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- Roma, 14 lug. - "Siamo d'accordo nell'incontrarci di nuovo e vi diamo la disponibilita' per le giornate di giovedi' o venerdi'. Va bene presso la Camera dei Deputati, va bene in streaming, fateci sapere". La dirigenza del Pd risponde con una lettera al M5S e alla richiesta di Casaleggio ("Rebzi e' un bradipo, risponda entro 24 ore"). Secondo quanto si apprende, Beppe Grillo non andra' all'incontro con il Pd. Il leader M5S, arrivato oggi a Roma, dovrebbe partire prima di quella data e, secondo quanto sostengono fonti autorevoli del Movimento, all'incontro con Matteo Renzi per parlare di riforme e legge elettorale andra' sempre la delegazione 5 Stelle costituita dai due capigruppo, Danilo Toninelli e Luigi Di Maio. "Non c'e' dubbio che la legge elettorale per noi vada approvata il prima possibile - si legge nella lettera sulle riforme che il Pd ha inviato al M5S -. Dunque, ragionevolmente, prima dell'entrata in vigore della riforma costituzionale. Dovendo azzardare dei tempi potremmo dire che entro il 2014 si approva definitivamente la legge elettorale. Nel 2015 definitivamente la riforma costituzionale per poi procedere all'eventuale referendum".

Pd al M5S: chiudiamo tutto entro il 2015, disposti a discutere su premio di maggioranza

Il Pd si dice soddisaftto della risposta del M5s: "Scrivete che siete disponibili a un ballottaggio e ci pare che questo argomento sia molto importante. Voi volete assicurare un premio che arrivi al massimo al 52%. Nell'Italicum il massimo e' al 55%", si legge nella missiva, "Nella legge elettorale dei sindaci e' il 60%. Come vedete si tratta di discutere delle soglie, ma se accettate il principio per cui un vincitore ci vuole sempre e' un grande passo in avanti. Potrebbe sorgere qui una curiosita' intellettuale: perche' il vostro premio di maggioranza al 52% e' democratico; il nostro dell'Italicum al 55% e' incostituzionale autoritario e antidemocratico; quello dei sindaci al 60% ritorna democratico? Ma sono curiosita' che sicuramente ci chiarirete nel corso del nostro incontro". Il punto fondamentale, a detta del Pd, "e' il principio: accettate il fatto che ci sia un vincitore, accettate l'esistenza di un premio di maggioranza".

Quindi una considerazione importante: "Sul Senato siamo d'accordo e ci pare un fatto non scontato e positivo - scrive la dirigenza del Pd -. Ci pare che l'unico punto di discussione sul Senato verta sul fatto che da parte vostra emerga la richiesta di scegliere i 74 consiglieri regionali che siederanno anche in Senato con l'elezione di primo livello anziche' con l'elezione di secondo livello", si legge ancora, "Come voi sapete l'elezione di secondo livello e' il sistema che funziona negli altri Paesi europei che non hanno un bicameralismo perfetto. Ci pare che su questo tema si registri l'unico punto di dissenso di una riforma costituzionale di oltre quaranta articoli. Che sara' anche un attentato alla democrazia e l'ennesima dimostrazione dell'autoritarismo del premier, ma rischia di vedervi d'accordo su quasi tutti i punti".

Quindi il nodo dell'immunita' parlamentare. "La vostra posizione sull'immunita' e' molto seria - scrive la dirigenza del Pd al M5S -. Siamo pronti a discuterne, anche con gli altri partiti", aggiunge il Pd, "Come sapete noi non guardiamo in faccia a nessuno e abbiamo votato per l'arresto anche di nostri colleghi. Voi ci assicurate che per qualsiasi procedimento gia' in corso contro parlamentari del Movimento Cinque Stelle rinuncerete all'immunita'? Per noi e' molto importante capire se su questo tema fate sul serio o no". .

