La Commissione chiede di correggere quella "svista" che non consente a chi ha perso il lavoro tra il 1° ed il 31 gennaio 2015 la fruizione dell'ammortizzatore sociale. L'articolo 15 del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22 prevede infatti che, ai fini della concessione del beneficio, sussistano contemporaneamente tre requisiti all'atto della domanda: lo stato di disoccupazione, tre mesi di contributi nell'anno precedente e un mese nell'anno in cui si verifica la perdita dell'occupazione. Tuttavia, considerando che, per coloro che hanno perso il lavoro con primo giorno di disoccupazione al 1° gennaio 2015 e sino al 31 gennaio 2015 è di fatto oggettivamente impossibile il rispetto di uno dei tre requisiti ovvero, il mese di contribuzione richiesto nell'anno 2015.
"I soggetti ingiustamente esclusi - ricordano nel documento -, pur avendo maturato un periodo pari o superiore alle 4 mensilità di contribuzione nell'anno precedente o pro rata sino al giorno della perdita involontaria della propria occupazione, al fine dei riconoscimento del diritto alla Dis-Coll, devono far ricorso entro 90 giorni all'Istituto stesso dalla data di rigetto della domanda, oppure per via giudiziale entro un anno, con conseguente aggravio di oneri". I costi della modifica appaiono risibili: "la relazione tecnica accompagnatoria al decreto legislativo - concludono nel documento - stimava una potenziale platea di circa 775.000 soggetti, di cui 296.000 in possesso dei requisiti. Inoltre di quei 296.000 possibili beneficiari, quelli con i requisiti sarebbero circa 1/4, pari a 74.000 (con oneri per 165 milioni di euro nel 2015). Sempre secondo i dati, i disoccupati dal 1° gennaio sarebbero verosimilmente 6.200 (74.000 : 12)".