Naspi, durata più lunga di un mese per gli stagionali. Ma solo nel 2016

Alberto Brambilla Martedì, 27 Settembre 2016
Il decreto legislativo con i correttivi al Jobs Act contiene una modifica temporanea relativa al calcolo della durata della prestazione contro la disoccupazione per i lavoratori stagionali.
Il decreto legislativo con i corretti al Jobs Act approvato la scorsa settimana in via definitiva dal Consiglio dei Ministri (ed in attesa di pubblicazione definitiva in Gazzetta Ufficiale) rivede la durata della Naspi, l'ammortizzatore sociale contro la disoccupazione introdotto lo scorso anno, per i lavoratori stagionali. L'intervento è volto ad estendere in misura minima la durata dell'ammortizzatore sociale con riferimento dei soli eventi di disoccupazione involontaria verificatisi nel 2016 (dunque la misura ha portata ridotta nel tempo) limitatamente ai lavoratori con qualifica di stagionali dei settori produttivi del turismo e degli stabilimenti termali come peraltro già individuati dall'Inps nella Circolare 194 dello scorso anno. 

Ebbene il decreto stabilisce che qualora la durata della NASpl con il normale sistema di calcolo risulti inferiore alla durata ottenuta senza scomputare dal quadriennio di riferimento i periodi di contribuzione che hanno dato luogo a prestazioni di disoccupazione ordinaria (anche a requisiti ridotti) o ad Aspi fruite negli ultimi quattro anni, la durata della prestazione viene incrementata di un mese, a condizione che la differenza nelle durate così calcolata non sia inferiore a dodici settimane. In ogni caso, la durata della NASpI corrisposta in applicazione della novella in esame non può superare il limite massimo di quattro mesi. Questo beneficio si dovrebbe rivolgere, in attesa delle successive istruzioni Inps, in particolare agli stagionali che abbiano almeno 24 settimane contributive che hanno generato indennità ASpI, Disoccupazione Ordinaria oppure a Requisiti Ridotti comprese nell'ultimo quadriennio. Questi soggetti con le regole di calcolo standard otterrebbero nel 2016 una prestazione Naspi di durata pari a soli tre mesi, ma in virtù del suddetto correttivo potranno agguantare una prestazione più lunga di un mese, cioè di quattro mesi. 

La stretta. Il lavoro stagionale, com'è noto, si caratterizza per la mancanza di continuità dell’attività esercitata, ossia per l’alternarsi – nel corso dell’anno – di periodi di attività lavorativa a periodi di non lavoro in corrispondenza di eventi intrinsecamente connaturati all’attività (ad esempio concentrazione dei flussi turistici in alcuni mesi dell’anno). Nonostante il correttivo appena approvato si resta, comunque, distanti dai benefici che erano riconosciuti in passato. In base alla normativa vigente fino al 2014 i lavoratori stagionali, a fronte di un rapporto di lavoro della durata di 6 mesi nell’anno erano in grado di percepire, nello stesso anno, altrettanti mesi di prestazione di disoccupazione. La NASpI, in vigore da maggio 2015, ha allineato più strettamente la durata delle prestazioni all’anzianità contributiva del lavoratore. Con le nuove regole, un lavoratore stagionale che ha lavorato 6 mesi nell’anno può percepire, nello stesso anno, una indennità pari a 3 mesi.  

Per dare un’idea della riduzione dei benefici si può riprendere il report pubblicato agli inizi di quest'anno dall'Inps sulle prestazioni contro la disoccupazione. In quel documento l'Inps aveva considerato il caso di un lavoratore stagionale con una retribuzione di 1.500 euro mensili (prossima al valore medio delle retribuzioni che questi lavoratori percepiscono nei periodi di attività) che in un anno avesse lavorato  per sei mesi ricevendo per i restanti sei mesi il trattamento ASpI. Questo lavoratore, a fronte di un contributo di 118 euro (1,31% della retribuzione), otteneva una prestazione di circa 7.000 euro e una copertura figurativa nel periodo pari a 2.970 euro. Il rapporto tra contribuzione e prestazione era dunque pari all 1,2 per cento. In altre parole il lavoratore otteneva 84 euro di prestazioni immediate o differite (il contributo figurativo alla pensione) per ogni euro di contributi versati.

Con la Naspi, invece, un lavoratore stagionale con una retribuzione di 1.500 euro mensili che in un anno lavora per sei mesi e per tre mesi percepisce il trattamento NASpI, a parità di contributo (118 euro) otterrà una prestazione di circa 3.600 euro e una copertura figurativa del periodo pari a circa 1.480 euro. Il rapporto tra contribuzione e prestazione passa a cosi al 2,3%, ovvero 43 euro di prestazione immediata o differita (il contributo figurativo alle pensioni) a fronte di un euro versato. Insomma i lavoratori stagionali restano sicuramente i più colpiti dal passaggio al nuovo ammortizzatore sociale contro la disoccupazione. 

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Approfondimenti: Lo strumento per simulare la durata e l'importo della Naspi

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