Tempo indeterminato, continua la crescita: + 30% in un anno

redazione Mercoledì, 26 Agosto 2015
Cresce la percentuale di contratti a tempo indeterminato rispetto allo scorso anno. L'incremento, secondo il Ministero del Welfare, è stato del 30,5% in un anno.
 Da gennaio a luglio 2015 le attivazioni di contratti a tempo indeterminato (in tutti i settori esclusi il lavoro domestico e l'amministrazione pubblica) hanno superato il milione, attestandosi a 1.084.461, contro le 830.788 attivazioni dello stesso periodo del 2014, con un aumento del 30,5%. Sono i dati diffusi dal Sistema Informativo delle Comunicazioni Obbligatori del ministero del Lavoro.

I contratti a tempo determinato sono rimasti pressochè stabili (3.083.585 attivazioni contro 3.014.850 di gennaio-luglio 2014, pari a +2,3%), mentre sono calati del 13,8% i contratti di apprendistato (115.538 contro 134.033) e del 15% quelli di collaborazione (340.734 contro 400.936). Le trasformazioni di contratti da tempo determinato a indeterminato sono state nel periodo in esame 201.260 (contro 150.462), con un aumento del 39,7%. Da gennaio a luglio le attivazioni di tutte le varie tipologie contrattuali sono risultate 4.954.024 (contro 4.708.856 del 2014) con un aumento del 5,2%. Le cessazioni sono state 2.622.171 (contro 2.493.777) con un aumento del 5,1%, per un saldo di 2.331.853 unità.

Nel luglio 2015 il numero di attivazioni di nuovi contratti di lavoro è pari a 767.168. Di questi 137.826 sono contratti a tempo indeterminato, 534.215 sono contratti a tempo determinato, 21.172 sono contratti di apprendistato, 25.111 sono collaborazioni e 48.844 sono le forme di lavoro classificate nella voce "Altro". Nel mese di luglio 2015 sono state 27.328 le trasformazioni di rapporti di lavoro a tempo determinato in rapporti a tempo indeterminato, erano 21.429 nello stesso periodo del 2014. Nel mese di luglio 2015 il numero di cessazioni di rapporti di lavoro è pari a 631.751. Di queste, 137.779 fanno riferimento a contratti a tempo indeterminato, 390.141 a tempo determinato, 13.387 sono relative a contratti di apprendistato, 48.233 a collaborazioni e 42.211 a forme di lavoro classificate nella voce "Altro". GamsinCigl: dati al di sotto delle attese. Il governo enfatizza un risultato molto al di sotto delle aspettative vista la quantità di risorse date alle imprese per sostenere il tempo indeterminato che rappresenta, comunque, meno di un nuovo contratto su cinque. Continua invece a crescere il tempo determinato che dopo la riforma Poletti che lo ha liberalizzato rappresenta, essendo acausale, una forma di fatto elusiva di potenziale lavoro stabile". Così Serena Sorrentino, segretaria confederale Cgil, commenta i dati sul l'occupazione diffusi ieri dal ministero del Lavoro. 

"Se il governo volesse davvero fare qualcosa di concreto per garantire diritti e occupazione dovrebbe cambiare la riforma dei contratti e anziché continuare a togliere risorse dalla fiscalità generale e dal mezzogiorno per finanziare l'esonero contributivo usi le risorse a disposizione non per finanziare indirettamente le imprese ma per creare lavoro. La propaganda ha vita breve perché l'effetto reale sull'occupazione in termini strutturali non c'è", conclude.  

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