- Roma, 14 lug. - "Non c'e' dubbio che la legge elettorale per noi vada approvata il prima possibile. Dunque, ragionevolmente, prima dell'entrata in vigore della riforma costituzionale. Dovendo azzardare dei tempi potremmo dire che entro il 2014 si approva definitivamente la legge elettorale. Nel 2015 definitivamente la riforma costituzionale per poi procedere all'eventuale referendum". Lo si legge nella lettera sulle riforme che il Pd ha inviato al M5S. "Scrivete che siete disponibili a un ballottaggio e ci pare che questo argomento sia molto importante. Voi volete assicurare un premio che arrivi al massimo al 52%. Nell'Italicum il massimo e' al 55%", si legge nella missiva, "Nella legge elettorale dei sindaci e' il 60%. Come vedete si tratta di discutere delle soglie, ma se accettate il principio per cui un vincitore ci vuole sempre e' un grande passo in avanti. Potrebbe sorgere qui una curiosita' intellettuale: perche' il vostro premio di maggioranza al 52% e' democratico; il nostro dell'Italicum al 55% e' incostituzionale autoritario e antidemocratico; quello dei sindaci al 60% ritorna democratico? Ma sono curiosita' che sicuramente ci chiarirete nel corso del nostro incontro". Il punto fondamentale, a detta del Pd, "e' il principio: accettate il fatto che ci sia un vincitore, accettate l'esistenza di un premio di maggioranza. Non sottovalutiamo un passaggio delicato della vostra lettera: noi abbiamo proposto il premio di maggioranza alla coalizione, voi volete lasciarlo solo alla lista vincente. La vostra e' una posizione legittima, che rafforza il bipartitismo a scapito del bipolarismo. Anche tra di noi ci sono molti che vorrebbero dare il premio di maggioranza solo a chi arriva primo, senza obbligo di coalizione. Porremo la vostra legittima considerazione all'attenzione anche degli altri partiti". Del resto "la presenza di soglie per le formazioni minori e' invece presente in tutti i sistemi sia attraverso previsioni esplicite (in Europa di solito e' il 5%, l'Italicum prevede il 4,5%, la legge sulle Europee il 4%) sia attraverso meccanismi impliciti (come per esempio nel sistema inglese o spagnolo)", prosegue il Pd. Comunque "il premio di maggioranza e' condizione di governabilita'. Se ci sono solo cinque parlamentari di differenza tra maggioranza e opposizione, la tenuta quotidiana della maggioranza parlamentare dipendera' dal raffreddore degli eletti: non possiamo accettare una maggioranza che sia in balia dell'aspirina (o, se la citazione vi ricorda qualcuno, dal Maalox). Se accadra' che qualcuno cambia schieramento - argomento che notoriamente vi sta molto a cuore visto il dibattito che ha suscitato nella rete tra di voi il tema delle espulsioni - la maggioranza dovra' andare a casa e la volonta' degli elettori sara' frustrata. Ecco perche' vogliamo un premio di maggioranza piu' consistente di un misero 2%. Ma il fatto che abbiate accolto il principio e' una novita' importante. Discuteremo insieme del quantum". Infine "sui collegi prendiamo atto della vostra disponibilita'. La vostra proposta di legge rischiava di trasformare la scheda elettorale in un lenzuolo. Molto bene cosi'". .
- Roma, 14 lug. - Carlo Azeglio Ciampi e' stato colpito da appendicite acuta con iniziale peritonite, e per questo motivo ieri si e' deciso di operarlo d'urgenza, malgrado l'eta' avanzata. Lo riferiscono i medici dell'ospedale di Bolzano, dove il presidente emerito della Repubblica e' ricoverato. Rimane riservata la prognosi per Ciampi. Le condizioni del presidente emerito della Repubblica sono "serie", riferiscono i medici in conferenza stampa. "Siamo in una fase molto seria, e potenzialmente critica - spiegano - e non e' possibile fare previsioni a medio termine". .
- Roma, 14 lug. - Al via, nell'Aula del Senato, l'esame del ddl sulle riforme costituzionali. Restano le polemiche trasversali, ma il pacchetto di riforme si avvia al voto a palazzo Madama con l'inizio della discussione generale. Resta ancora un'incognita sui tempi, viste le circa trenta ore di discussione che si renderebbero necessarie con i 124 iscritti a parlare, considerato che il tempo massimo per un intervento e', da Regolamento, di 20 minuti. Vero e', pero', che non tutti avrebbero intenzione di usarlo. "Non sfugge a nessuno di noi il rilievo e la portata modificativa di questa riforma. Senza dubbio la piu' significativa dall'inizio della storia repubblicana per quello che riguarda il Parlamento". Cosi' Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, nella sua relazione nell'Aula di Palazzo Madama. "A nessuno di noi sfugge la responsabilita' che stiamo assumendo nel ridefinire, cosi' profondamente, l'assetto costituzionale. Molte volte mi sono interrogata su quale fosse lo spirito giusto per affrontare quest'opera e per compiere il dovere di collocare coerentemente e pienamente nella tradizione costituzionale repubblicana e, al contempo, introdurre innovazione positiva, utile a ridare slancio all'agire dell'istituzione parlamentare", ha sottolineato. Il testo della riforma all'esame dell'Aula e' completamente diverso da quello del governo che aveva "peccati originali", ha invece rivendicato l'atro relatore, Roberto Calderoli. L'esponente leghista non ha rinunciato a due battute autoironiche. L'una per osservare che il suo e' stato "un intervento 'a braccio', non nel senso di non avere un testo scritto, ma nel senso di poter utilizzare un solo braccio, avendo l'altro bloccato", un riferimento all'infortunio dei giorni scorsi, rafforzato dalla considerazione che "nessuno puo' dire che non abbia dato una mano alla riforma della Costituzione; solo che oltre la mano, ci ho messo anche due vertebre e questo mi e' spiaciuto di piu'". Padre di quel sistema elettorale da lui stesso disconosciuto come 'Porcellum', Calderoli ha ringraziato per avere avuto il ruolo di relatore scherzando sul "coraggio ce ne e' voluto veramente tanto a nominare me come relatore di minoranza. Era infatti come dare una pistola carica in mano a un serial killer, e sperare che non facesse una strage". Intanto, per domani sera e' prevista un'assemblea congiunta dei gruppi Pd di Senato e Camera, cui partecipera' anche il premier, e segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi. Dal fronte 5 Stelle si fa invece notare che se domani ci saranno manifestazioni di protesta davanti a palazzo Madama "qualunque iniziativa in questo senso non e' attribuibile al MoVimento 5 Stelle". Resta dissenso anche in FI sul pacchetto delle riforme, con Daniele Capezzone che osserva come "la lettera aperta di Raffaele Fitto a Silvio Berlusconi mi pare carica di affetto e di lealta', e soprattutto di ragionevolezza e di grande buon senso. Nessuno vuole 'sabotare' le riforme: semmai, le si vorrebbe migliorare, rendendole davvero adeguate alle attese degli italiani".
- Roma, 14 lug. - Circa trenta ore di discussione. E' questo, si apprende, il calcolo degli Uffici di palazzo Madama alla luce dei 124 senatori che hanno chiesto di parlare sulle Riforme. Il tempo massimo per un intervento e', da Regolamento, di 20 minuti. Vero e' anche che non tutti hanno intenzione di usarlo. .
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