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Pensioni, Damiano: bene Poletti sull'anticipo della pensione per gli over 60
Damiano approva la linea del ministro Poletti che ieri ha annunciato la possibilità di introdurre un anno di anticipo della pensione per gli over 60 disoccupati.
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"La questione previdenziale sta assumendo aspetti di vera emergenza sociale. Ci sono problemi che richiedono interventi urgenti, come le ricongiunzioni, la “quota 96″ degli insegnanti e il problema dei macchinisti delle ferrovie. Problemi veri, che interessano un numero limitato di cittadini, riconosciuti da tutti e che creano un profondo disagio sociale, ma per i quali non si vede ancora un convinto investimento politico del Governo". E' quanto ribadisce l'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, che torna a chiedere a gran voce un'accelerazione sui problemi che interessano milioni di cittadini italiani. Intanto ieri sul tema delle pensioni si è registrata l'apertura del Ministro Giannini che ha affermato una soluzione al problema dei quota 96 della scuola dopo la tornata delle europee prevista il prossimo 25 Maggio.
Per Damiano bisogna comunque risolvere i problemi che riguardano una platea più ampia di lavoratori: "penso al tema degli “esodati” ed a quello del ritorno a criteri universali di flessibilità e di gradualità nel sistema pensionistico. Il ministro Poletti ha parlato di un anticipo della pensione, per gli over 60, fino ad un anno e mezzo. Si tratta di una prima apertura e di un segno di attenzione al problema, ma temo che non basti a risolvere situazioni di lavoratori che si sono visti spostare in avanti anche di 6 anni l’agognato traguardo della pensione. Le soluzioni più efficaci sono due: il ritorno alle quote del 2007, rivisitate all’alto; un criterio di flessibilità compreso tra i 62 ed i 70 anni, accompagnato da una penalizzazione massima dell’8%. Mi auguro che al Governo non venga in mente di rimettere nuovamente mano alle pensioni in essere, come sembra ipotizzare il viceministro Morando: sono argomenti che vanno trattati con cura e con argomenti solidi e ben documentati se non si vuole sottoporre a stress continuo milioni di pensionati" ha concluso l'ex ministro.
Renzi, finito tempo dei pagliacci Daspo per politici corrotti
- Forli', 17 mag. - "Il tempo dei pagliacci e' finito, ora tocca a gente seria che porta la bandiera tricolore, che non fischia l'inno nazionale": lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in chiusura del suo intervento, al parco urbano di Forli', nel corso del quale ha piu' volte ribadito che questa volta spetta al Pd salvare l'Italia. Renzi ha chiesto ai forlinesi, venuti in migliaia ad acclamarlo (circa 6-7 mila secondo quanto riferisce il Pd), di lanciare un segnale di speranza in tal senso, sostenendo anche il candidato sindaco Davide Drei. "Tocca a noi salvare l'Italia, e ridare speranza: o il Pd salva l'Italia o l'Italia non la salva nessuno" ha detto il presidente del Consiglio. A Forli' Renzi sostiene il candidato sindaco, Davide Drei. "Non vi chiedo di avere fiducia in me ma in noi, in voi". "Col 'ghe pensi mi' non siamo andati da nessuna parte", ha detto ancora Renzi, spiegando che il vero rischio viene da un'altra direzione. "Non e' piu' dall'antenna televisiva - ha spiegato - ma dal blog, ma sono due facce della stessa medaglia". Nel comizio, Renzi ha ribadito: "Come c'e' una Daspo per i tifosi violenti, serve una Daspo ai politici che prendono tangenti". .
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Tasi 2014, salta l'ipotesi di un rinvio dell'acconto a Settembre
Dopo le dichiarazioni di Fassino, presidente dell'Anci, il governo decide di non intervenire sulla questione del pagamento della Tasi a Giugno ma avverte: i comuni approvino le delibere entro il 23 Maggio.
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Salta per il momento l'idea di spostare l'acconto Tasi 2014 sulle seconde case a Settembre o Dicembre nei Comuni "ritardatari" cioè che non hanno approvato le aliquote e le detrazioni entro il 23 maggio.
A pesare in questi giorni sono state le dichiarazioni di Piero Fassino presidente dell'Anci che avvertito che uno spostamento del pagamento del tributo avrebbe delle conseguenze gravi sui bilanci degli enti locali: "non ci si pone il problema della liquidità dei Comuni. La Tasi e l'Imu sono le principali fonti di finanziamento per i servizi che vengono erogati dai comuni, di conseguenza un eventuale slittamento del pagamento dal 16 giugno a settembre o dicembre, secondo l'ipotesi che sono state fatte dal ministero dell'Economia, creerebbe un buco di liquidità drammatico con l'impossibilità per i primi cittadini di continuare ad erogare i servizi" ha detto Fassino.
Attualmente quindi il governo non sembra voler intervenire sulla vicenda pur consigliando ai comuni espressamente ad emanare in tempo utile la delibera di approvazione delle aliquote della Tasi. Le delibere per trovare efficacia al 16 Giugno devono essere inviate entro il 23 maggio al MEF per essere quindi pubblicate sul sito istituzionale del Ministero dell'Economia entro il 31 maggio. Le preoccupazioni salgono in quanto solo il 12 per cento dei comuni italiani ha attualmente provveduto ad approvare le aliquote dell'imposta comunale e l'appuntamento elettorale del 25 Maggio rischia ulteriormente di rallentare le decisioni dei primi cittadini.
Si ricorda che se manca la delibera del comune, la legge dice che si versa il 50% dell’aliquota base, pari all’1 per mille sugli immobili diversi dalle prime case. Per le prime case invece, in assenza della delibera del comune, il pagamento slitta a Dicembre.

