Regimi dei minimi 2015, tassa all'8% per le partite Iva? Forse

Venerdì, 07 Novembre 2014

Cambio di rotta per la tassazione agevolata prevista dalle partite Iva nella legge di stabilità. Palazzo Chigi potrebbe infatti accogliere una serie di emendamenti promossi dal sottosegretario dell’Economia, Enrico Zanetti, per riscrivere la norma accentuando i vantaggi fiscali ai "lavoratori della conoscenza", quelle partite Iva come designer, grafici, comunicatori, informatici, che rischiano invece di essere penalizzati dalla formulazione contenuta nella manovra. Kamsin Attualmente la Stabilità prevede una tassazione forfettaria del 15 per cento con un tetto del reddito, però, a 15 mila euro. Accanto a questo, la stessa norma, prevede una decontribuzione che, tuttavia, riguarderebbe solo artigiani e commercianti.

"Nella Manovra si prevede che i liberi professionisti e i free-lance avranno la possibilità di accedere a una tassazione flat al 15 per cento ma fino ad un imponibile di 15mila euro. In pratica la metà della di quanto prevede attualmente la legge" ha indicato Zanetti. Ma con il ritocco proposto "l'imponibile viaggerebbe tra i 26 e i 30 mila euro e l'aliquota, aggiunge il sottosegretario, verrebbe ritoccata, ma non dovrebbe comunque superare l'8 per cento". In tal modo si eviterebbe di estromettere da un sistema agevolato un gran numero di lavoratori che meritano e necessitano sostegno.

Del resto, la previsione contenuta nella legge di stabilità, rischia di penalizzare proprio i lavoratori della conoscenza. Soprattutto i più giovani. Oggi, per i primi cinque anni di attività e fino al compimento dei 35 anni, l’aliquota forfettaria prevista è del 5 per cento. Dieci punti più bassa di quella prevista nella manovra dal governo. La proposta Zanetti prevede di alzare quindi al 7-8 per cento, rendendola però permanente e non più limitata per cinque anni. Ed anche la soglia di reddito verrebbe aumentata da 15 mila e 30 mila euro. Per garantire che il costo dell’operazione (circa 900 milioni di euro) non salga, l’emendamento prevede l’eliminazione della decontribuzione (che vale circa 500 milioni e che comunque riguarderebbe solo commercianti e artigiani). La palla ora spetta a Palazzo Chigi che dovrà confermare le modifiche.

Zedde

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