Temperato il taglio alle pensioni dei dipendenti pubblici di enti locali e sanità. Scatterà solo se si va in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi le donne) ed in ogni caso non si applicherà a chi ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2023.
Ampiamente deluse ormai le aspettative di una maggiore flessibilità in uscita. Le norme sulla previdenza contenute all’interno della legge di Bilancio non consentiranno nemmeno nel 2024 di avere l’auspicata riforma previdenziale.

Pensioni, Ecco cosa cambia nel 2024

Martedì, 31 Ottobre 2023
Depositato il testo ufficiale del disegno di legge in Senato. Confermata la Quota 103 con il calcolo contributivo ed il taglio alle pensioni dei dipendenti pubblici di enti locali e sanità.
Dietrofront del Governo sulla pensione anticipata flessibile. Salta l’aumento di un anno dell’età anagrafica ma si passa al calcolo contributivo e a finestre mobili più lunghe.
La bozza di manovra renderà meno appetibile la facoltà di incrociare le braccia per i lavoratori privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995. Innalzato l'importo soglia da 2,8 volte a 3 volte l'assegno sociale arriva un tetto alla prestazione pensionistica che non potrà splafonare le cinque volte il TM sino all'età di 67 anni.
Aumenta l’età anagrafica di cinque mesi e salta l’ampliamento delle categorie gravose previste dalla legge n. 234/2021 dal 2022. La prestazione diventa inoltre incumulabile con i redditi da lavoro dipendente ed autonomo.
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