Come già accennato sulle pagine di questa rivista tale percentuale, di per sé già contenuta, si applicherà secondo la proposta Governativa contenuta nella legge di bilancio per il 2020 solo agli assegni di importo fino a 4 volte il minimo (poco più di 2.050 euro mensili lordi). Per gli assegni più consistenti, il sistema di perequazione comporta il riconoscimento di un tasso di adeguamento progressivamente decrescente. Che l'attuale Governo, almeno per i prossimi due anni non intende mettere in discussione. Così, per esempio, agli assegni tra quattro e cinque volte il minimo sarà riconosciuto un aumento effettivo dello 0,308%, cioè il 77% di 0,4 sino ad arrivare allo 0,16% per gli assegni più alti (oltre nove volte il trattamento minimo inps).
Con l'incremento dello 0,4%, l'importo del trattamento minimo sale da 513,01 a 515,07 euro al mese. In seguito all'aggiornamento, sale anche l'assegno sociale, la rendita assistenziale corrisposta agli ultrasessantasettenni privi di altri redditi, introdotta dalla riforma Dini del 1995 in sostituzione della «vecchia» pensione sociale: passa da 457,99 a 459,83 euro al mese. Mentre la pensione sociale, ancora prevista per i titolari della stessa al 31 dicembre 1995, raggiunge 378,95 euro al mese. Cresceranno anche le prestazioni erogate nei confronti degli invalidi civili: sia l'assegno mensile di invalidità che la pensione di inabilità civile nel 2020 salgono a 286,80 euro dai 285,66 euro attuali.
La rivalutazione ha effetti anche sulle pensioni soggette al contributo di solidarietà (oltre 100 mila euro lordi annui). Questo significa che i pensionati che nel 2020 intascheranno più di 100.000 euro lordi, anche cumulando più di una pensione, dovranno lasciare all'Inps una quota del proprio assegno il cui importo varia tra il 15 e il 40%. Più precisamente, la riduzione sarà stabilita in misura pari al: 15% per la parte eccedente l'importo di 101.160 euro fino a 130.208 euro; 25% per la parte eccedente 130.208 euro fino a 200.320 euro; 30% per la parte eccedente 200.320 euro fino a 350.560 euro; 35% per la parte eccedente 350.560 euro fino a 500.800 euro; 40% per la parte eccedente 500.800 euro.
La pubblicazione del decreto ministeriale consentirà all'Inps di procedere ufficialmente al rinnovo dei pagamenti delle pensioni per il prossimo anno. Le operazioni sono già iniziate a novembre e proseguiranno in tutto il mese di dicembre.