Riforma Pensioni, la proposta Boeri divide la maggioranza

Valerio Damiani Giovedì, 09 Luglio 2015
Scelta Civica è favorevole all'estensione del sistema contributivo verso tutti i lavoratori. Contraria la minoranza dem a partire dal Presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano. 
La proposta Boeri spacca la maggioranza. Nelle linee guida per riformare la Legge Fornero presentate ieri nella Relazione annuale dell'Inps, il Presidente dell'Inps ha riproposto lo spauracchio del sistema contributivo. Ipotesi da sempre cara al Professore Bocconiano che non a caso è stata tirata fuori dal cassetto assieme ad altre misure proprio a ridosso della partenza dei lavori della legge di stabilità alla quale il Governo sta già lavorando sotto traccia in vista dell'autunno. Secondo Boeri la flessibilità in uscita può essere concessa solo al prezzo di un ricalcolo dell'assegno in chiave contributiva, un meccanismo che com'è noto rapporta la pensione all'entità dei contributi versati e non alle ultime retribuzioni percepite, come avviene con il retributivo.

Il sistema contributivo è certamente piu' equo ma pone il problema di una decurtazione dell'assegno piuttosto consistente, soprattutto per i lavoratori con retribuzioni medie già duramente colpiti dalla perdita del potere d'acquisto causa crisi. Che dovrebbero, in questa ipotesi, mettere in conto una riduzione dal 15 al 30 per cento della pensione a seconda dei casi. Ovviamente a vita, perchè il taglio dell'assegno è strutturale. Il taglio sarà disincentivante soprattutto per i lavoratori piu' anziani, quelli prossimi ai requisiti Fornero, per i quali la fetta dell'assegno determinata con il retributivo è piu' ampia e quindi un suo ricalcolo produrrebbe effetti negativi piu' intensi; mentre potrebbe essere accettabile da coloro che al 31 dicembre 1995 avevano meno di 18 anni di contributi perchè nei loro confronti, la quota retributiva dell'assegno risulta molto piu' limitata. Gamsin

Un secco no arriva verso gli altri progetti partoriti dal dibattito parlamentare in questi ultimi anni. Ad essere bocciate da Boeri sono in particolare le due proposte Damiano, la prima sui pensionamenti flessibili (che contiene anche una misura in favore dei cd. lavoratori precoci), l'altra sulla quota 100. Secondo Boeri si tratta di disegni che mirano a reintrodurre sotto varie forme e nomi la pensione di anzianità abolita dalla Legge Fornero nel dicembre 2011 i cui costi, nell'ordine degli 8-10 miliardi di euro, sarebbero riversati sulle giovani generazioni.

Damiano: no al ricalcolo contributivo dell'assegno. Inevitabile la spaccatura tra le forze politiche. Contrario il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, che considera inaccettabile che l’anticipo dell’uscita dal lavoro fosse tutto a carico dei lavoratori con un ricalcolo contributivo dell’assegno pensionistico. I costi della proposta del PD - sostiene Damiano - (pensione a partire dai 62 anni di eta’ con 35 di contributi e l’8% di penalizzazione) illustrati da Boeri nell’audizione alla Commissione lavoro della Camera non sono convincenti: come al solito si tiene conto di una platea potenziale e non di quella reale; non si considerano i risparmi che la flessibilita’ produce (superamento del problema degli “esodati” non ancora tutelati e aumento della occupazione giovanile): di conseguenza riduzione della platea dei nuovi poveri e miglioramento del rapporto tra lavoratori e pensionati grazie ai nuovi ingressi nel mondo del lavoro".

Zanetti, Saremo strenui difensori di Boeri. Di tutt'altro avviso Scelta Civica. Il suo segretario giacchè sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, promette che i membri di Sc saranno ''strenui difensori in Parlamento e nel Governo delle linee di azione tracciate oggi ''dal presidente dell'Inps Tito Boeri. Zanetti si complimenta inoltre con Boeri ''per la chiarezza con cui rispedisce al mittente proposte insostenibili come ad esempio quella di Cesare Damiano, che mirano nella sostanza a reintrodurre le pensioni di anzianità sotto altro nome". 

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