Pensioni, Damiano: Bene Quota 100 da 62 anni e 38 di contributi

redazione Giovedì, 13 Settembre 2018
L'ex Ministro del Lavoro concorda con la quota 100 nella versione "ampliata" e rilancia la proroga dell'opzione donna e la nona salvaguardia pensionistica.
 Persino Salvini si è accorto che Quota 100, che parte dai 64 anni di età, non va bene e noi siamo d’accordo su una partenza da 62 anni”. L'ex Ministro del Lavoro durante il Governo Prodi ed ispiratore della Riforma del 2007, Cesare Damiano, plaude ad una revisione della proposta sulla flessibilità in uscita circolata sino a poco tempo fa negli ambienti governativi.

“Noi dobbiamo sfidare il Governo a continuare sulla strada che abbiamo gia’ intrapreso nella  scorsa legislatura con le 8 salvaguardie degli esodati, il prolungamento della sperimentazione di Opzione Donna, con l’Ape sociale e volontaria e con il rallentamento del meccanismo che aggancia l’età della pensione all’aspettativa di vita – prosegue -. Abbiamo impegnato, complessivamente, 20 miliardi di euro e mandato in pensione circa 200.000 lavoratori. Adesso ci aspettiamo che non si facciano passi indietro”. Secondo Damiano, ex ministro del Lavoro, “i dati sull’incidenza della spesa pensionistica sul Prodotto interno lordo, che collocano il nostro Paese tra i più dispendiosi, sono falsi. Su queste vere e proprie bugie e sul rigonfiamento dei conti si basano i continui attacchi al sistema previdenziale e i pregiudizi circa la sacrosanta idea del superamento della legge Fornero”.

“L’Italia è perfettamente allineata con il resto dell’Europa, basta fare bene i conti – sostiene Damiano -. Se si scorpora dal costo della previdenza quello dell’assistenza e le tasse sulle pensioni, che ammontano a più di 40 miliardi di euro all’anno, si passa dal 16% al 12% dell’incidenza delle pensioni sul Pil”. “La nostra richiesta è di prolungare l’Ape sociale, che scade alla fine di quest’anno, andare oltre nella sperimentazione di Opzione Donna, fare la nona e definitiva salvaguardia degli esodati e introdurre la ‘pensione contributiva di garanzia’ per i giovani – conclude l’esponente Pd -. Tutti problemi che non possono essere dimenticati. Su una materia così delicata va riaperto il tavolo di confronto con i sindacati”.

Damiano consiglia quindi l'esecutivo a proseguire nel solco delle modifiche attuate nella scorsa legislatura.  “Suggeriamo al  Governo di utilizzare le risorse non spese delle 8 salvaguardie e di Opzione Donna: si tratta di almeno 2 miliardi, già stanziati a suo tempo, da far ritornare nelle tasche dei pensionati”, conclude Damiano. “Nel corso della campagna elettorale – spiega – sono state fatte molte promesse di ‘cancellazione’ della legge previdenziale del Governo Monti. Dalle parole adesso si passi ai fatti, completando l'opera di riforma avviata cinque anni fa.

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