero dell'Ambiente dovrebbe tuttavia approvare un nuovo regolamento per determinare le nuove tariffe della Tari.

Imu - Poche invece le novità per quanto riguarda l'Imu. Si paga su fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli ed è dovuta solo dal proprietario o da chi vanta un diritto reale di godimento. La base imponibile si determina partendo dalla rendita catastale dell'immobile, rivalutata e moltiplicando l'importo per i coefficienti stabiliti dalla legge per ciascuna tipologia immobiliare.

Per le aree fabbricabili, l'imponibile è il valore di mercato del bene. L'aliquota base è pari al 7,6 per mille ma il comune può variarla dal minimo del 4,6 per mille al massimo del 10,6 per mille.

Restano ferme le due rate al 16 giugno e al 16 dicembre di ogni anno.  L'Imu non è dovuta sulle abitazioni principali non di lusso e su quelle a esse assimilate per legge o per regolamento comunale. Non è dovuta anche sugli alloggi sociali, sugli immobili adibiti a ricerca scientifica degli enti non commerciali e sui beni merce delle imprese costruttrici. Il Dl 16/2014 chiarisce definitivamente, poi, che i versamenti insufficienti dell'Imu 2013, travolti dal caos-aliquote, possono essere sanati senza sanzioni e interessi entro il 16 giugno.

Un bonus Irpef da 722 euro per gli ultimi 8 mesi del 2014, destinato a salire fino a 820 euro per l'intero 2015. Potrebbero essere questi i livelli massimi di risparmio della nuova curva delle detrazioni Irpef allo studio del governo.

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Sembra trovare conferma la possibilità di un'estensione del bonus irpef anche a 4 milioni di incapienti, per i quali la no tax area non avrebbe consentito l'applicazione dell'aumento delle detrazioni a cui il governo sta lavorando per portare gli 80 euro in busta paga a Maggio.

Per riconoscere loro il il bonus il governo starebbe ipotizzando di far erogare direttamente in busta paga dai datori di lavoro una somma pari al 9% del reddito fino a circa 4.100 euro che darebbe luogo a un credito di 380 euro. Questa somma, poi, diminuirebbe al crescere del reddito per azzerarsi una volta toccato il nuovo limite della soglia di non tassazione.

Per il prossimo anno la no tax area potrebbe salire fino a 8.500 euro, per gli incapienti la percentuale da applicare alla prima fascia di reddito da zero a 4.250 euro annui salirà al 15% e portando un credito di 638 euro. Il bonus anche in questo caso si andrebbe via via ad azzerare una volta toccata la soglia degli 8.500.

Ci sono due problemi, però. Il primo è trovare nuove risorse, quasi un miliardo di euro, visto che il numero delle persone coinvolte salirebbe da 10 a 14 milioni. A meno che non si decida di spalmare in modo diverso i fondi già trovati per l’aumento delle detrazioni Irpef, lasciando fisso solo lo sconto massimo di 80 euro. Il secondo problema è tecnico. Il bonus per gli incapienti potrebbe essere anticipato dal datore di lavoro che poi lo recupererebbe a sua volta sotto forma di credito d’imposta. Ma restano in piedi anche l’ipotesi del taglio dei contributi Inps, comunque versati anche da chi è nella no tax area, o del contributo diretto pagato sempre dall’Inps.

Nello stesso decreto su Irpef e incapienti ci sarà lo sconto dell’Irap per le imprese: del 5% quest’anno e poi, si legge nel Def, di «almeno il 10%» a partire dall’anno prossimo. L’operazione sarà finanziata con l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie (Bot esclusi) che dal primo luglio di quest’anno dovrebbe passare dal 20 al 26% .

Oltre gli 8mila euro la nuova curva delle detrazioni Irpef prevede un ampliamento delle fasce di contribuenti che potranno utilizzare l'attuale detrazione in misura fissa. Per l'anno 2014, infatti, gli attuali 1.880 euro resteranno fissi per tutti i contribuenti fino a 24mila euro di reddito. Quanto ai destinatari gli 80 euro mensili si concentreranno nella fascia di reddito che si trova entro i 24mila euro: oltre questa soglia l'effetto andrà a ridursi per annullarsi completamente a 35mila euro.

Si punta a un credito massimo di 380 euro per i «contribuenti incapienti» che hanno redditi annuali fino a 8.200. A erogare il bonus sarà il datore di lavoro che poi recupererà in compensazione le somme erogate al dipendente.

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Le soluzioni sul tavolo di Palazzo Chigi per allargare a circa 15 milioni di contribuenti Irpef la riduzione delle tasse vedrebbero l'introduzione di un credito fino a 380 euro per i lavoratori dipendenti incapienti, cioè quelli che hanno redditi annuali fino a 8.200 euro e per i quali già le attuali detrazioni d'imposta azzerano completamente l'Irpef.

Si tratta di lavoratori, ovviamente, che non avrebbero alcun risparmio fiscale con un intervento sull'aumento delle detrazioni Irpef. Per estendere i bonus anche a questi lavoratori il governo pensa all'introduzione di un credito che sarà erogato mensilmente dal datore di lavoro che , successivamente, potrà recuperare in compensazione le somme erogate in anticipo al lavoratore.

Per i contribuenti fuori dalla no tax area sembra confermato che il bonus fiscale arriverà incidendo sul sistema delle detrazioni attualmente presenti. L'importo della detrazione Irpef, pari a 1.880 euro, sarà applicato in misura fissa per i redditi fino a 24.000 euro (con un aumento già da maggio pari a circa 80-90 euro al mese netti in piu'). La detrazione si ridurrà poi via via al crescere del reddito annuale per esaurire i benefici al raggiungimento dei 55mila euro di reddito annuale.

Dunque salvo modifiche dell'ultima ora il governo, nel decreto del 18 aprile che sarà approvato subito dopo il via libera delle Camere al Def, estenderà il bonus anche in favore dei 4 milioni di lavoratori dipendenti con redditi bassi e spesso titolari di contratti flessibili e discontinui (come Co.co.co e Co.co.pro) che attualmente si vedono azzerare l'Irpef con l'applicazione della detrazione in misura fissa (1.880 euro) e l'applicazione dell'aliquota relativa al primo scaglione della curva Irpef (23%).

Tra le altre misure annunciate da Renzi che dovrebbero vedere la luce il 18 Aprile, c'è poi l'avvio di un processo di digitalizzazione e semplificazione che prevede la migrazione della Pa sulla rete anche con la realizzazione della nuova anagrafe dei cittadini, dell'identità digitale e le norme per la fatturazione elettronica,il taglio agli stipendi dei manager pubblici che dovrebbero essere basati su quattro tetti (quello massimo a circa 238mila euro annui lordi). L'obiettivo è di estenderli da subito ai segretari generali e agli alti funzionari del Quirinale, della Consulta, e delle Camere.

Sulla sanità si attendono interventi per quasi 1 miliardo, agendo sui costi standard e sulle convenzioni ospedaliere e quelle legate agli acquisti di beni e servizi. Dovrebbe anche avviarsi una riorganizzazione delle forze di polizia, senza ridurre i servizi, per ottenere risparmi di circa 800 milioni nel 2015 e 1.700 milioni nel 2016, attraverso un miglior coordinamento, incluso nell'acquisto di beni e servizi, nella presenza territoriale. 

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