Esonero contributivo totale sino a due anni per i datori di lavoro del settore privato che assumono lavoratrici madri con almeno tre figli minori. Lo prevede un passaggio del disegno di legge di bilancio 2026 presentato dal Governo. Alla misura si abbina un analogo sgravio per il datore di lavoro che riconosce priorità alla trasformazione di un rapporto da tempo pieno a tempo parziale ai genitori con almeno tre figli. Prevista anche la proroga e l’aumento del bonus mamme in busta paga, che passerà da 40 a 60 euro mensili.
Assunzioni agevolate per mamme con tre figli
La novità centrale è rappresentata dal nuovo bonus assunzioni. I datori di lavoro privati che assumono donne con almeno tre figli minori e disoccupate da almeno sei mesi potranno beneficiare di un esonero del 100% sulla contribuzione datoriale fino a 8.000 euro annui, esclusi i premi Inail. Lo sgravio sarà riconosciuto:
- per 24 mesi in caso di assunzione a tempo indeterminato;
- per 12 mesi in caso di assunzione a termine o in somministrazione;
- per 18 mesi in caso di trasformazione a tempo indeterminato di un contratto a termine.
Il beneficio sarà valido solo per il settore privato, con esclusione dei rapporti di lavoro domestico e di apprendistato. Non potrà essere cumulato con altri incentivi contributivi, ma sarà compatibile con il cosiddetto super bonus fiscale, che consente la maggiorazione dei costi ammessi in deduzione.
Part-time agevolato per genitori con tre figli
Dal 1° gennaio 2026, i datori di lavoro che daranno priorità a un genitore con almeno tre figli conviventi nella trasformazione del contratto da tempo pieno a part-time potranno usufruire di sconti contributivi fino a 3.000 euro annui per un periodo massimo di 24 mesi. Anche in questo caso, lo sgravio non riguarderà i premi Inail e non comporterà penalizzazioni ai fini pensionistici.
La misura si applicherà fino al compimento del decimo anno del figlio più piccolo, o senza limiti di età nel caso di figli disabili. Restano esclusi i rapporti di lavoro domestico e di apprendistato. Il beneficio, come per le assunzioni, non sarà cumulabile con altri esoneri ma compatibile con il cd. «super bonus fiscale».
Bonus mamme più ricco e prorogato
Dal gennaio 2026, il bonus mamme salirà da 40 a 60 euro mensili. La misura, destinata alle lavoratrici madri dipendenti e autonome (incluse le professioniste iscritte a casse previdenziali), sarà esentasse e non soggetta a contributi, né rileverà ai fini ISEE.
La durata e le condizioni del bonus varieranno in base al numero di figli:
- per madri con due figli, spetterà fino al compimento del decimo anno del secondo figlio, con reddito da lavoro fino a 40.000 euro annui;
- per madri con più di due figli, fino al diciottesimo anno del figlio più piccolo, sempre con reddito massimo di 40.000 euro annui e a condizione di non avere un impiego a tempo indeterminato.
La decontribuzione totale per le lavoratrici madri, inizialmente prevista dalla Manovra 2025, viene invece rinviata al 2027.












