Riforma Pa, ok al decreto. Ecco le novità sulle Pensioni

Martedì, 24 Giugno 2014

Il decreto legge di riforma della pubblica amministrazione sarà in Gazzetta entro oggi. Al massimo domani. Ieri infatti la Ragioneria generale dello Stato ha dato il disco verde al provvedimento che attende ora solo la firma del Quirinale, una firma che non tarderà ad arrivare dato che le modifiche chieste dal Presidente della Repubblica sono state recepite dal governo. Kamsin Al centro dei rilievi del Colle proprio le norme sulle pensioni sulle quali Napolitano aveva chiesto, nei giorni scorsi, una deroga per militari e magistrati; deroga in parte accolta dall'esecutivo.

I militari in pensione, e richiamati in servizio, attraverso l'istituto del collocamento in ausiliaria, non dovranno lasciare l'incarico alla scadenza del prossimo 31 ottobre come originariamente previsto dalla bozza del Dl sulla riforma della Pa, licenziata lo scorso 13 giugno. Ma entro il 31 dicembre 2015, come ribadito peraltro per i magistrati che invece non avranno alcun ulteriore slittamento dei termini sulla revoca del trattamento in servizio. Per tutti gli altri pubblici dipendenti, invece, la deadline rimane fissata al prossimo 31 ottobre, con l'obiettivo di favorire il ringiovanimento dell'amministrazione pubblica.  Da quel momento in poi nessun lavoratore che ha raggiunto i requisiti per l'età pensionabile potrà restare sul posto di lavoro. Questo, secondo le stime del governo, dovrebbe liberare 15 mila posti in un triennio per assumere giovani.

Sono queste le principali modifiche rispetto al testo base del decreto uscito dal Cdm. Sui magistrati Renzi non ha voluto cedere. Nonostante le proteste e gli allarmi lanciati dalla categoria che ha evidenziato il rischio di lasciare vacanti più di 400 posti con riflessi sui processi in corso, il testo finale del provvedimento conferma l'abbassamento da 75 a 70 anni dell'età di pensionamento dei giudici (con l'abolizione del trattenimento in servizio) dando loro, e ai militari, un periodo di transizione fino al 31 dicembre del 2015. Per loro dunque il rapporto di lavoro terminerà a fine 2015, o alla scadenza naturale se in data anteriore.

Resta confermato anche il divieto di attribuire incarichi dirigenziali al personale pubblico o privato collocato in quiescienza, ma con un'importante novità. L'articolo, dopo le pressioni del Colle, non si applica «agli incarichi e alle cariche presso gli organi costituzionali».

Le altre novità in materia previdenziale, come l'introduzione del part-time a cinque anni dalla pensione, saranno contenute in un disegno di legge che l'esecutivo presenterà alle Camere nei prossimi giorni.

Zedde

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati