Redazione

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- Roma, 5 lug. - Raccontano che Silvio Berlusconi non abbia affatto gradito le prese di posizione dei 'frondisti' contro le riforme. E, stando sempre a quanto raccontano alcuni esponenti azzurri vicini all'ex premier, sembra che al Cavaliere non sia andata giu' nemmeno la lettura dei giornali, dai quali - a suo dire - la sua leadership appare come appannata, con un partito pronto a non seguire la linea da lui dettata. Insomma, l'umore torna ad essere tendente al nero. Per la verita' - viene spiegato - dopo le quattro ore di sfogatoio alla riunione dei parlamentari, l'umore del Cavaliere non era certo dei migliori. Non solo perche' da tempo e' divenuto allergico a certe 'liturgie', ma perche' di fatto lui con il premier Renzi si era gia' impegnato formalmente al via libera sulle riforme. E il 'teatrino' - cosi' sembra che abbia definito nei colloqui privati la riunione di venerdi' - andato in scena nella sala della Regina di Montecitorio per l'ex capo del governo non e' stato un bel vedere offerto ai media ma, soprattutto, a Renzi. Tanto che Berlusconi era stato 'costretto' a ribadire all'inquilino di palazzo Chigi di non preoccuparsi, Forza Italia non si sfilera', e votera' compatta le riforme. Poi ieri, nei ragionamenti privati con i fedelissimi, i toni verso i cosiddetti frondisti sarebbero saliti e divenuti piu' duri: ma dove credono di andare, non l'hanno capito che cosi' rischiamo di non contare nulla e che il Pd si faccia le riforme che vuole con Grillo? Ma e' in primis la parola data a Renzi che preme al Cavaliere. Ci ho messo la faccia e questi vogliono mandare tutto all'aria, sarebbe lo sfogo piu' ricorrente. Il che vorrebbe dire cancellare l'accordo sull'intero pacchetto: Italicum e giustizia. Ma anche il capitolo aziende di famiglia. E siccome Berlusconi non ha nessuna intenzione di venir meno al patto con Renzi, ne' di fare la figura del leader che non controlla piu' le sue truppe, ecco spiegata la nota diffusa nel tardo pomeriggio. Una nota dai toni apparentemente morbidi, nella quale il leader azzurro "invita" i parlamentari forzisti a votare le riforme. Ma al di la' del tono conciliante, il messaggio vero inviato al suo partito - e cosi' all'esterno - e' che e' lui a decidere e non sono ammessi compromessi ne' ripensamenti: il ddl costituzionale si vota, in commissione e poi in Aula. Tanto che ha gia' dato mandato ai suoi di annullare la nuova assemblea congiunta dei parlamentari di martedi'. Per la verita', gia' ieri sera i fedelissimi del Cavaliere davano per scontato che non vi sarebbe stato nessun secondo round. Ad irritare l'ex premier, poi, anche le voci giuntegli piu' o meno velate sul fatto che avrebbe venduto il partito per ottenere garanzie per le sue aziende e per i suoi guai giudiziari. E cosi', nella nota mette ben in chiaro: "Ribadisco che il nostro dialogo con le forze che compongono l'attuale maggioranza di Governo e' limitato al solo tema delle riforme istituzionali. Forza Italia resta infatti convintamente all'opposizione non condividendo la politica economica e la politica sulla giustizia sino ad ora messe in atto da questo esecutivo". Il timore berlusconiano, del quale l'ex premier ha parlato con Verdini e Romani per avere contezza dei numeri in Aula a palazzo Madama, e' che le fronde anti-riforma del Senato dei vari schieramenti possano coalizzarsi per bocciare la norma portante del ddl, ovvero quella che elimina l'elezione diretta dei senatori. Del resto, gia' ieri uno dei piu' accaniti detrattori della riforma, Augusto Minzolini, spiegava ad alcuni colleghi deputati che il Senato elettivo lo vogliono in tanti, come i 5 Stelle, diversi di Ncd e anche nel Pd. Dunque, pallottoliere alla mano, il blitz potrebbe riuscire, travolgendo cosi' anche la blindatura dell'Italicum, sul quale si levano gia' gli scudi di Ncd e dei piccoli. Berlusconi vorrebbe evitare che sia proprio una fetta del suo partito a guidare la 'rivolta'. E a quei senatori sentiti al telefono, l'ex premier chiede di restare uniti, solo cosi' saremo determinanti. Ma i malpancisti azzurri, almeno per il momento, tengono il punto. Ad esempio, Brunetta, che attraverso Il Mattinale, mette in chiaro: "e' fuori discussione la bonta' della decisione di Berlusconi di mantenere fede ad un patto di riforme. Ma questo patto non puo' implicare l'adesione passiva di FI a una forma istituzionale da Paese sudamericano bolivarista". .
- Roma, 4 lug. - Allarme rientrato nelle cancellerie europee: tra Italia e Germania le scintille sono gia' spente. Dopo una giornata di scontro, sia Matteo Renzi che la cancelleria si dichiarano reciproca stima e cordialita'. Ma nel merito le posizioni restano quelle di partenza, con i tedeschi che pongono l'enfasi sulla stabilita' e gli italiani su crescita e flessibilita', due modi diversi di leggere lo stesso trattato. In mattinata, dopo i fuochi d'artificio di ieri partono gli idranti di due ministri di peso: prima Pier Carlo Padoan e poi Federica Mogherini: "C'e' un rapporto solido tra Renzi e Angela Merkel". Parole a cui fa subito da sponda la dichiarazione distensiva di Steffen Seibert, portavoce di Frau Merkel: "La Germania e l'Italia vogliono fondamentalmente la stessa cosa", "il Patto di Stabilita' e crescita e' stato studiato per assicurare una crescita sostenibile", aggiunge Seibert, "per quel che ne so io, non ci sono divergenze tra i governi di Germania e Italia su questo punto, stiamo spingendo nella medesima direzione". Con Angela Merkel "il rapporto e' ottimo" chiude il caso lo stesso Renzi, durante la conferenza stampa ufficiale da presidente del semestre Ue, al termine del colloquio con il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso. "Non c'e' nessuna polemica tra noi e il governo tedesco in ordine alla gestione della stabilita' e della flessibilita'": le "regole del patto parlano di stabilita' e crescita". Ma il premier un sassolino dalla scarpa se lo vuole levare comunque: "Non ho sentito polemiche da esponenti politici. Se poi parliamo di quanto detto da qualche banchiere, rispondo che la Bundesbank deve perseguire il suo obiettivo statutario, non entrare nel dibattito politico" afferma, sottolineando l'inusualita' dell'intervento di Weidmann di ieri. Nel merito, pero', da Berlino si continua a sottolineare l'importanza della stabilita', mentre il premier batte di nuovo sullo stesso tasto: "Se parliamo solo di stabilita', distruggiamo il nostro futuro". Un braccio di ferro diplomatico, ma sostanziale, che proseguira' nelle prossime settimane e a cui si intreccia il complicato puzzle di nomine e documenti a cui si sta lavorando tra Bruxelles e le diverse capitali comunitarie. Gli osservatori sono concordi: Renzi delle chances le ha. Uno fra tutti il Financial Times: per la Germania "sara' difficile screditare Renzi", scrive il quotidiano della City, che definisce il premier italiano una "rockstar". Certo un effetto su questo giudizio lo avra' avuto anche il tentativo di Renzi di far uscire dall'angolo David Cameron, ma il discorso di ieri a Strasburgo ha colpito molti, non tanto per le poche linee programmatiche, quanto per l'appello al futuro e ai sogni dell'Europa: "Restituire speranza e passione ai cittadini" della Ue e' l'obiettivo che si pone il semestre italiano, ha ribadito oggi Renzi. Sul piatto della bilancia il premier mette ancora una volta le riforme, contraltare all'auspicata flessibilita'. "Con il progetto di riforme dei mille giorni l'Italia vedra' un grande restyling complessivo" assicura. "L'Italia deve essere piu' semplice. Se diventa piu' semplice diventa anche piu' forte". E proprio sul fronte interno Renzi si dovra' impegnare la prossima settimana, quando entrera' nel vivo l'esame del ddl di riforma del Senato e subito dopo quando dovrebbe approdare a palazzo Madama l'Italicum. Nel Pd la fronda resta: "L'Italicum va modificato, lo capisce anche un bambino" ha affermato Pierluigi Bersani. E anche in Forza Italia le fibrillazioni non cessano, tanto che Silvio Berlusconi ha docuto prendere carta e penna per cercare di serrare le fila del suo partito in fermento: "ho invitato ed invito i nostri deputati e i nostri senatori a sostenere convintamente" il percorso riformatore. Stabilita', flessibilita', crescita, riforme: quattro parole per quattro settimane di fuoco prima della pausa estiva. .
- Roma, 4 lug. - "Ho invitato ed invito i nostri deputati e i nostri senatori a sostenere convintamente" il percorso riformatore. Cosi' il presidente di Fi Silvio Berlusconi, in una nota. "Da vent'anni ci impegniamo in solitudine per dare al nostro Paese istituzioni che garantiscano democrazia, efficienza e governabilita'. Per la prima volta (ma meglio tardi che mai) riscontriamo la volonta' di altre forze politiche di concorrere davvero a quel percorso di riforme che abbiamo lungamente auspicato. Per tali motivi, ho invitato ed invito i nostri deputati e i nostri senatori a sostenere convintamente questo percorso, a cominciare dalla riforma che riguarda il Senato, che sara' seguita dalla discussione e approvazione della nuova legge elettorale e dalla riforma del Titolo V. Nel lungo cammino che ancora ci attende per modernizzare il nostro assetto istituzionale, avremo modo di affrontare insieme queste riforme, di migliorarle e di ampliarne, ove possibile, gli ambiti e gli obiettivi". "Ribadisco che il nostro dialogo con le forze che compongono l'attuale maggioranza di Governo è limitato al solo tema delle riforme istituzionali. Forza Italia - sottolinea Berlusconi - resta infatti convintamente all'opposizione non condividendo la politica economica e la politica sulla giustizia sino ad ora messe in atto da questo esecutivo". .

- Roma, 4 lug. - "Siamo attesi a un cambiamento profondo". Matteo Renzi apre la conferenza stampa con Jose' Manuel Barroso parlando delle riforme e del semestre di presidenza Ue. "Saranno mille giorni in cui l'Italia potra' fare un percorso di riforme di cui avvertono le esigenze e le necessita' i cittadini italiani", aggiunge il premier. "L'Italia deve essere piu' semplice. Se diventa piu' semplice diventa anche piu' forte", ha ancora. "Restituire speranza e passione ai cittadini" dell'Ue. E' questo secondo il premier Matteo Renzi "il grande obiettivo del semestre" a guida italiana dell'Ue. "Con il progetto di riforme dei mille giorni l'Italia vedra' un grande restyling complessivo", ha detto ancora il presidente del consiglio Matteo Renzi durante la conferenza stampa congiunta con il presidente della Commissione Ue Manuel Barroso a Villa Madama.

Da Berlino rassicurano, nessuna divergenza con l'Italia

"L'Italia - ha detto il premier - avra' un momento significativo nella presentazione del processo dei mille giorni, dal 1 settembre 2014 al 28 maggio 2017. Mille giorni in cui il processo di riforme fiscale, giudiziario, della pubblica amministrazione, della legge elettorale e dell'Italia come macchina amministrativa vedra' un grande restiling amministrativo grazie al quale l'italia potra' fare su di se' un percorso di riforme di cui gli italiani hanno bisogno e necessita' e su cui la Commissione ha fatto le sue raccomandazioni".

"Dobbiamo fare le riforme in casa nostra", e' la premessa di Matteo Renzi nel rispondere alle continue stoccate provenienti dalla Germania, ma - osserva il presidente del Consiglio - "senza stabilita' non c'e' crescita e senza crescita non c'e' stabilita'. Se parliamo solo di stabilita' distruggiamo il futuro", osserva il Capo dell'esecutivo. "Non c'e' nessuna polemica tra noi e il governo tedesco in ordine alla gestione della stabilita' e della flessibilita'", ha detto ancora Renzi. Quindi una stoccata alla Bundesbank: "Non ho sentito polemiche da esponenti politici. Se poi parliamo di quanto detto da qualche banchiere, rispondo che la Bundesbank deve perseguire il suo obiettivo statutario, non entrare nel dibattito politico".

- Roma, 4 lug. - Io alla Pesc? "E' una delle possibilita', ma ancora non c'e' stato il passaggio di Juncker all'Europarlamento. La decisione verra' presa il 15 e 16 luglio. Io, comunque, faccio con passione il mio lavoro". Lo afferma il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, rispondendo a Radio Capital sull'ipotesi di un suo incarico come Rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune della Ue. Alla domanda se quello alla Pesc sia un incarico che conta, Mogherini risponde: "E' il primo vicepresidente della Commissione. E' il nuemro due. Ha compiti di cordinamento e puo' lavorare su dossier, come quello degli immigrati e dell'energia, strategici per il nostro Paese. La Commissione Ue pesa molto e pesera' ancora di piu' nei prossimi anni". .
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