L'Istat ha certificato un tasso di inflazione definitivo dell'1,9% nel 2021 rispetto all'1,7% provvisoriamente utilizzato dall'INPS per l'adeguamento degli assegni pensionistici dal 1° gennaio 2022. Di conseguenza dal prossimo anno gli assegni saliranno dello 0,2% con conguaglio degli arretrati. Aggiornati pure i minimali e i massimali per i lavoratori dipendenti.
L'orientamento che si sta consolidando nelle giurisdizioni d'appello della Corte dei Conti è sfavorevole ai pensionati che per pochi giorni non hanno centrato i 18 anni di anzianità di servizio entro il 31.12.1995
Un utile approfondimento per comprendere i principali risvolti dell'opzione al sistema contributivo per i lavoratori iscritti all'INPS in possesso di anzianità assicurativa al 31.12.1995.
L'Istituto di Previdenza ha diffuso il consueto riepilogo dei trattamenti erogati nel 2022 rivalutati per il tasso ISTAT. L'anno prossimo i conti però dovranno essere aggiornati perché l'indice di rivalutazione applicato è stato inferiore (+1,6%) rispetto a quello effettivo (+1,7%).
Anche se il trattamento è più favorevole il ricalcolo con il sistema contributivo non è possibile se già si è in pensione. L’orientamento della Cassazione, infatti, ha ribadito che l’opzione riguarda espressamente i  ‘lavoratori iscritti’ e non già i pensionati.
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto ministeriale che fissa gli adeguamenti da applicare in via provvisoria il prossimo anno. Aumenti dell'1,7% rispetto al 2021. Crescono pure le minime e gli assegni sociali.
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