Riforma Pensioni, Ecco cosa c'è scritto nel DEF per il 2019

Valentino Grillo Sabato, 06 Ottobre 2018
La consegna del Documento di Economia e Finanza alle Camere certifica la quota 100 con 62 anni e 38 di contributi. Nessun riferimento alla pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica.
Il Nadef, acronimo che sta per Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, consegnato ieri alle Camere mette nero su bianco il programma di politica economica e finanziaria del Governo per il prossimo triennio. Complessivamente il programma economico conferma una politica fiscale meno restrittiva rispetto al passato, con un indebitamento netto pari al 2,4 per cento del PIL nel 2019, al 2,1 per cento nel 2020 e all’1,8 per cento nel 2021. Cifre che hanno acceso un duro confronto con l'Unione Europea preoccupata dal mancato rispetto degli impegni assunti dall'Italia per la riduzione del debito pubblico ed il raggiungimento del pareggio di bilancio.

Ad ogni modo questi sono i punti salienti dell'azione di Governo contenuti nel Nadef: 1) Totale cancellazione degli aumenti dell’IVA previsti per il 2019; 2) Introduzione del Reddito di Cittadinanza; 3) Riforma e potenziamento dei centri per l’impiego; 4) Introduzione di modalità di pensionamento anticipato per favorire l’assunzione di lavoratori giovani; 5) Prima fase di attuazione della ‘flat tax’, tramite l’innalzamento delle soglie minime per il regime semplificato d’imposizione su piccole imprese, professionisti e artigiani (nel 2019 l'impegno del Governo è all'innalzamento delle soglie minime per il regime semplificato d’imposizione su piccole imprese, professionisti e artigiani); 6) Taglio dell’imposta sugli utili d’impresa per le aziende che reinvestono i profitti e assumono lavoratori aggiuntivi; 7) Rilancio degli investimenti pubblici attraverso un incremento delle risorse finanziarie, rafforzamento delle capacità tecniche delle amministrazioni. 

Il capitolo pensioni e welfare

Per quanto riguarda il capitolo pensioni il Nadef certifica che la flessibilità in uscita sarà realizzata attraverso l’individuazione della cosiddetta “Quota 100” come somma dell’età anagrafica (62 anni) e contributiva (minimo 38 anni) quale requisito per accedere alle misure previdenziali. "Solo attuando tale ricambio generazionale si raggiungerà anche il fondamentale obiettivo di immettere nuove risorse nel mercato del lavoro che, unitamente al progresso tecnologico, potranno efficientare l’attività sia nel comparto pubblico che in quello privato" scrivono i tecnici nel documento. "Peraltro, il raggiungimento di tale obiettivo, offrendo prospettive di occupazione stabile ai giovani, è uno strumento di contrasto al fenomeno della bassa natalità in Italia che, se non risolta, comporterà problematiche alla sostenibilità del sistema pensionistico in futuro".

Nel documento vi è scritto, inoltre, che un’attenzione particolare sarà rivolta alle donne, caratterizzate da una carriera discontinua. Il Governo punta ad introdurre "anche misure per integrare le pensioni esistenti al valore della soglia di povertà relativa (di 780 euro mensili)". Una parte delle risorse destinate alla realizzazione delle misure verrà dal sistema previdenziale secondo logiche e principi che tengano conto di condizioni di equità e solidarietà. Si tratta di misure largamente anticipate sulle pagine di questa rivista nei giorni scorsi che confermano, almeno per ora, l'assenza di un intervento immediato sulla pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica del lavoratore. 

Reddito di cittadinanza

Altro capitolo importante dedicato dal Nadef è al reddito di cittadinanza. Definito dai tenici come strumento "necessario per accompagnare gli inoccupati nel mondo del lavoro" l’introduzione del Reddito di Cittadinanza avrà un duplice scopo: i) sostenere il reddito di chi si trova al di sotto della soglia di povertà relativa (pari a 780 euro mensili); ii) fornire un incentivo a rientrare nel mercato del lavoro, attraverso la previsione di un percorso formativo vincolante, e dell’obbligo di accettare almeno una delle prime tre proposte di lavoro eque e non lontane dal luogo di residenza del lavoratore. L’attuazione efficace dell’obbligo formativo e della effettiva partecipazione al mercato del lavoro richiederà - scrivono i tecnici - il rafforzamento qualitativo e quantitativo dei centri per l’impiego, tenendo anche conto della necessità di coordinarsi con il livello di governo regionale.

Le altre misure sociali

Sul fronte sociale il documento contiene poi una serie di impegni generici. Si cita la necessità di "rafforzare e innovare gli istituti a sostegno della maternità e a favore della conciliazione della vita privata e della vita professionale sia intervenendo in tema di congedi parentali sia introducendo nuove forme di incentivazione degli investimenti nel welfare familiare aziendale e di promozione, nel settore pubblico e privato, del lavoro agile"; nonchè "interventi mirati al fine di favorire i percorsi di autonomia e assunzione di responsabilità da parte dei giovani, come l'accesso alla casa, sia con riferimento al profilo di garanzie per i mutui immobiliari sia con riguardo all'offerta di edilizia residenziale pubblica e di social housing".

Segui su Facebook tutte le novità su pensioni e lavoro. Partecipa alle conversazioni. Siamo oltre cinquantamila

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati