Bernardo Diaz
Bernardo Diaz, dottore commercialista collabora con PensioniOggi.it dal novembre del 2015.
Riforma Pensioni, due proposte per anticipare la pensione nel 2015
Mercoledì, 07 Gennaio 2015L'ex Ministro del Lavoro rilancia due progetti per il 2015 che anticipano di alcuni anni l'età pensionabile. Sullo sfondo resta l'incognita Referendum indetto dalla Lega su cui si pronuncerà il 14 Gennaio la Consulta.
Kamsin "C'è la possibilità di mettere mano alla Riforma Fornero". A dirlo è ancora una volta l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano dalla pagine del suo Blog supportato da un nutrito gruppo di parlamentari del Pd tra cui Maria Luisa Gnecchi.
Il Presidente della Commissione Lavoro della Camera rilancia due proposte per introdurre un nuovo canale di uscita dal mondo dal lavoro, simile nei fatti, alla vecchia pensione di anzianità.
La prima, la cd. pensione flessibile, è quella di introdurre un meccanismo che permetta di lasciare il lavoro anche a 62 anni di età e 35 di contributi, sia pure con una penalità dell'8% che si riduce fino a azzerarsi se si va via al raggiungimento della normale età pensionabile, cioè 66 anni. Ma se si resta piu' a lungo sul lavoro, cioè oltre i 66 anni, l'assegno crescerà sino all'8%. Il progetto prevede anche la possibilità di uscita a 41 anni di contribuzione a prescindere dall'età (abbassando di fatto gli attuali requisiti contributivi necessari per ottenere la pensione anticipata).
L'altra proposta, alternativa alla prima, è di reintrodurre le quote, come accadeva per la vecchia pensione di anzianità: la soglia verrebbe però fissata a quota 100 (come somma di età e contributi: 62 anni e 38 anni di contributi, 61 anni e 39 di contributi o anche 60 anni e 40 di contributi) ma non ci sarebbero penalizzazioni.

"Il Governo non può nuovamente eludere il problema" sostiene Damiano. "Ci lamentiamo dell'aumento dell'occupazione degli anziani e della diminuzione di quella dei giovani mentre, senza colpo ferire, dal 2016 l'aspettativa di vita aumenterà di altri 4 mesi. Per intenderci: da quella data si andrà in pensione di vecchiaia con 66 anni e 7 mesi e di anzianità con 42 e 10 mesi se uomini e 41 e 10 mesi se donne. Intanto, il 14 gennaio prossimo la Corte Costituzionale deciderà sul referendum promosso dalla Lega che si propone di abrogare la legge Fornero» conclude Damiano.
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Bonus Bebè 2015, un assegno per tre anni sui redditi sino a 25mila euro
Martedì, 06 Gennaio 2015Il Bonus da' diritto ad un assegno di 960 euro all'anno per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2015 al 31 Dicembre 2017 se l'Isee familiare non supera i 25 mila euro. Il beneficio raddoppia se l'indicatore resta sotto i 7 mila euro.
Kamsin La legge di stabilità introduce una misura per incentivare la natalità e contribuire alle spese per il suo sostegno. Si tratta del cd. bonus bebè. Il comma 125 dell'articolo unico della 190/2014 introduce, infatti, che per ogni bambino nato o adottato tra il 1° gennaio 2015 ed il 31 dicembre 2017 un assegno pari ad 80 euro al mese, da erogare fino al compimento del terzo anno di età oppure di ingresso in famiglia (nel caso si tratti di un bambino adottato) a condizione che il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente il beneficio sia in una condizione economica corrispondente ad valore Isee, l'indicatore della situazione economica equivalente, non superiore a 25 mila euro annui.
L'assegno raddoppia passando dunque da 960 a 1920 euro all'anno qualora la condizione economica del nucleo familiare di appartenenza ai fini Isee risulti non superiore a 7 mila euro annui.
Il beneficio potrà essere richiesto dei cittadini italiani di uno Stato dell'Unione Europea nonché dei cittadini di Stati extra comunitari in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo, residenti in Italia.
Le modalità di erogazione del beneficio saranno stabilite entro fine gennaio con un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro della Salute dell'economia e delle finanze. L'ente erogatore sarà l'Inps che dovrà anche provvedere al monitoraggio mensile dell'utilizzo dei fondi stanziati. La legge prevede, inoltre, che le somme in parola non concorreranno alla determinazione dei limiti di reddito complessivo ai fini del riconoscimento del bonus degli 80 euro al mese stabilito nella legge di stabilità 2015.
La manovra dispone, inoltre, un ulteriore stanziamento di 45 milioni di euro in favore dei nuclei familiari con un numero di quattro o più figli minori in possesso di una condizione economica disagiata corrispondente a un valore dell'ISEE non superiore a 8500 euro annui, come contributo alle spese per il mantenimento dei figli tramite la corresponsione di buoni per l'acquisto di beni e servizi. Anche in tal caso l'attuazione della misura sarà demandata ad un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del Lavoro, di concerto con l'economia.
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Pensioni, piu' benefici previdenziali ai lavoratori che estraggono amianto
Venerdì, 02 Gennaio 2015La misura riguarderà circa 200 lavoratori dell'Isochimica di Avellino che si sono ammalati di amianto. Si estendono, inoltre, per il triennio 2015-2017 le prestazioni assistenziali erogate dal Fondo vittime dell'amianto.
Kamsin L'articolo 1, commi 116 e 117 della legge di stabilità 2015 (legge 190/2014) introducono alcuni benefici previdenziali per i lavoratori operanti nelle imprese che rimuovono l'amianto. In particolare con la misura:
1) si estendono (in via sperimentale per il triennio 2015-2017) le prestazioni assistenziali erogate dal Fondo per le vittime dell’amianto (nel limite delle risorse disponibili nel Fondo stesso) ai malati di mesotelioma che abbiano contratto la patologia, o, per esposizione familiare, ai lavoratori impiegati nella lavorazione dell'amianto ovvero per comprovata esposizione ambientale;
2) in deroga alla normativa previdenziale vigente, si prevede l’applicazione della maggiorazione contributiva (di cui all’articolo 13, comma 2, della L. 257/1992), ai fini del conseguimento del diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico (solamente nel corso del 2015 e senza la corresponsione di ratei arretrati), anche per gli ex lavoratori, occupati in specifiche imprese (esercenti attività di scoibentazione e bonifica e con attività di lavoro cessata per chiusura, dismissione o fallimento e il cui sito sia interessato dal Piano di Bonifica da parte dell'Ente territoriale), a condizione che non abbiano maturato i requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla normativa vigente e che risultino malati con patologia asbesto correlata accertata e riconosciuta dalle disposizioni vigenti.
Si ricorda che l’articolo 13, comma 2, della L. 257/1992 ha disposto che, con effetto fino a settecentotrenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, i lavoratori occupati nelle imprese che utilizzano ovvero estraggono amianto, anche se in corso di dismissione o sottoposte a procedure fallimentari, e che possano far valere nell'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti almeno trenta anni di anzianità assicurativa e contributiva hanno facoltà di richiedere la concessione di un trattamento di pensione secondo la disciplina con una maggiorazione dell'anzianità assicurativa e contributiva pari al periodo necessario per la maturazione del requisito dei trentacinque anni, in ogni caso non superiore al periodo compreso tra la data di risoluzione del rapporto e quella del compimento di sessanta anni, se uomini, o cinquantacinque anni se donne.
Come già anticipato da pensionioggi.it il pensionamento anticipato riguarderà, in particolare, per i lavoratori dell'Isochimica di Avellino ammalati con patologia di asbesto. Secondo le stime del Governo il beneficio interessa circa 200 soggetti con un onere pari circa 25.000 euro annui per ciascun trattamento pensionistico.
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Milleproroghe 2015, in Gazzetta il decreto legge. Ecco il testo
Giovedì, 01 Gennaio 2015Nel provvedimento non c'è la proroga del blocco sugli sfratti. Il Governo ha scelto di risolvere con due fondi l'emergenza abitativa: uno da 200 milioni di euro per gli affitti e, un secondo da 226 milioni per la morosita' incolpevole.
Kamsin E' stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ieri, il Decreto Legge 192/2014, il provvedimento prevede una ventina di slittamenti in materia di pubbliche amministrazioni, ambiente, scuola e sanità. La principale novità è la proroga di un anno dei contratti per i lavoratori precari delle province, effetto della partita che si sta giocando tra governo e sindacati sugli esuberi da ricollocare in attuazione della recente riforma Delrio.
Nel provvedimento c'è poi il prolungamento a tutto il 2015 del termine del turnover nelle Pa per assumere a tempo indeterminato a compensazione delle uscite avvenute nel 2013. Tra le misure c'è anche una disposizione per il Ministero dei Beni Culturali per il quale si prevede la possibilità di attingere fino al 2016, ai fini delle assunzioni in servizio, dalle graduatorie degli idonei a concorso. Novità anche per la giustizia con lo slittamento dal primo luglio al primo settembre 2015 del termine per la soppressione delle sedi distaccate dei Tar nei comuni senza Corte d'appello e dal primo gennaio al primo luglio 2015 della scadenza relativa all'avvio del processo amministrativo digitale.
Il Dl fissa lo slittamento alla fine del prossimo anno degli aumenti dei compensi per i manager statali che siedono nei cda, in organi di indirizzo, direzione e controllo o in organi collegiali degli enti pubblici.
