Approvata dal Consiglio dei Ministri la legge di bilancio. Tra il 1° gennaio 2023 ed il 31 dicembre 2023 si potrà uscire (anche) con 62 anni di età e 41 anni di contributi ma la misura dell'assegno non potrà eccedere le cinque volte il trattamento minimo Inps.  Opzione Donna avrà requisiti  differenziati a seconda del numero dei figli.
La combinazione sarà 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica. Durerà un anno e coinvolgerà circa 50 mila lavoratori in attesa di una riforma da concordare con le parti sociali nel 2023.
Il sottosegretario leghista al Lavoro: a gennaio non si tornerà pienamente alla legge Fornero. Avremo una Quota 41 con 61 o 62 anni per il solo 2023, come misura ponte verso la riforma organica che faremo il prossimo anno. Spenderemo meno di 1 miliardo per agevolare 40-50 mila lavoratori.
In attesa di una riforma previdenziale più strutturata, attesa per il prossimo anno, il Governo Meloni prorogherà ad un anno opzione donna ed ape sociale.
Le parole di Giorgia Meloni e del Ministro Calderone fanno sperare in una riforma strutturale della previdenza. Certa, per ora, la proroga di opzione donna e dell'ape sociale oltre il 31 dicembre 2022.
L’ipotesi potrebbe essere contenuta nella prossima legge di bilancio con l’abbinamento di un minimo di 62 anni di età per ridurre i costi per le casse pubbliche.
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