Tempo Indeterminato, il bonus contributivo fa decollare i contratti stabili. A marzo +115mila

redazione Venerdì, 15 Maggio 2015
Dal confronto con il 2014 le assunzioni a tempo indeterminato sono cresciute del 24,1% sul primo trimestre 2014. Il bonus contributivo utilizzato tra gennaio e marzo ha raggiunto quota 155 milioni di euro.

Kamsin Crescono i contratti a tempo indeterminato nei primi mesi del 2015. Lo segnalano i dati pubblicati dall'Osservatorio Inps sul precariato. Il combinato disposto tra sgravi fiscali e Jobs Act cominciano a produrre effetti: nel primo trimestre 2015 —rispetto allo stesso periodo dello scorso anno — sono stati creati 49.972 nuovi posti di lavoro. Un'occupazione stimolata soprattutto grazie allo sgravio contributivo introdotto con la legge di Stabilità che ha concesso l'esonero dal pagamento dei contributi per i primi tre anni (fino a 8.060 euro). I dati Inps indicano certificano anche il calo dei contratti a termine (-32.117 contratti) e delle assunzioni di apprendisti (-9.188). Una sequenza di cifre che spinge il governo all'ottimismo, ma sulle quali la parte sindacale non reputa soddisfacente «I dati ci dicono che la strada da percorrere è ancora lunga — ha commentato il premier Renzi - ma la macchina finalmente è ripartita: dopo cinque anni di crollo costante tornano a crescere gli occupati».

Sul fronte sindacale, infatti, per Serena Sorrentino (Cgil)«non ci troviamo di fronte ad una vera svolta, ma a un grande regalo alle imprese e a meno diritti per i lavoratori». Mentre per Gigi Petteni (Cisl) «i dati Inps ci fanno dire che bisogna fare qualcosa di concreto anche nel 2016 stabilizzando gli incentivi e la decontribuzione affinché queste tipologie contrattuali continuino a crescere». Scettico anche il leader della Uil Carmelo Barbagallo: «Nelle oscillazioni continue di cifre è il giorno dell'ottimismo. Sei dati fossero confermati dall'Istat, anche noi saremmo contenti, ma questo percorso è stato costruito con una riduzione delle tutele». Ribatte alle accuse mosse dai sindacati, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: «Fino a sei mesi fa la precarietà era un dramma sociale che andava combattuto. Adesso se trasformi 100mila contratti da precari a stabili non conta niente. Continuo a pensare che portare 100mila giovani ad avere un contratto stabile e a tempo indeterminato sia una gran bella cosa».

«Il fatto positivo — ha commentato Tito Boeri, presidente dell'istituto — è che il lavoro tende ad essere più stabile che in passato. Ma per sapere se l'occupazione aumenta o meno bisognerà aspettare i dati Istat di inizio giugno». L'Inps ricorda infatti che le sue rilevazioni riguardano solo l'occupazione da lavoro dipendente, non da lavoro autonomo né da irregolare. Il dato fornito, quindi, può sembrare in contraddizione con quello Istat (a marzo 70.000 occupati in meno rispetto a marzo 2014): in realtà si tratta di informazioni differenti, dato che quello dell'Istituto di statistica è a campione e riguarda tutto l'universo del lavoro, compreso quello autonomo e irregolare.

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