Arriva , inoltre , la proroga di un anno della privatizzazione della croce rossa italiana , il posticipo al primo gennaio 2016 della remunerazione delle farmacie , la proroga delle sanzioni legate al sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti.
Novità anche sul terreno istruzione con la possibilità per il ministero di erogare agli enti locali fondi per l'edilizia scolastica anche nel corso del 2015. Senza contare che le università potranno chiamare come professori associati chi ha superato l'abilitazione.
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Riforma Pensioni, con Boeri più vicina una modifica dell'età pensionabile
Mercoledì, 31 Dicembre 2014Il Professore giudicava «inique» le pensioni calcolate con il metodo retributivo, in vigore parzialmente fino alla riforma Fornero, in quanto assicurano un assegno previdenziale superiore a quello che si avrebbe con il solo metodo contributivo.
Kamsin La missione di Boeri all'Inps non è semplice. «Il nostro Paese è segnato da importanti cambiamenti demografici» e dunque quello delle pensioni è un terreno minato. «Lo verifico anche in queste ore», si limita a dire il neo-commissario . Gli «importanti cambiamenti demografici» di cui parla Boeri sono quelli che finiscono per imporre una specie di patto tra generazioni sulle pensioni. In pratica, è necessario trovare qualcuno in grado di sbrecciare il muro che divide oggi giovani e anziani. Insieme a Fabrizio e Stefano Patriarca, Boeri ne aveva parlato un anno fa in un articolo pubblicato su «La Voce.info», il sito economico di cui è stato fin dall'inizio l'ispiratore.
Cerchiamo di mandare a mente le tesi dell'economista. Boeri e Patriarca spingono per un'operazione basata sul seguente presupposto: «Principi di equità distributiva e intergenerazionale legittimano interventi sulle pensioni in essere circoscritti a 1) redditi pensionistici al di sopra di un certo importo e 2) su quella parte della prestazione che non è giustificabile sulla base de contributi versati, vale a dire la differenza fra le pensioni che si sarebbero maturate con il sistema contributivo definito dalla legge del 1995, e quelle effettivamente percepite». In pratica, si dovrebbero ricalcolare con il metodo contributivo (che mette in relazione l'importo dell'assegno con i contributi versati), tutte le prestazioni previdenziali liquidate nei decenni passati. E a quelle (superiori a 2mila euro ) che non rispettano l'equilibrio versamenti/prestazioni si dovrebbe applicare un taglio.
I due economisti si sono spinti anche a simulare gli effetti dell'operazione. Il numero dei 'colpiti' si aggirerebbe attorno a 1,7 milioni di persone: 850mila ex dipendenti privati (soprattutto pensionati di anzianità), 770mila ex pubblici e 100mila ex autonomi. La sforbiciata dovrebbe essere progressiva: meno 20% sulla quota in più garantita dal metodo retributivo per pensioni tra 2mila e 3mila euro; meno 30% per quelle tra 3mila e 5mila; meno 50% per quelle superiori a 5mila. In soldoni, ogni assegno in ballo subirebbe una decurtazione tra il 3 e il 10 per cento. Il gettito ottenibile sarebbe pari a circa 4,2 miliardi.
Il Boeri oggi diventato presidente dell'Inps, proverà ad applicare quella ricetta? «Credo in quel che ho scritto», si limita a rispondere. Tutti capiscono che tanta prudenza si spiega con i precedenti in una materia estremamente delicata, e quindi, molto probabilmente questo progetto sarà accantonato. Ma sulle pensioni il 2015 potrebbe riservare alcune sorprese mascherate sotto-forma di flessibilità in uscita. Proprio alla Vigilia di Natale, mentre ìl premier Renzi negava in un'intervista al Quotidiano nazionale la possibilità di interventi sulle pensioni, Gutgeld, con altrettanta sicurezza, in un'intervista a Repubblica affermava l'esatto contrario: nel 2015 il tema della previdenza sarà ai primi posti nell'agenda del governo, sia pure con un approccio più furbo, meno punitivo di quello prospettato un anno fa.
Ora Gutgeld non dice più che bisogna tagliare le pensioni retributive in essere, ma quelle future, pagando «agli ultracinquantenni che hanno perso il posto l'assegno sulla base del sistema contributivo, e solo su quello, non un euro di più». Uno strumento che già esiste e che potrebbe essere esteso in favore di tutti i lavoratori. Si tratta dell'opzione donna (articolo 1, comma 9 della legge 243/04) che consente un anticipo dell'età pensionabile a quelle lavoratrici che accettano il ricalcolo dell'assegno con il contributivo puro a condizione che abbiano 57 anni e 3 mesi di età e 35 anni di contributi. In sostanza c'è una rinuncia alla quota retributiva eventualmente maturata. Un intervento, peraltro, più facile da proporre e da digerire. Vedremo se il 2015 riserverà tale sorpresa.
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