Il primo fronte di intervento riguarda gli ammortizzatori sociali per le aree di crisi complessa, ambiti territoriali con caratteristiche definite dalla legge in cui sono in corso processi di industrializzazione che necessitano di una particolare attenzione e sostegno. In questo ambito, l'obiettivo del Governo è garantire la continuità delle prestazioni ai lavoratori in CIGS che concludono la copertura entro il 2016, ovvero persone collegate ancora all'impresa in CIGS che dovrebbero passare alla NASPI. Per questa categoria di lavoratori, in deroga a quanto previsto dall'ordinamento, si prevede di estendere per ulteriori 12 mesi la CIGS, qualora l'impresa presenti un piano dedicato al recupero occupazionale (che può essere anche una estensione di quello precedente) concordato tra il Ministero del Lavoro, il Ministero dello Sviluppo economico e la Regione.
Le risorse dedicate a questa misura, già disponibili nel bilancio del Ministero del Lavoro, ammontano a 85 milioni di euro. Per garantirne una equa distribuzione su tutto il territorio nazionale, saranno ripartite sulla base delle richieste che le Regioni, d'intesa con le parti sociali, dovranno far pervenire al Ministero in relazione alle particolari situazioni di crisi rilevabili.
Il secondo intervento, sempre nell'ambito delle aree di crisi complessa, è dedicato alle persone che nell'arco del 2016 hanno già concluso la fase di mobilità o ASPI. Queste potranno beneficiare di un intervento di tipo sociale con 500 euro al mese per 12 mesi, a patto che si rendano disponibili ad interventi di politiche attive promossi dalla Regione. Su questo fronte le risorse impegnate ammontano a 150 milioni di euro. Per poter attivare la misura, le regioni interessate si dovranno impegnare a contribuire investendo almeno un 20% di quanto ripartito a livello territoriale su interventi di politiche attive. Si tratterebbe, in definitiva, di un ammortizzatore sociale di natura assistenziale simile all'attuale Asdi ma rivolto alle coorti di lavoratori che attualmente non ne possono beneficiare. L'Asdi, infatti, spetta solo ai lavoratori che hanno esaurito la Naspi, continuando a versare in condizione di disoccupazione: non può, pertanto, essere fruito da coloro che hanno esaurito l'Aspi (cioè per eventi di disoccupazione involontaria antecedente al 1° maggio 2015) o l'indennità di mobilità. Una lacuna che ora potrebbe essere colmata con un strumento ad hoc.
Infine, ci sarà una correzione sulla durata della Naspi con riferimento ai lavoratori stagionali ricorrenti del turismo e termalismo: a questi soggetti si prevede l'incremento di un mese di NASPI in più fino ad un massimo di 4, qualora abbiano avuto rapporti di lavoro stagionale per almeno 3 anni negli ultimi 4 anni, a fronte di uno stanziamento nel bilancio del Ministero del Lavoro pari a 135 milioni di euro.
Ulteriori risorse, ancora in corso di quantificazione, saranno messe in campo per sostenere le aree terremotate, nell'ambito di un intervento complessivo finalizzato a: evitare conseguenze dovute ad eventuali omissioni o vincoli legali; favorire la concessione o l'estensione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori delle aziende del territorio; affrontare i particolari casi sociali insieme ad altri ministeri, come quello delle risorse agricole, anche in considerazione delle caratteristiche del tessuto produttivo, prevalente concentrato nel campo dell'agricoltura.