Riforma pensioni 2014, il Pd chiede l'introduzione dei pensionamenti flessibili

Domenica, 09 Marzo 2014
Nel decalogo che raccoglie le osservazioni degli esponenti del partito democratico tra cui l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, si chiede all'esecutivo di accelerare sull'introduzione dei pensionamenti flessibili.

Nel Jobs Act non si parla di previdenza. Così ammette, forse disarmando molti lettori, il decalogo che raccoglie le osservazioni di una vasta schiera di esponenti del partito democratico, tra cui l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, per migliorare ed integrare il Jobs Act promosso dal neo-premier Matteo Renzi. Documento le cui prime misure dovrebbero già cominciare ad intravedersi nel Cdm previsto questa settimana ma che non conterranno novità per il fronte previdenziale.

I firmatari del Decalogo osservano che il governo non ha una linea chiara sul fronte previdenza e chiedono l'apertura di un cantiere per affrontare i principali temi ad oggi irrisolti. Ai primi punti c'è l'introduzione di una maggiore flessibilità in uscita dal lavoro: "Il governo presenterà una propria proposta basata sul disegno di legge C.857" si legge nel documento.

Si tratta della proposta di legge presentata l'anno scorso da Damiano che prevede l'introduzione della possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia già a 62 anni (con almeno 35 anni di contributi) con una penalizzazione graduata sulla base dell'età del pensionando. La proposta si è "arenata" con il governo Letta dopo che il MEF ha posto problemi di copertura finanziaria; il Ministro Giovannini stava quindi lavorando ad un piano alternativo basato sull'idea di un prestito pensionistico che il pensionato avrebbe poi restituito una volta conseguita la pensione. Ora il nuovo governo dovrebbe indicare che strada seguire.

Nel decalogo si chiede anche la soluzione del problema delle ricongiunzioni onerose e la definizione di alcuni meccanismi che garantiscano una pensione adeguata e dignitosa per le giovani generazioni. Qui l'idea è quella di garantire con un trattamento economico minimo al di sotto del quale non è possibile scendere in modo da mettere al riparo chi in futuro non riesca, con il sistema contributivo, ad ottenere un assegno "dignitoso" per la vecchiaia. 

Nel documento si chiede anche l'apertura di un tavolo di concertazione tra governo e parti sociali finalizzato a rivedere il meccanismo di indicizzazione delle pensioni medio basse e quello riguardante l'esclusione "anacronistica" dei lavoratori parasubordinati dall'applicazione del principio di automaticità delle prestazioni previdenziali ed assistenziali prevista per i lavoratori dipendenti.

Su quest'ultima questione i firmatari della proposta chiedono l'estensione anche ai lavoratori iscritti alla gestione separata Inps, della regola secondo la quale sono dovute al lavoratore dipendente le prestazioni previdenziali ed assistenziali anche qualora l'imprenditore non abbia versato regolarmente i contributi dovuti alle gestioni previdenziali.

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati