Sergey

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Mi occupo di diritto della previdenza e del lavoro. Mi sono laureato nel 1976 in Giurisprudenza alla Cattolica. Dal 1985 lavoro all'Inps.

Nel tetto dei 311 mila euro annui saranno ricompresi tutti i compensi economici a qualsiasi titolo conseguiti dalle Pubbliche Amministrazioni.

Retribuzioni, indennità, pensioni e compensi erogati dalle Pubbliche Amministrazioni non potranno superare i 311mila euro lordi annui. Il tetto di tutti gli stipendi e i compensi erogati dalla pubblica amministrazione sarà assoluto: nessun dipendente pubblico potrà guadagnare dalle Pubbliche Amministrazioni più di 311 mila euro lordi annui, cioè lo "stipendio" attuale del primo presidente della Corte di Cassazione.

E' quanto ha ribadito il nuovo ministro per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, ieri nel corso di un convegno organizzato dalla Eief. «Il tetto per gli stipendi dei manager», ha detto, «è già tarato su quello del primo presidente della Corte di Cassazione: ma io ho firmato una circolare dove si esplicita che in questo tetto debbano essere compresi anche tutti i trattamenti, compresi quelli pensionistici».

In pratica la circolare Madia ha stabilito che il tetto agli stipendi e agli emolumenti dei dirigenti pubblici, in vigore dal 2012 con Monti, diventa un limite invalicabile ed onnicomprensivo in cui vengono considerate pensioni, vitalizi, indennità accessorie, collaborazioni occasionali e consulenze a carico delle Pa. La Madia vuole affrontare una questione molto avvertita dall'opinione pubblica: quella di non consentire piu' a dirigenti in pensione, chiamati a collaborare per lo Stato, di cumulare l'assegno previdenziale con un importante compenso, oppure quella di cumulare lo stipendio tabellare con altre collaborazioni con vari ministeri ed enti o consulenze pagate dalle Pa. Ora tutto questo non potrà succedere.

La circolare Madia specifica che ai limiti di remunerazione sono soggetti i dirigenti centrali e regionali, i membri dei consigli di amministrazione degli enti, delle autorità di vigilanza e di controllo. Nessuno potrà sforare il limite dei 311 mila euro, almeno fino a quando non sarà introdotto il nuovo limite, annunciato dal premier Renzi, che ha indicato che il tetto sarà ancorato alla remunerazione del presidente della Repubblica, ovvero 248 mila euro lordi all'anno. La Madia ha anche annunciato che dopo la circolare sui dirigenti, si sta lavorando anche ad una misura sui manager delle società e delle aziende controllate dallo Stato: per il Ministro la «proposta» del governo è in dirittura d'arrivo.

Per il neoministro del Welfare, Giuliano Poletti, anche il 2014 sarà un anno di grande sofferenza sul fronte del lavoro. In audizione alla Camera, Poletti ha portato all'attenzione di nuovo il nodo del miliardo di euro che manca quest'anno per finanziare la cassa integrazione in deroga che, con le casse ordinaria e straordinaria in esaurimento, rischia di diventare un rifugio per i lavoratori che non hanno coperture.

Il titolare del Lavoro precisa che il miliardo mancante «è un dato meccanico che risulta se guardiamo alle risorse impegnate negli anni precedenti» ed «è la differenza tra ciò che abbiamo finanziato in passato e ciò che abbiamo in bilancio quest' anno».

La ferita si riapre dopo che l'Inps ha sottolineato l'exploit della cassa integrazione a febbraio: 83,3 milioni le ore complessivamente erogate. L'aumento su un anno è stato del 5,3%. Ed è tutto da imputare alla cassa straordinaria e in deroga salite rispettivamente del 16,9% e del 55,6%. Mentre le ore di cassa ordinaria si sono ridotte del 27,4%.

Si avvicinano i tempi per la chiusura del rinnovo del contratto dei bancari. L'ABI punta a chiudere il contratto collettivo nazionale entro il 30 giugno, ma sono molte le questioni ancora aperte sollevate dai sindacati unitari.

Lando Maria Sileoni, da poco riconfermato alla guida della Fabi, chiede infatti che il nuovo contratto collettivo preveda risorse in favore dei lavoratori bancari che stanno affrontando anche loro forti difficoltà in un momento di cambiamento. 

La Fabi chiede l'inserimento di una revisione del Fondo per l'occupazione in modo che se ci fossero dei residui a livello di solidarietà questi possano essere utilizzati per la riconversione professionale del personale. Le sigle unitarie del credito chiedono anche un rafforzamento delle garanzie contro l'eccessiva frammentazione dei contratti e il rischio di una deregulation del settore. 

Importanti anche le richieste economiche. Le sigle sindacali chiedono un differenziale del 6,05 per cento sul 2012 che su retribuzioni di circa 37 mila euro comporterà un aumento di circa 170 euro dello stipendio medio dei bancari.

Per i sindacati, i banchieri dovranno puntare sulla riduzione delle consulenze e sul ridimensionamento dei compensi dei top manager da contenere entro il rapporto di 1 a 20.

Dal prossimo mese maggio le modalità di pagamento delle pensioni dei lavoratori pubblici, dello spettacolo e degli sportivi professionisti appartenenti all'Inpdap e all'Enpals verranno unificate alle modalità generali previste dell'Inps.

E' quanto ha stabilito il messaggio 3506 diffuso dall'Inps, che ha provveduto a verificare la compatibilità tra le diverse forme di pagamento e a recuperare dai pensionati gli eventuali dati mancanti o discordanti relativi a nome e cognome del beneficiario e dell'eventuale tutore o rappresentante legale, codice fiscale, data di nascita, coordinate di pagamento. Nelle scorse settimane gli interessati hanno ricevuto una lettera con cui venivano invitati a fornire i dati mancanti all'Inps.

L'Inps conferma che le pensioni continueranno a essere disponibili con valuta del giorno 10 di ogni mese per gli iscritti alle gestioni dello spettacolo e degli sportivi professionisti e il giorno 16 per le gestioni dei lavoratori pubblici. Le modalità di pagamento saranno sempre le stesse: accredito su conto corrente o libretto postale; in contanti per importi netti inferiori a 1.000 euro e, per le sole pensioni Inpdap, su carta ricaricabile o circolarità postale.

Il decreti Poletti consente il ritocco al limite del 20% dei rapporti a termine solo alla contrattazione nazionale.

Il ministro nei giorni scorsi ha aperto alla possibilità di estendere l'efficacia della deroga anche agli accordi aziendali. Il decreto lavoro (dl 34/2014) che arriva oggi in Commissione Lavoro alla Camera consente il superamento del limite del 20% di contratti a termine che ciascun datore di lavoro può stipulare rispetto al proprio organico complessivo solo attraverso la contrattazione nazionale, escludendo di fatto la contrattazione aziendale.

Viene quindi esclusa la contrattazione di secondo livello, quella aziendale che si svolge dentro l'impresa. Poletti nei giorni scorsi ha parlato della possibilità di dare maggiore forza ai contratti aziendali in quanto è solo nella dimensione aziendale che si possono conoscere al meglio le reali esigenze dell'impresa.

E' possibile quindi che un emendamento che conceda l'efficacia ai contratti aziendali sia sostenuto dal governo. Il ministro Poletti, si è detto infatti disponibile a dialogare con le Camere per qualche aggiustamento ma ha assicurato che il decreto non sarà stravolto: «Ci opporremo con tutte le forze. Siamo convinti della bontà delle decisioni prese».

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