Riforma Pensioni, Cgil favorevole al ritorno delle quote

redazione Lunedì, 14 Maggio 2018
Giudizi Positivi anche dall'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Ma resta il rebus coperture e tempi di attuazione. La Cgil: "Attendiamo un confronto e le prime proposte"
Anche l'ex Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, rilancia un accordo per rivedere la Legge Fornero reintroducendo un sistema basato sulle quote. “Aspettiamo di vedere il testo dell’accordo sulle pensioni partorito da Lega e 5 Stelle. Come ho sempre detto sono favorevole alle quote, introdotte insieme a Prodi quando ero ministro”. 

“Abbiamo cominciato – ricorda – con quota 95 e saremmo arrivati, nel 2013, a quota 97 (con 61 anni di requisito minimo per l’accesso alla pensione con 35 anni di contributi versati) se non fosse intervenuta la legge Fornero che ha buttato tutto all’aria. Adesso si parla di quota 100: si tratta di capire quali saranno l’età e i contributi minimi richiesti. Faccio presente che con l’Ape sociale e volontaria si può andare in pensione a partire dai 63 anni, rispettivamente con 36 e 20 anni di contributi (nel secondo caso con una penalizzazione). Bisogna capire se nel pacchetto giallo-verde ci sono i 41 anni di contributi per poter andare in pensione indipendentemente dall’età, come si interviene su Opzione Donna e sulla nona e definitiva salvaguardia degli esodati”. “Altro capitolo caldo è quello dell’aggancio dell’età della pensione all’aspettativa di vita, una misura micidiale introdotta dal centrodestra. Ma non abbiamo fretta e capiamo la difficoltà a trovare le coperture, perché ci siamo già passati. Apprezziamo il fatto che non si parli più di ‘cancellazione’ della legge Fornero ma, come avevo suggerito, di un più cauto ‘superamento'”, conclude l’esponente dem.

Cgil: Serve riforma seria

Sull'ipotesi di una rimodulazione della Legge Fornero tra le priorità del prossimo esecutivo a guida M5S-Lega è intervenuta oggi anche la Cgil. Secondo il segretario confederale Roberto Ghiselli non sono sufficienti dei ritocchi alla legge Fornero. "È necessaria una vera riforma delle pensioni, che superi strutturalmente quell’impianto, tenga assieme risposte per tutte le generazioni e per tutte le condizioni lavorative e che sia sostenibile socialmente, partendo dalle proposte avanzate unitariamente dal sindacato con la sua piattaforma. Questa, oggi, è la vera sfida per la politica sulla previdenza”.

 “I 41 anni per la pensione di anzianità e quota 100 - sostiene - rappresentano alcuni aspetti importanti del problema, ma non vanno dimenticati anche i temi della flessibilità in uscita, con la possibilità di andare in pensione dopo i 62 anni, il superamento dell’attuale meccanismo che lega l’età di pensione all’aspettativa di vita, e la questione decisiva della pensione contributiva di garanzia per chi, come i più giovani ma non solo, ha una carriera lavorativa discontinua o con bassi contributi, come i part time”.  Inoltre per il dirigente sindacale vi sono “i temi del riconoscimento del lavoro delle donne, del lavoro di cura, e dell’estensione della platea dei lavori riconosciuti gravosi”. “Occorre poi - continua Ghiselli - affrontare i nodi del rafforzamento della previdenza integrativa negoziale e della rivalutazione delle pensioni in essere”.  “Ci auguriamo - conclude il segretario confederale della Cgil - di poter avviare al più presto un confronto con la politica su questi temi”. 

Cisl: Il nuovo governo si confronti con il sindacato

Più sfumati i giudizi della Cisl che mette in guardia il nuovo esecutivo da interventi solitari in materia. "Se il futuro governo intende modificare la legge Fornero, questo andra’ fatto con il confronto con il sindacato per evitare gli errori compiuti negli anni scorsi con interventi unilaterali per fare cassa sulla pelle di lavoratori e pensionati”. E' questa la posizione della Cisl affidata in una nota stampa. “Noi intendiamo completare il percorso di revisione delle legge Fornero gia’ avviato nei mesi scorsi, per modificare il sistema di calcolo contributivo ed introducendo una pensione di garanzia per i giovani. Ben venga quindi un confronto con il nuovo governo per introdurre elementi di equita’ e solidarieta’ tra le generazioni nel sistema previdenziale, ma senza scaricare i costi di questa operazione sui cittadini, sul mondo del lavoro e sui piu’ deboli".

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