Pensione anticipata, la Camera approva lo stop alla penalizzazione

Davide Grasso Mercoledì, 16 Dicembre 2015
Negli emendamenti approvati dalla Commissione Bilancio trova posto anche la depenalizzazione degli assegni liquidati ante 1° gennaio 2015. Oltre 25 mila i lavoratori interessati.

Dopo oltre un anno di tentativi andati a vuoto la Commissione Bilancio di Montecitorio ha dato ieri il primo via libera all'eliminazione della penalizzazione per quei lavoratori che erano usciti negli anni 2012, 2013 e 2014 in assenza del 62° anno di età. La misura, a prima firma dei deputati Bolognesi, Boccuzzi e Damiano, poi riformulata nel corso delle votazioni in Commissione sana quella "svista" contenuta nell'articolo 1, comma 113 della legge di stabilita' 2015 (legge 190/2014) che, nel prevedere il congelamento della penalizzazione sino al 31.12.2017, non era intervenuta su quelle prestazioni liquidate prima del 2015 con l'applicazione della decurtazione.   

La modifica aggiunge il seguente comma 113-bis al predetto articolo della precedente legge di stabilita': "le disposizioni di cui al secondo periodo del comma 2-quater dell'articolo 6 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, e successive modificazioni, come sostituto del comma 113 del presente articolo, si applicano anche ai trattamenti pensionistici liquidati negli anni 2012, 2013 e 2014 a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge". Tradotto significa che circa 25mila assegni (21.257 lavoratrici e 4.110 lavoratori secondo una stima diffusa dall'Inps e dalla Commissione Lavoro della Camera dei deputati) potranno essere ricostituiti dall'anno prossimo recuperando una fetta che può pesare, a seconda dei casi, anche sino al 10% del valore dell'assegno. La misura avrà effetto sui ratei erogati dal 1° gennaio 2016 anche se ancora non risulta chiaro se gli interessati dovranno presentare un'apposita domanda all'Inps, come avvenuto in passato per interventi simili, o se l'Istituto procederà direttamente d'ufficio. 

Vale la pena di ricordare l'assurdità di tale norma frutto della Legge Fornero del dicembre 2011 e del decreto milleproroghe (Dl 216/2011). La penalizzazione è una infatti percentuale per la distanza anagrafica ai 62 anni non sulla durata o la diversa tipologia di contribuzione figurativa, per esempio, se una persona ha utilizzato congedi di vario tipo, per funerale di congiunto o congedo matrimoniale, ha riscattato il periodo di laurea, ha effettuato giornate di sciopero, ma ha 62 anni non subisce penalizzazione, se avesse usato anche solo una settimana di disoccupazione nell'arco di tutta la vita lavorativa, ma fosse andata in pensione a 61 anni ha la penalizzazione. Naturalmente a vita. Ora con questa modifica si dovrebbe porre la parola fine a questa discriminazione. 

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