Si arricchisce l’incentivo al posticipo del pensionamento a favore dei dipendenti, pubblici e privati. Nel 2025, infatti, può essere fruito non solo da chi, avendo i requisiti, rinuncia ad andare in pensione con «quota 103» (cioè 62 anni e 41 anni di contributi) ma anche da coloro che rinunciano alla pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi; 41 anni e 10 mesi le donne). L’incentivo, inoltre, da quest’anno diventa completamente esentasse. Lo rende noto l’Inps nella Circolare n. 102/2025 in cui spiega la novella introdotta dall’articolo 1, co. 161 della legge n. 207/2024.
Destinatari
L'agevolazione, come noto, è stata introdotta dall’art. 1, co. 286-287 della legge n. 197/2022 e poi disciplinata dal decreto 21 marzo 2023 (G.U. n. 110/2023) e originariamente ha coinvolto i lavoratori dipendenti, del settore pubblico o privato, che raggiungono i requisiti per la cd. «Pensione Anticipata Flessibile» (cioè 62 anni di età e 41 anni di contributi).
L’articolo 1, co. 161 della predetta legge n. 207/2024 ha ampliato il beneficio riconoscendolo anche ai lavoratori, sia del settore privato che pubblico, che maturano i requisiti per la pensione anticipata di cui all’articolo 24, co. 10 del dl n. 201/2011 convertito con legge n. 214/2011 entro il 31 dicembre 2025.
A seguito della novella la facoltà di optare per l’incentivo al posticipo del pensionamento riguarda quindi:
- I lavoratori dipendenti, del settore privato e pubblico, che raggiungono i requisiti per la pensione anticipata flessibile (62 anni e 41 anni di contributi) entro il 31 dicembre 2025;
- I lavoratori dipendenti, del settore privato e pubblico, che raggiungono i requisiti per la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi, 41 anni e 10 mesi di contributi le donne) entro il 31 dicembre 2025.
Con riguardo all’ampliamento si osserva che il beneficio non può essere chiesto dai lavoratori che maturano, in quanto privi di contribuzione al 31 dicembre 1995, i requisiti per la pensione anticipata contributiva di cui all’articolo 24, co. 11 del dl n. 201/2011 (64 anni e 20 anni di contribuzione effettiva); dai lavoratori del comparto difesa e sicurezza i quali, come noto, non sono destinatari della Riforma Fornero; dai lavoratori precoci che, a determinate condizioni, possono accedere alla pensione anticipata al raggiungimento di 41 anni di contribuzione.
Al momento della domanda occorre inoltre:
- Non essere titolari di un trattamento pensionistico diretto a carico delle forme di previdenza pubbliche obbligatorie ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità;
- Non aver raggiunto l’età anagrafica per il conseguimento della pensione di vecchiaia (67 anni).
Da quando decorre
L’Inps conferma che l’agevolazione si applica a partire dalla prima decorrenza utile della pensione. Al riguardo occorre distinguere:
- La pensione anticipata flessibile decorre trascorsi 7 mesi dalla maturazione dei requisiti per i lavoratori dipendenti del settore privato, 9 mesi per i lavoratori del pubblico impiego. A titolo di esempio se il lavoratore matura 62 anni e 41 anni il 15 gennaio 2025 l’incentivo decorre dal 1° settembre 2025 (16 agosto 2025 se il trattamento è liquidato da una gestione esclusiva dell’AGO). Se trattasi di lavoratore del pubblico impiego l’incentivo decorre dal 16 ottobre 2025 (1° novembre 2025 se iscritto ad una gestione diversa da quella esclusiva dell’AGO).
- La pensione anticipata decorre trascorsi 3 mesi dalla maturazione dei requisiti (4 mesi per i soli lavoratori iscritti alla CPDEL, CPS, CPI e CPUG se maturati dal 1° gennaio 2025 salvo il trattamento sia erogato in regime di cumulo dei periodi assicurativi). A titolo di esempio se il lavoratore matura 42 anni e 10 mesi di contributi il 15 gennaio 2025 l’incentivo decorre dunque dal 1° maggio 2025 (16 aprile 2025 se il trattamento è liquidato da una gestione esclusiva dell’AGO). Se trattasi di lavoratore iscritto alla CPDEL l’incentivo decorrerà dal 16 maggio 2025.
Se la finestra si è già aperta l’incentivo decorre dal «primo giorno del mese successivo» a quello di esercizio della facoltà. La facoltà può essere esercitata una sola volta e dura fino:
- al raggiungimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia (67 anni o inferiori se previsti dalla gestione pensionistica di riferimento) a prescindere dall’effettiva andata in pensione;
- al conseguimento di una pensione diretta a carico, anche solo pro quota, delle forme di previdenza pubbliche obbligatorie (es. il lavoratore cambia idea e sceglie di pensionarsi con «quota 103» o con la «pensione anticipata»);
- alla revoca dell’opzione da parte dello stesso lavoratore.
La scadenza
L’Inps conferma che se i requisiti per la pensione anticipata flessibile o la pensione anticipata sono stati raggiunti entro il 31 dicembre 2025 la domanda per l’incentivo al posticipo del pensionamento può essere prodotta anche successivamente purché non si sia ancora raggiunta l’età di vecchiaia (cioè 67 anni). Se i requisiti, invece, sono maturati dopo il 31 dicembre 2025 (es. quelli per la pensione anticipata) l’incentivo non spetta (salvo proroghe della misura).
Come funziona
Optando il lavoratore riceverà in busta paga la quota di contribuzione che il datore di lavoro trattiene in busta paga cioè, di regola, il 9,19% della retribuzione pensionabile (più l’eventuale aliquota aggiuntiva dell’1% sulla retribuzione eccedente la prima fascia pensionabile). Nulla cambia per il datore di lavoro che continua a versare all’Inps la quota di contribuzione a suo carico (di regola il 23,81%).
Da quest’anno la misura ha più appeal perché diventa completamente esentasse (sia per i lavoratori del settore privato che per quelli del pubblico impiego). La legge di bilancio 2025 prevede, infatti, che le somme corrisposte al lavoratore non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente fiscalmente imponibile. L'Inps spiega che l'agevolazione riguarda anche i lavoratori iscritti alle forme esclusive dell'assicurazione generale obbligatoria. L'Istituto non lo dice ma l’esenzione dovrebbe riguardare, per il periodo successivo all’anno 2024, anche i soggetti che abbiano optato per l’incentivo prima dell’anno 2025 e non solo i soggetti che aderiscono nel 2025.
Resta inteso che chi opta subisce un impoverimento della pensione perché l’aliquota di computo sulle retribuzioni incassate dopo l’esercizio della facoltà viene abbattuta nella misura corrispondente alla percentuale corrisposta in busta paga. La riduzione riguarda, tuttavia, solo la parte contributiva della rendita previdenziale senza alcun effetto sulle quote retributive.
Domande all'Inps
L’Istituto conferma le istruzioni già in essere. Il lavoratore interessato deve presentare domanda all’Inps, entro 30 giorni l’Istituto verificherà l’effettivo possesso dei requisiti richiesti dalla normativa (maturazione dei requisiti minimi pensionistici) dandone comunicazione al lavoratore e al datore di lavoro. Solo all’esito di tale comunicazione il datore di lavoro attuerà lo sgravio in busta paga e procederà all'eventuale recupero, tramite conguaglio, delle contribuzioni pensionistiche già versate.
Documenti: Circolare Inps 102/2025